AELREDO DI RIEVAULX

Lo specchio della carità

Ti troverò amandoti

"Nel frattempo, Signore, ti cercherò, e ti cercherò amandoti, perché chi fa progressi nel tuo amore davvero ti cerca, o Signore; e se uno ti ama in modo perfetto costui ormai ti ha trovato, o Signore. E che cosa può fare di più giusto una tua creatura che amarti, lei che proprio da te ha ricevuto la stessa capacità di amarti? Non possono invero amarti le creature che non hanno né ragione né sensibilità: non è questo infatti il loro modo di essere. Hanno certo anch’esse il loro modo di essere, la loro bellezza, il loro ordine, ma il loro fine non è essere felici, o esserlo amandoti; piuttosto esistono perché la loro bellezza, la loro bontà, e lo stesso ordine con cui le hai create, siano di giovamento alla gloria di coloro che possono essere felici perché possono amarti".

(AELREDO DI RIEVAULX, Lo specchio della carità, I, 3, a cura di D. Pezzini, Milano 1999, p. 99-100).


"Interim, Domine, quæram te, et amando quæram te; quia, qui proficit amando te, utique Domine quærit te: et qui perfecte amat te, ipse est, Domine, qui jam inuenit te. Et quid iustius quam ut creatura tua amet te, quæ hoc ipsum accepit a te, ut possit amare te? Non enim irrationabilia aut insensibilia possunt amare te: non enim est iste modus eorum. Habent nempe et ipsa modum suum, speciem suam, ordinem suum, non quo beata sint, aut esse possint amando te, sed quo pulchra, et bona, et bene ordinata ex te ad illorum gloriam proficiant, qui possunt beati esse, quia possunt amare te".


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