AELREDO DI RIEVAULX, Lo specchio della carità

Il cammino spirituale: progresso dal timore all’amore

Fratel Matteo Brondello

<<Ritengo di dover osservare che, anche se nella prima visita al timore si unisce talvolta la dolcezza della soavità, e nella seconda spesso insieme alla dolcezza si avverte il pungolo del timore, tuttavia la prima ha propriamente a che fare con il timore, la seconda con la dolcezza della consolazione; nella terza invece la carità perfetta elimina il timore. L’inizio della sapienza è infatti il timore del Signore; il compimento della sapienza è invece l’amore del Signore. Nel timore c’è un inizio, nell’amore la perfezione. Nel primo la fatica, nell’altro il premio. Con uno si sale all’altro, ma non si arriva all’amore se non attraverso l’amore. Infatti, quando in un animo che è spesso segnato dal timore, tormentato dal dolore, abbattuto dalla disperazione, soffocato dalla tristezza, corroso dall’accidia, si versa con un placidissimo scorrere una goccia di meravigliosa dolcezza che scende dal balsamo del monte fertile e ubertoso; allora tutta la nebbia dei sensi irrazionali si dissolve di fronte allo splendore dei raggi della luce divina; e grazie a quel gusto dolcissimo viene fugata ogni amarezza, si dilata il cuore, si arricchisce la mente, e viene preparata in modo mirabile la capacità di salire. Così il timore elimina il torpore, e il gusto della dolcezza divina tempera il timore. Perché la mente non poltrisca su cose infime il timore la scuote, perché non venga meno nella fatica, l’affetto la nutre.

Mediante l’alternarsi di questi sentimenti l’anima viene educata fino a che, totalmente immersa nella carità ineffabile, non ingrassi più nell’amore, ma ardendo dal desiderio di abbracciare colui che è il più bello tra i figli degli uomini, cominci a voler morire per essere con Cristo, dicendo ogni giorno con il profeta: Me infelice, il mio esilio si prolunga. Così il legislatore darà la sua benedizione, servendo agli incipienti il vino della compunzione insieme al timore di lui, ai progrediti il latte dalle mammelle della sua consolazione: e quando saranno stati svezzati dal latte, banchetteranno con l’entrata nella sua gloria.

Così, la prima visita denuncia l’iniquità, la seconda sostiene l’infermità, la terza mostra la santità. Nessuno, dunque, si vanti nella prima, che mette a nudo la nostra iniquità, o la nostra tiepidezza; e neanche si vanti nella seconda, che evidenzia la nostra debolezza; quanto alla terza, chi si vanta si vanti nel Signore>>.


(AELREDO DI RIEVAULX, Lo specchio della carità, II, XII, 29.30, a cura di D. Pezzini, Letture cristiane del secondo Millennio 24, Milano 1999, p. 210-211).

<<Porro notando arbitror, quia, licet in prima illa visitatione nonnunquam timori dulcedinem suavitatis admisceat, in secunda vero cum suavitate stimulum plerumque timoris adhibeat, proprie tamen illa ad timorem, ista pertinet ad consolationis dulcedinem; nam in tertia perfecta caritas foras mittit timorem. Initium enim sapientiae timor Domini; consummatio autem sapientiae amor Domini. In timore inchoatio, in dilectione perfectio. Hic labor, ibi praemium. Hoc ad illam ascenditur, nec tamen ad ipsam nisi per ipsam pervenitur. Menti etenim, quam plerumque timor afficit, urget dolor, deicit desperatio, absorbet tristitia, corrodit acedia, quaedam mirae suavitatis gutta descendens a balsamo illius montis pinguis, montis coagulati, quasi quodam placidissimo se superinfundit elapsu: ad cuius radiantis divini splendorem luminis omnis illa irrationabilium sensuum nebula dissolvitur; ad cuius suavissimum gustum tota illa amaritudo fugatur, dilatatur cor, mens impinguatur, et ascendendi facultas miro modo praeparatur. Sic timore tepor excluditur, timor gustu divinae dulcedinis temperatur. Ne mens in infimis torpeat, timor excitat, ne laborando deficiat, pascit affectus. His nimirum alternantibus tamdiu eruditur, donec tota mens illa ineffabili caritate absorpta iam non ex dilectione pinguescat, sed illius speciosi forma prae filiis hominum desideratissimos ardens amplexus incipiat velle dissolvi et esse cum Christo, dicens quotidie cum propheta: Heu mihi, quia incolatus meus prolongatus est. Sic benedictionem dabit legislator, administrans incipientibus vinum compunctionis cum timore eius, proficientibus lac ab uberibus consolationis eius: et cum avulsi fuerint a lacte, epulabuntur ab introitu gloriae eius.

Igitur prima illa visitatio arguit iniquitatem, secunda sustentat infirmitatem, sane tertia ostendit sanctitatem. Nemo ergo glorietur in prima, in qua convincitur iniquus vel tepidus; sed nec in secunda, in qua probatur infirmus; in tertia autem qui gloriatur in Domino glorietur>>.

(AELREDI RIEVALLENSIS, De speculo caritatis, CCCM1, a cura di A. Hoste e C.H. Talbot, Turnhout 1971, p.79.80).


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