RITUALE CISTERCENSE
secondo gli Statuti
dei Capitoli Generali
dell’Ordine Cistercense e dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza
nonché i Decreti sia
generali che particolari
della Sacra Congregazione per il Culto Divino
e la disciplina dei Sacramenti
dopo il Concilio
Vaticano II
1998
I
Fondatori di Cîteaux, nutrendo speranza nella Regola, seguirono con grande
amore l’autenticità nella Liturgia secondo i precetti del santo Padre Abate
Benedetto.
Oltre a questo primo
proposito, come leggiamo nella Carta Caritatis, i primi Abati
dell’Ordine riuniti nel Capitolo cistercense, stabilirono che ovunque si
avessero gli stessi testi necessari per l’ufficio divino e per la messa.
Codesta liturgia progressivamente elaborata si mantenne quasi immutata dal
dodicesimo secolo fino al Concilio di Trento.
Dopo
di ciò, la riforma dei testi liturgici della Chiesa Romana non intendeva
imporre un obbligo ai riti delle Chiese almeno nei due secoli precedenti.
Tuttavia questa introduzione soddisfaceva i desideri degli uomini di quel
tempo. In tal modo accadde che, nel secolo XVII°, sotto la direzione dell’Abate
cistercense Claudio Vaussin, vennero alla luce nuovi testi per l’Ordine, e alla
fine in modo particolare il Rituale Cistercense che rimase come norma e
cerimoniale autentici del rito cistercense fino al Concilio Vaticano II.
Dopo
Da
ciò scaturì che i due Ordini della Famiglia Cistercense (dall’anno 1892
canonicamente distinti) che prima si erano adoperati insieme per comuni riti
liturgici, ancora una volta produssero i loro sforzi sotto l’autorità di un
proprio Capitolo Generale. Così, nel corso degli anni, ottennero dalla Santa
Sede in particolare sia un proprio Calendario (negli anni 1972 e 1973)
sia l’Istituzione Generale della Liturgia delle Ore nel 1974. Infine lo
sforzo comune dei due Ordini desiderato dai Capitoli Generali portò al fatto
che il 19 ottobre 1995
Ora,
dopo trent’anni di progressivo rinnovamento della liturgia, ci è sembrato
opportuno pubblicare in un solo volume tutti questi documenti affinché tutte le
comunità abbiano tra le mani ciò che per essi è stato stabilito dall’Autorità
competente. Così, in questo libro che ha per titolo Proprium Cisterciense,
oltre a quelle formule che per noi sono state approvate dalla Sede Apostolica,
se ne trovano altre promulgate dai rispettivi Capitoli Generali, come appunto i
Suffragi per i defunti dopo il Rito delle Esequie o il Rito
dell’elezione e conferma dell’abate e della badessa nonché gli usi
particolari nella benedizione abbaziale, perché in tal modo appaiano la
legittima diversità e in essa l’unità fondamentale della Famiglia Cistercense.
In
questo novecentesimo anno dalla fondazione del Nuovo Monastero Cistercense,
proviamo gioia nell’offrire a tutti i figli di questa Chiesa questo lavoro come
frutto di una più stretta collaborazione tra le commissioni e gli esperti in
sacra liturgia.
F. Mauro Esteva F.
Bernardo Olivera
Abate Generale O. Cist. Abate
Generale O.C.S.O
AL LETTORE
In questo opuscolo, i documenti appaiono in ordine storico: quello che per
primo è stato approvato, confermato o istituito, appare anche prima.
Tanto nel Modo di ricevere i Fratelli e Sorelle come nel Rituale delle
Esequie, molte volte la materia è comune, ma a volte è propria. Alla sinistra
si trova il Rituale dei monaci, alla destra il Rituale delle suore.
Nella parte
inferiore delle pagine appare un triplo apparato di note: quello che è comune
si esprime con numeri; gli altri invece, sia per i monaci, sia per le suore, si
esprimono con lettera.
CALENDARIO
Prot. 2325/71, 21 novembre
1971: O. Cist.
Prot. 667/73, 11 luglio
1973: O. Cist.
Prot. 1074/82, 27 ottobre
1982: O. Cist.
Prot. 203/83, 5 febbraio
1983: O. Cist.
Prot. 330/83, 5 marzo 1983:
O. Cist.
Prot. 1403/92, 1 settembre
1992: O.C.S.O.
* Quando non è indicato il grado della
celebrazione, si fa Memoria facoltativa.
**Secondo le norme universali dell’anno liturgico e del calendario, n.
54, nulla impedisce che alcune celebrazioni in certi luoghi si svolgano in modo
più solenne che in tutta la diocesi o famiglia religiosa. Così, per es., presso
le monache dell’Ordine Cist., S. Agnese, S. Scolastica e S. Geltrude sono
celebrate come festa.
1
Ottava
del Natale
Solennità
di Maria Santissima Madre di Dio Solennità
2
Ss.
Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno
Vescovi e dottori della Chiesa Memoria
3
4
5
6 Epifania del
Signore Solennità
7
S. Raimondo di Peñafort, sacerdote*
8
9
10 S.
Gregorio di Nissa, vescovo O. N.
S. Guglielmo Bituricense O. N.
11
12 S. Aelredo, Abate O. N. Memoria
13 S. Ilario, vescovo e dottore
della Chiesa
14
15 Ss. Mauro e Placido, discepoli
di S. Benedetto Memoria
16
17 S. Antonio, abate Memoria
18
19
20 S. Fabiano, papa e martire
S. Sebastiano, martire
21 S. Agnese, vergine e martire
** Memoria
22 S. Vincenzo, diacono e martire
23
24 S. Francesco di Sales, vescovo e dottore della
Chiesa
Memoria
25 Conversione di S. Paolo apostolo Festa
26
Ss. Roberto,
Alberico e Stefano, abati cistercensi
Festa
27 Ss. Timoteo e Tito, vescovi
28 S. Tommaso d’Aquino, sacerdote e dottore della
Chiesa
Memoria
29
30
31 S. Giovanni Bosco, sacerdote Memoria
Domenica dopo il 6 gennaio:
Battesimo del Signore Festa
21 Transito
del nostro padre Benedetto, abate Festa
30
31
APRILE
2 S. Francesco da Paola,
eremita
3
4 S. Isidoro, vescovo e
dottore della Chiesa
5 S. Vincenzo Ferrer ,
sacerdote
6
7 S. Giovanni Battista de
8
9
10
11 S. Stanislao, vescovo e martire Memoria
12
13
S. Martino I, papa e martire
14
15
16
17
18
19
20
21 S. Anselmo, vescovo e dottore della Chiesa Memoria
22 B.
Maria Gabriella, monaca O.C.S.O.
23 S. Adalberto, vescovo e martire
S. Giorgio, martire
24 S. Fedele di Sigmaringen, sacerdote e martire
Nell’O. Cist.: S. Franca,
monaca O.N.
25 S. Marco, evangelista Festa
26 S. Raffaele, oblato O.C.S.O.
27
28 S. Pietro Chanel, sacerdote
e martire
S. Ludovico Maria Grignon
di Montfort, sacerdote
29 S. Caterina da Siena, vergine e dottore della
Chiesa Memoria
30 S. Pio V, papa
MAGGIO
1
S. Giuseppe, lavoratore
2 S. Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa Memoria
3 Ss. Filippo e Giacomo,
apostoli Festa
4
5
6
7
8
9
10
11 Ss. Oddone, Maiolo, Odilone,
Ugo e B. Pietro il Venerabile,
abati Cluniacensi Memoria
12 Ss. Nereo e Achilleo,
martiri S. Pancrazio, martire
13
14 S. Mattia, apostolo Festa
15 S. Pacomio, abate Memoria
16
17
18
S. Giovanni I, papa e martire
19
20
S. Bernardino da Siena,
sacerdote
21
22
23
24
25 S. Beda Venerabile, sacerdote
e dottore della Chiesa Memoria
26 S. Gregorio VII, papa
S. Maria Maddalena de Pazzi,
vergine
S. Filippo Neri, sacerdote
27 S. Agostino di Canterbury, vescovo
29
30
31 VISITAZIONE B.V.M. Festa
Nell’O.Cist. : Solennità o Festa
Domenica I dopo Pentecoste
Santissima Trinita’ Solennità
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo Solennità
Venerdì
dopo la seconda domenica dopo Pentecoste
Sacratissimo Cuore di Gesu’ Solennità
Sabato dopo la seconda domenica dopo Pentecoste
Cuore Immacolato B.V.M. Memoria
GIUGNO
2 Ss. Marcellino e Pietro,
martiri
3 Ss. Carlo Lwanga e compagni,
martiri Memoria
4
5 S. Bonifacio, vescovo e
martire Memoria
6 S. Norberto, vescovo
7
8
9 S. Efrem, diacono e
dottore della Chiesa
10
11 S. Barnaba, apostolo Memoria
12 S. Alice, monaca O.N.
13 S. Antonio da Padova, sacerdote e dottore della
Chiesa
Memoria
14 B. Gerardo, monaco O.N.
15
16 S. Lutgarda, monaca O.N. Memoria
17
18
19 S. Romualdo, abate
20
21 S. Luigi Gonzaga, religioso Memoria
22 S. Paolino da Nola, vescovo
Ss. Giovanni Fischer,
vescovo , e Tommaso More, martiri
24 Nativita’ di san Giovanni Battista Solennità
25
26
27 S. Cirillo di Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa
28 S. Ireneo, vescovo e martire Memoria
29 Ss. Pietro e Paolo, apostoli Solennità
30 Ss. Primi Martiri della S. Chiesa Romana
LUGLIO
1
2
3 S.
Tommaso, apostolo Festa
2
S. Elisabetta di Portogallo
3
S. Antonio Maria Zaccaria, sacerdote
4
S.
Maria Goretti, vergine e martire
7
8 B.
Eugenio III, papa O.N. Memoria
9
10
11 S. Benedetto, nostro padre, abate
Solennità
12 S.
Giovanni Gualberto, abate
13 S. Enrico
14
S.
Camillo de Lellis, sacerdote
15
S.
Bonaventura, vescovo e dottore della Chiesa Memoria
16
B.M.V.
del Monte Carmelo
Bb.
Vergini martiri di Orange
(tra
le quali le Bb. Sorelle de Justamont, monache O.N.)
17
18
19
20
21 S. Lorenzo da Brindisi, sacerdote e
dottore della Chiesa
22 S. Maria Maddalena Memoria
23 S. Brigida, religiosa
24
25 S.
Giacomo, apostolo Festa
26 Ss.
Gioacchino e Anna, genitori della B.V.M. Memoria
27
28
29 Ss.
Marta, Maria e Lazzaro, amici del Signore Memoria
30 S.
Pietro Crisologo, vescovo e dottore della Chiesa
31 S.
Ignazio di Loyola, sacerdote Memoria
1 S. Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e
dottore della
Chiesa Memoria
2 S. Eusebio di Vercelli,
vescovo
S. Pietro Giuliani
Eymard, sacerdote
4 S. Giovanni Maria Vianney,
sacerdote Memoria
5 Dedicazione della basilica
di S. Maria Maggiore
6 Trasfigurazione del Signore Festa
7 Ss. Sisto II, papa, e
compagni, martiri
S. Gaetano, sacerdote
8 S. Domenico, sacerdote Memoria
9
10 S. Lorenzo, diacono e martire Festa
11 S. Chiara, vergine Memoria
12 S. Giovanna Francesca de Chantal, religiosa
14 S. Massimiliano Maria Kolbe,
sacerdote e martire Memoria
15 Assunzione della beata vergine maria
Solennità
16 S. Stefano di Ungheria
17
18 Bb. Giovanni Battista di
Souzy, sacerdote, e compagni
martiri, (tra i quali i Bb.
Gervasio Brunel e Paolo Charles,
sacerdoti, ed Elia
Desgardin, monaco O.N.)
20 S. Bernardo, abate o.n. e dottore della Chiesa
Solennità
21 S. Pio X, papa Memoria
22 Beata Maria Vergine Regina
Nell’O.
Cist.: Memoria
23 S. Rosa da Lima, vergine
2
3 S.
Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa Memoria
4
5
6
7 B. Otone da Frisinga, vescovo O. N.
8 Nativita’ della Beata Vergine Maria Festa
9
S. Pietro Claver, sacerdote
10
B.
Oglerio, abate O.N.
11
12 S.
Pietro da Taranto, vescovo O.N.
Nell’O.Cist.: B. Vincenzo
Kadlunek, vescovo O.N.
11
12
13
14 S. Callisto
I, papa e martire
S. Margherita Maria Alacoque, vergine
18 S.
Luca,
evangelista Festa
19 Ss. Giovanni de Brébeuf e Isacco Jogues, sacerdoti,
e compagni, martiri
S. Paolo della Croce,
sacerdote
21
22
23 S. Giovanni da Capestrano,
sacerdote
15 S. Alberto Magno, vescovo e dottore della
Chiesa
17 S. Margherita di Scozia
17 Ss. Sarchia, Mafalda e
Teresa, monache O.N.
UFFICIO DIVINO
O
LITURGIA DELLE ORE
Prot. 1554/74, 25 giugno 1974
A. FRA I SALMI DELLE VIGILIE, SOPRATTUTTO NELLA
DOMENICA (SECONDO L’ANTICA TRADIZIONE), NEL MODO SEGUENTE:
Domenica 1ª hebd |
Dom. 2ª hebd |
Fer. II |
Fer. III |
Fer. IV |
Fer. V |
Fer. VI |
Sabato |
Noct.
I 3 + 94 1 e 2 6 e 7 9 |
Tutto a norma della Regola |
8+94 Gli altri salmi a norma della Regola |
10+94 Gli altri salmi a norma della Regola |
11+94 Gli altri salmi a norma della Regola |
12+94 Gli altri salmi a norma della Regola |
18+94 Gli altri salmi a norma della Regola |
19+94 Gli altri salmi a norma della Regola |
Noct.
II 13 e 14 15 e 16 17 |
|||||||
Noct III/118/1-4 |
B. FRA I SALMI DELLE ORE MINORI, NEL MODO SEGUENTE (SI
OMETTE IL SALMO 13):
|
Domenica |
Fer. II |
Fer. III |
Fer. IV |
Fer. V |
Fer. VI |
Sabato |
Terza |
118/1-4 |
118/11-13 |
118/20-22 |
8 9/2-13 |
14 15 |
17/2-16 |
119 120 121 |
Sesta |
118/5-7 |
118/14-16 |
1 2 6 |
9/14-39 |
16 |
17/17-31 |
122 123 124 |
Nona |
118/8-10 |
118/17-19 |
7 |
10 11 12 |
18 19 |
17/32-51 |
125 126 127 |
Altri schemi
DISTRIBUZIONE NUMERICA PER DUE SETTIMANE,
CON RIPETIZIONE DI ALCUNI SALMI
SCHEMA “A”
|
Domenica |
Fer. II |
Fer. III |
Fer. IV |
Fer. V |
Fer. VI |
Sabato |
|||||||||||
Sett. |
1ª |
2ª |
1ª |
2ª |
1ª |
2ª |
1ª |
2ª |
1ª |
2ª |
1ª |
2ª |
1ª |
2ª |
||||
Vigile |
3 + 94 20 21 22 23 26 27 28 29 |
133 1 2 7 8 9 10 11 12 16 14 18 15 19 17 25 24 |
133 30 36 32 33 39 34 43 44 38 45 40 46 |
133 47 58 48 59 49 60 51 61 52 65 54 67 55 57 70 |
133 68 72 73 83 71 74 77 76 78 79 |
133 80 81 82 86 88 84 92 85 97 93 98 95 99 96 102 |
133 100 102 103 104 106 105 108 |
|||||||||||
Lodi |
66 62 117 Cant* 148/149/ 150 |
116 50 5 35 Ct1 Ct2 148 |
116 6 41/2 56 Ct1 Ct2 149/150 |
116 50 64 63 Ct1 Ct2 148 |
116 31 87 89 Ct1 Ct2 149/150 |
116 50 53 75 Ct1 Ct2 148 |
116 37 91 142 Ct1 Ct2 149/150 |
|||||||||||
*Ct 1 = I cantici che si cantavano nell’inverno
nel Breviario cistercense Ct 2 = I cantici
che si cantavano in estate nel Breviario cistercense |
||||||||||||||||||
Vespri |
109 110 112 |
111 114 113 115 128 |
129 129 130 131 131 132 |
135 134 136 136 137 137 |
138 138 140 139 |
141 141 144 143 |
145 146 147 |
|||||||||||
Cantici del N.T. come nella Liturgia delle Ore romana |
||||||||||||||||||
Terza |
118/ 1-4 |
118/ 12/15 |
119 120 tutta la settimana 121 |
|||||||||||||||
Sesta |
118/ 5-7 |
118/ 16/18 |
122 123 tutta la settimana 124 |
|||||||||||||||
Nona |
118/ 8-11 |
118/ 19/20 |
125 126 tutta la settimana 127 |
|||||||||||||||
Compieta |
4 90 |
90 |
90 |
90 |
90 |
90 |
90 |
|||||||||||
Cantico de
Simeone |
||||||||||||||||||
DISTRIBUZIONE TEMATICA PER DUE SETTIMANE
CON RIPETIZIONE DI ALCUNI SALMI
SCHEMA “B”
settimana |
Domenica |
Fer. II |
Fer. III |
Fer. IV |
Fer. V |
Fer. VI |
Sabato |
||
1ª |
2ª |
1ª |
2ª |
1ª 2ª |
1ª 2ª |
1ª 2ª |
1ª 2ª |
1ª 2ª |
|
Vigilie |
94 |
133 |
133 |
133 |
133 |
133 |
133 |
||
|
17 28 29 30 24 33 26 65 27 |
13 36 34 53 51 14 10 105 104 |
43 55 69 61 70 76 74 138 81 93 |
77 106 60 11 73 41 42 80 |
57 25 58 48 59 78 9 82 141 143 144 |
3 12 7 16 15 54 88 108 139 |
1 8 71 18 79 44 84 45 86 47 102 84 |
||
Lodi |
66 50 117 |
116 49 102 5 35 |
116 72 38 83 56 |
116 101 85 63 64 |
116 100 31 87 89 |
116 6 62 75 91 |
116 37 39 142 |
||
Cant. A.T. (come nell’antico
breviario cistercense) o lettura biblica |
|||||||||
150 |
110 115 |
111 145 |
112 146 |
113 147 |
113b 148 |
114 149 |
|||
Nelle solennità e feste, alle Lodi, si prendono i sal
66, 62, 144, Cant., 150 |
|||||||||
Vespri |
109 2 |
18 19 47 20 |
67 103 |
45 135 134 143 |
136 32 140 40 |
21 68 |
44 22 137 71 |
||
Cantico del N.T. nella
Liturgia delle Ore romana o lettura del N.T. |
|||||||||
46 |
95 |
96 |
97 |
98 |
92 99 |
23 |
|||
Terza |
118/ 118/ 1-4 12/15 |
119 120 tutta la settimana 121 |
|||||||
Sesta |
118/ 118/ 5-7 16/18 |
122 123 124 |
128 129 130 |
122 123 124 |
128 129 130 |
122 123 124 |
128 129 130 |
||
Nona |
118/ 118/ 8-11 19-22 127 |
125 126 |
131 132 127 |
125 126 |
131 132 127 |
125 126 |
131 132 |
||
Compieta |
4 + 90 + Cant. |
||||||||
DISTRIBUZIONE TEMATICA PER UNA SETTIMANA
SENZA RIPETERE NESSUN SALMO
SCHEMA “C”
|
Domenica |
Fer. II |
Fer. III |
Fer. IV |
Fer. V |
Fer. VI |
Sabato |
Vigilie |
[invt.] 94 2 20 29 44 71 75 |
97 1 106 111 48 104 70 |
45 3 17 10 73 105 43 |
46 11 9 93 81 88 82 |
80 38 36 40 49 67 65 |
66 12 21 25 87 68 58 |
95 8 103 102 76 77 |
Lodi |
50 117 62 Cant. 116 |
6 5 35 Cant. A.T 145 |
101 42 56 Cant. A.T 146 |
37 63 64 Cant. A.T 147 |
31 99 89 Cant. A.T 148 |
129 85 107 Cant. A.T 149 |
142 91 100 Cant. A.T 150 |
Vespri |
109 110 113A 114-115 |
113B 28 96 137 |
131 134 47 86 |
32 135 98 112 |
39 61 7 128 |
136 138 141 27 |
143 144 |
Terza |
118/1-4 |
118/5-7 |
118/8-10 |
118/11-13 |
118/14-16 |
118/17-19 |
118/20-22 |
Sesta |
18 23 |
13 72 |
84 41 |
78 79 |
69 33 |
108 |
59 19 74 |
Nona |
22 83 92 |
119 120 121 |
122 123 124 |
125 126 127 |
54 |
34 |
57 51 52 |
Compieta |
4 90 133 |
24 130 132 |
60 26 |
138 |
53 140 55 |
30 |
14 15 |
Cantico de
Simeone |
|
Domenica |
Fer. II |
Fer. III |
Fer. IV |
Fer. V |
Fer. VI |
Sabbato |
Vigilie |
94 |
28 |
66 |
45 |
23 |
8 |
80 |
109 17 2 44 9 71 |
1 103 70 93 104 111 |
6 106 7 73 72 76 |
77a 77b 131 18 57 48 81 |
38 36 40 49 67 82 |
87 68 37 59 105 78 |
58 108 55 136 88 79 |
|
3Cant. AT |
|
|
|
|
|
|
|
Lodi |
92 3 29 Ct AT 146 147 |
99 62 100 Ct AT 134 |
97 89 64 Ct AT 116 |
96 35 56 Ct AT 149 |
46 75 5 Ct AT 148 |
95 50 63 Ct AT 145 |
98 142 91 Ct AT 150 |
Terza |
118 j-iv |
118 v-vij |
118 viij-x |
118 xj-xiij |
118 xiv-xvj |
118 xvij-xix |
118 xx-xxij |
Sesta |
117 a-b-c |
24 a-b-c |
41a-b 42 |
43 a-b-c |
54 a-b-c |
21 a-b-c |
34 a-b-c |
Nona |
135 a-b-c |
119-120-121 |
122-123-124 |
125-126-127 |
128-129-130 |
10-11-12 |
51-13-53 |
Vespri Come L.H |
112 113a 113b 114-115 Ct. Ap.19 |
32 60 27 47 Ct. Ef.1 |
74 139 25 144 Ct. Ap.4 |
102 85 84 86 Ct. Col.1 |
110 22 83 39 Ct. Ap.11 |
143 140 141 26 Ct. Ap.15 |
65 19 20 137 Ct. Fil.2 |
Compieta |
4-90-133 |
33 a-b-c |
138 a-b-c |
31-61-132 |
101 a-b-c |
30 a-b-c |
14-16-15 |
Sett.. |
Domenica |
Fer. II |
Fer. III |
Fer. IV |
Fer. V |
Fer. VI |
Sabbato |
|||||||
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
|
Vigilie |
94 |
28 |
66 |
45 |
23 |
8 |
80 |
|||||||
109 17 2 50a 50b 50c |
44 9 71 50a 50b 50c |
1 103 70 33a 33b 33c |
93 104 111 33a 33b 33c |
6 106 7 138a 138b 138c |
73 72 76 138a 138b 138c |
77a 77b 131 31 61 132 |
18 57 48 81 31 61 132 |
38 36 40 101a 101b 101c |
49 67 82 101a 101b 101c |
87 68 37 30a 30b 30c |
59 105 78 63a 63b 63c |
58 108 55 14 16 15 |
136 88 79 142a 142b 142c |
|
3 Cant. AT |
|
|
|
|
|
|
||||||||
Lodi |
92 3 Ct. AT 146 147 |
92 29 Ct. AT 146 147 |
99 62 Ct. AT 134 |
99 100 Ct. AT 134 |
97 89 Ct. AT 116 |
97 64 Ct. AT 116 |
96 35 Ct. AT 149 |
96 56 Ct. AT 149 |
46 75 Ct. AT 148 |
46 5 Ct. AT 148 |
95 50 Ct. AT 145 |
95 50 Ct. AT 145 |
98 91 Ct. AT 150 |
98 91 Ct. AT 150 |
Terza |
118 j-iv |
118 v-vij |
118 viij-x |
118 xj-xiij |
118 xiv-xvj |
118 xvij-xix |
118 xx-xxij |
|||||||
Sesta |
117 a-b-c |
24 a-b-c |
41a-b 42 |
43 a-b-c |
54 a-b-c |
21 a-b-c |
34 a-b-c |
|||||||
Nona |
135 a-b-c |
119-120-121 |
122-123- 124 |
125-126-127 |
128-129- 130 |
10-11-12 |
51-13-53 |
|||||||
Vespri |
112 113a 113b |
112 114 115 |
32 60 47 |
32 27 47 |
74 139 144 |
74 25 144 |
102 85 86 |
102 84 86 |
110 22 39 |
110 83 39 |
143 140 26 |
143 141 26 |
65 19 137 |
65 20 137 |
Come L.H |
Ct. Ap. 19,1-7 |
Ct. Ef. 1,3-10 |
Ct. Ap. 4,11… |
Ct. Col. 1,12-20 |
Ct Ap. 11 |
Ct Ap.15 |
Ct. Fil 2,6-11 |
|||||||
Compieta |
Ps. 4-90-133 |
Hebd. |
Domenica |
Fer. II |
Fer. III |
Fer. IV |
Fer. V |
Fer. VI |
Sabbato |
|||||||
|
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
Vigilie |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
|||||||
|
1 2 3 103a 103b 103c |
19 20 44 22 23 27 |
9a 9b 9c 10 13 49 |
57 ou52 58 93 104a 104b 104c |
7 74 81 36a 36b 36c |
17a 17b 17c 78 76 69 |
77a 77b 77c 77d 77e |
67a 67b 67c 82 ou53 43 86 |
51 52 48 25 70a 70b |
88a 88b 88c 38 39a 39b |
53 54 55 68a 68b 68c |
6 11 37 34a 34b 102 |
101a 101b 108 106a 106b 106c |
105a 105b 105c 73a 73b 59 |
|
3 Cant. |
|
|
|
|
|
|
|||||||
Lodi |
92 62 Ct. Dan. 3,57-88.56 150 |
46 29 Ct. Dan. 3,52-57 148 |
96 5 Ct 1 Cr. 29 28 |
98 35 Ct. Sir 36 95 |
41 42 Ct. Tob 13 32 |
18a 56 Ct. Is. 38 134 |
66 63 Ct. Gud. 16 64 |
80 83 Ct. I Sam. 2 97 |
100 87 Ct Ger. 31 145 |
8 89 Ct. Is.12 147 |
84 50 Ct. Is.45 116 |
75 50 Ct. Ab3 99 |
107 142 Ct Es. 15 146 |
91 79 Ct. Dt. 32 149 |
Terza |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
Sesta |
117 a-b-c |
135 a-b-c |
18b 16a-b |
118 x-xij |
24 a-b-c |
72 a-b-c |
118 j-iij |
118 xiij+xv-xvj |
118 iv-vj |
118 xvij-xix |
21 a-b-c |
30 a-b-c |
118 vij-ix |
118 xx-xxij |
Nona |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
Vespri |
109 110 112 |
109 113a 113b |
118 xiv 85a 85b |
12 47 14 |
129 40 136 |
131 143a 143b |
71a 71b 60 |
26a 26b 139 |
33a 33b 31 |
138a 138b 45 |
114 115 61 |
111 144a 144b |
140 141 137 |
15 65a 65b |
Come L.H |
Ct. Ap. 19,1-7 |
Ct. Ef. 1,3-10 |
Ct. Ap. 4,11… |
Ct. Col. 1,12-20 |
Ct Ap. 11 |
Ct Ap.15 |
Ct. Fil 2,6-11 |
|||||||
Compieta |
Ps. 4-90-133 |
. |
Domenica |
Fer. II |
Fer. III |
Fer. IV |
Fer. V |
Fer. VI |
Sabbato |
|||||||
Sett. |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
1a |
2a |
Vigilie |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
94 o 99, 66, 23 |
|||||||
|
1 2 3 103a 103b 103c |
19 20 44 22 23 27 |
9a 9b 9c 10 13 49 |
57 ou52 58 93 104a 104b 104c |
7 74 81 36a 36b 36c |
17a 17b 17c 78 76 69 |
77a 77b 77c 77d 77e |
67a 67b 67c 82 ou53 43 86 |
51 52 48 25 70a 70b |
88a 88b 88c 38 39a 39b |
53 54 55 68a 68b 68c |
6 11 37 34a 34b 102 |
101a 101b 108 106a 106b 106c |
105a 105b 105c 73a 73b 59 |
|
3 Cant. |
|
|
|
|
|
|
|||||||
Lodi |
92 62 Ct. Dan. 3,57-88.56 150 |
46 29 Ct. Dan. 3,52-57 148 |
96 5 Ct 1 Cr. 29 28 |
98 35 Ct. Sir 36 95 |
41 42 Ct. Tob 13 32 |
18a 56 Ct. Is. 38 134 |
66 63 Ct. Gud. 16 64 |
80 83 Ct. I Sam. 2 97 |
100 87 Ct Ger. 31 145 |
8 89 Ct. Is.12 147 |
84 50 Ct. Is.45 116 |
75 50 Ct. Ab3 99 |
107 142 Ct Es. 15 146 |
91 79 Ct. Dt. 32 149 |
Terza |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
119-120-121 |
125-126-127 |
Sesta |
117 a-b-c |
135 a-b-c |
18b 16a-b |
118 x-xij |
24 a-b-c |
72 a-b-c |
118 j-iij |
118 xiij+xv-xvj |
118 iv-vj |
118 xvij-xix |
21 a-b-c |
30 a-b-c |
118 vij-ix |
118 xx-xxij |
Nona |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
122-123-124 |
128-130-132 |
Vespri |
109 110 112 |
109 113a 113b |
118 xiv 85a 85b |
12 47 14 |
129 40 136 |
131 143a 143b |
71a 71b 60 |
26a 26b 139 |
33a 33b 31 |
138a 138b 45 |
114 115 61 |
111 144a 144b |
140 141 137 |
15 65a 65b |
Come L.H |
Ct. Ap. 19,1-7 |
Ct. Ef. 1,3-10 |
Ct. Ap. 4,11… |
Ct. Col. 1,12-20 |
Ct Ap. 11 |
Ct Ap.15 |
Ct. Fil 2,6-11 |
|||||||
Compieta |
Ps. 4-90-133 |
Antifona Mt
21, 9
Osanna al Figlio di Davide.
Benedetto
colui che viene nel nome del Signore:
O Re d'Israele!
Osanna nell'alto
dei cieli.
6. Il
sacerdote, dopo il consueto saluto ai fedeli, rivolge loro
una breve esortazione, per illustrare il significato del rito e per invitarli a una partecipazione attiva e consapevole. Lo può fare con queste parole o con altre simili:
Fratelli carissimi,
questa assemblea liturgica è
preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza
e con le opere di carità fin dall'inizio della Quaresima.
Gesù entra in Gerusalemme per
dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione.
Accompagniamo con fede e
devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo
la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua
risurrezione.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
che ti sei degnato di
scendere dal cielo sulla terra,
e di affrontare volontariamente
la tua passione
per liberare il genere umano
con il tuo sangue prezioso,
sii propizio ai voti della
tua Chiesa
e alle nostre preghiere.
Tu, infatti, Signore, mite
sedendo su di un mite asinello,
spontaneamente ti offristi
alla passione
per la nostra redenzione;
e mentre la strada veniva
coperta di rami di ulivo
a gara dalla folla dei
discepoli
e dagli altri che accorrevano
on rami di palme
e con esclamazioni di lode,
esultando e gridando:
“Osanna al Figlio di Davide;
benedetto colui che viene nel
nome del Signore!”,
ti si preparava la via verso
il monte degli ulivi.
Se i fratelli
portano i rami di ulivo, a piacere si può recitare quanto segue:
[Tu un giorno hai guidato Noé
nell’arca
sulle acque del diluvio, e
per mezzo di una colomba
hai voluto annunciare la pace
tornata sulla terra.
Anche il Patriarca Giacobbe
mentre erigeva un altare alla
tua gloria
dai rami di quest’albero
sparse l’olio di benedizione
sulla sua sommità,
olio con il quale hai unto i
tuoi re e i tuoi profeti.
Tu sei infatti il Cristo, il
Figlio di Dio;
a Te si addice il frutto dell’unzione
e della pace,
in lode del quale cantò il
salmista dicendo:
Dio ti ha unto, il tuo Dio,
con olio di esultanza].
Perciò supplici ti preghiamo,
Signore,
benedici B questi rami,
che i tuoi servi prendono in
onore del tuo nome;
e come un giorno le folle ti
vennero incontro,
uscendo con i rami,
anche noi corriamo incontro a
Te
portando ramoscelli,
per entrare con Te nel gaudio
eterno.
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli.
R. Amen.1
Oppure:
Preghiamo.
O Dio onnipotente ed eterno,
benedici + questi rami [di
ulivo],
e concedi a noi tuoi fedeli,
che accompagniamo esultanti
il Cristo,
nostro Re e Signore,
di giungere con lui alla
Gerusalemme del cielo.
Egli vive e regna nei secoli
dei secoli.
R. Amen.
Oppure :
Preghiamo.
Accresci, o Dio, la fede di
chi spera in te,
e concedi a noi tuoi fedeli, che
rechiamo questi rami
in onore di Cristo
trionfante,
di rimanere uniti a lui,
per portare frutti di opere
buone.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
+ Dal vangelo secondo Matteo 21, 1-11
Quando furono vicini a Gerusalemme, e giunsero presso Betfage, verso il
monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate nel
villaggio che vi sta di fronte: subito troverete un’asina legata e con essa un
puledro. Scioglieteli e conduceteli a me. Se qualcuno poi vi dirà qualche cosa,
risponderete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà subito”». Ora questo
avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta: «Dite
alla figlia di Sion: Ecco, il tuo re viene a te mite, seduto su un’asina, con
un puledro figlio di bestia da soma». I discepoli andarono e fecero quello che
aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i
mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla numerosissima stese i suoi
mantelli sulla strada mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano
sulla via. La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro, gridava:
«Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Osanna nel più alto dei cieli!».
Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente
si chiedeva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù,
da Nazaret di Galilea». – Parola del Signore.
Anno B:
+ Dal vangelo secondo Marco 11, 1-10
Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Betfage e Betània, presso
il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate
nel villaggio che vi sta di fronte: e subito troverete un asinello legato, sul
quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo a me. E se qualcuno vi
dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo
rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla
strada, e lo sciolsero. E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa
fate, sciogliendo questo asinello?». Ed essi risposero come aveva detto loro il
Signore. E li lasciarono fare.
Essi condussero l’asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro
mantelli, ed egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla
strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che
andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: «Osanna! Benedetto
colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene del nostro
padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!». – Parola del Signore.
Oppure:
+ Dal vangelo secondo Giovanni 12, 12-16
In quel tempo la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù
veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:
«Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!».
Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: «Non
temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro
d'asina». Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando
Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui e
questo gli avevano fatto. — Parola del Signore
Anno C:
+ Dal vangelo secondo Luca 19, 28-40
In quel tempo, Gesù proseguì avanti
agli altri salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Betfage e a Betània,
presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel
villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è
mai salito; scioglietelo e portatelo qui. E se qualcuno vi chiederà:
"Perché lo sciogliete?", direte così: "II Signore ne ha
bisogno"». Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto. Mentre
scioglievano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché sciogliete il
puledro?». Essi risposero; «II Signore ne ha bisogno». Lo condussero allora da
Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Via via che
egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla
discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando,
cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto,
dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!». Alcuni farisei tra la folla gli dissero:
«Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Vi dico che, se
questi taceranno, grideranno le pietre». — Parola, del Signore.
9. Dopo il Vangelo si può fare, secondo le
circostanze, una breve omelia. Ha quindi inizio la processione verso la chiesa,
nella quale si celebra
10. Se si usa l'incenso, precede il turiferario con il turibolo fumigante; segue il crocifero con la croce ornata a festa; ai suoi lati, due ministranti con le candele accese; poi il sacerdote con i ministri e, dietro a loro, i fratelli e i fedeli con in mano i rami benedetti.
Durante la processione si cantano le antifone seguenti, o altri canti
adatti.
Antifona
Le folle degli Ebrei,
portando rami d'ulivo, andavano incontro al Signore e acclamavano a gran voce:
« Osanna nell'alto dei cieli ».
Questa antifona si
può, eventualmente, alternare con i versetti del Salmo 23.
Salmo 23
Del Signore è la terra e
quanto contiene, *
l'universo e i suoi abitanti.
È lui che l'ha fondata sui
mari *
e sui fiumi l'ha stabilita.
Chi salirà il monte del
Signore? *
Chi starà nel suo luogo
santo?
Chi ha mani innocenti e cuore
puro, *
chi non pronunzia menzogna,
chi non giura a danno del suo
prossimo.
Otterrà benedizione dal
Signore, *
giustizia da Dio, sua
salvezza.
Ecco la generazione che lo
cerca, *
che cerca il tuo volto, Dio
di Giacobbe.
Sollevate, porte, i vostri
frontali,
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il Re della gloria
Chi è questo Re della gloria?
*
Il Signore forte e potente,
il Signore potente in
battaglia.
Sollevate, porte, i vostri
frontali,
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il Re della gloria.
Chi è questo Re della gloria?
*
Il Signore degli eserciti è
il Re della gloria.
Antifona
Le folle degli Ebrei lungo la
strada stendevano i mantelli, e acclamavano a gran voce: « Osanna al Figlio di
Davide. Benedetto colui che viene nel nome del Signore ».
Questa antifona si
può, eventualmente, alternare con i versetti del Salmo 46.
Salmo 46
Applaudite, popoli tutti, *
acclamate Dio con voce di
gioia;
perché terribile è il
Signore, l'Altissimo, *
Re grande su tutta la terra.
Egli ci ha assoggettati i popoli,
*
ha messo le nazioni sotto i
nostri piedi.
La nostra eredità ha scelto
per noi, *
vanto di Giacobbe suo
prediletto.
Ascende Dio tra le
acclamazioni, *
il Signore al suono di
tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni; *
cantate inni al nostro Re, cantate
inni;
perché Dio è Re di tutta la
terra, *
cantate inni con arte.
Dio regna sui popoli, *
Dio siede sul suo trono
santo.
I capi dei popoli si sono
raccolti *
con il popolo del Dio di
Abramo,
perché di Dio sono i potenti
della terra: *
Egli è l'Altissimo.
Inno a Cristo Re: Gloria
laus
Schola :
Gloria a te, lode in eterno, Cristo
re, Salvatore,
come i fanciulli un tempo dissero
in coro: Osanna.
Tutti:
Gloria a te, lode in eterno, Cristo
re, Salvatore,
come i fanciulli un tempo dissero
in coro: Osanna.
Schola :
Tu sei il re d'Israele, di
Davide l'inclita prole,
che, in nome del Signore, Re
benedetto vieni.
Tutti:
Gloria a te, lode in eterno, Cristo
re, Salvatore,
come i fanciulli un tempo dissero
in coro: Osanna.
Schola:
Tutti gli angeli in coro ti
lodan nell'alto dei deli,
lodan te sulla terra uomini e
cose insieme.
Tutti:
Gloria a te, lode in eterno, Cristo
re, Salvatore,
come i fanciulli un tempo dissero
in coro: Osanna.
Schola:
Tutto il popolo ebreo recava
a te incontro le palme,
or con preghiere e voti,
canti eleviamo a te.
Tutti:
Gloria a te, lode in eterno,
Cristo re, Salvatore,
come i fanciulli un tempo
dissero in coro osanna.
Schola:
A te che andavi a morte
levavano il canto di lode,
ora te nostro Re, tutti
cantiamo in coro.
Tutti:
Gloria a te, lode in eterno, Cristo
re, Salvatore,
come i fanciulli un tempo dissero
in coro: Osanna.
Schola:
Ti furono accetti, tu accetta
le nostre preghiere,
Re buono, Re clemente, cui
ogni bene piace.
Tutti:
Gloria a te, lode in eterno, Cristo
re, Salvatore,
come i fanciulli un tempo dissero
in coro: Osanna.
UN’ALTRA FORMA DI PROCESSIONE:
PROCESSIONE CON STAZIONE VICINO ALLA CROCE.
11. Nell’ora competente, la croce
processionale (senza il velo), viene collocata nel chiostro vicino alla porta,
o in un altro luogo adatto. Dopo l’omelia nel capitolo, si ordina la
processione senza la croce processionale, con innanzi il celebrante principale
con gli altri concelebranti e con i ministri. Prima di arrivare alla porta
della chiesa, si fa la stazio davanti alla croce. Mentre tutti si inginocchiano,
il cantore impone l’antifona Ave Rex noster, o qualche altro
canto adatto di acclamazione, che tutti proseguono fino al termine.
All’ingresso della chiesa, la croce viene portata davanti alla processione.
12. Mentre
R. Mentre il Cristo entrava nella città santa,
la folla degli Ebrei,
preannunziando la risurrezione
del Signore della vita, *
agitava rami di palma e
acclamava:
« Osanna nell'alto dei cieli
».
V.. Quando fu annunziato
che Gesù veniva a
Gerusalemme,
il popolo uscì per andargli
incontro *
e agitando rami di palma acclamava:
« Osanna nell'alto dei cieli
».
13. Entrando nella chiesa, i sacerdoti
concelebranti vanno davanti al celebrante principale.
14. Il sacerdote, giunto all'altare, fa la
debita riverenza, lo bacia ed eventualmente lo
incensa. Si reca poi alla
sede (depone il piviale e indossa la casula) ; tralasciando i riti di introduzione, conclude la processione
con l'orazione (o colletta) della Messa.
15. Dove
non si può fare
I fratelli ed i restanti fedeli si riuniscono, o davanti alla porta
della chiesa, oppure nella stessa chiesa, avendo i rami nelle mani. Il
celebrante principale, i con celebranti, i ministri ed i fedeli si avvicinano
ad un posto adatto della chiesa, fuori del presbiterio, nel quale, almeno la
maggior parte di coloro che assistono, possano vedere il rito.
Mentre il celebrante principale e gli altri si avvicinano a detto
posto, si canta l'antifona Hosanna o
un altro canto appropriato. Poi si porta a termine la benedizione dei rami e si
proclama il Vangelo dell'entrata del Signore in Gerusalemme, come si spiega nei
nn. 6-8. Dopo il Vangelo, il celebrante principale va solennemente in
processione coi con celebranti, i ministri ed il gruppo di fedeli, per la
chiesa verso il presbiterio, mentre si canta il responsorio Ingrediente Domino (n.
12) o un altro canto appropriato.
Quando arrivano
all'altare, i con celebranti ed il celebrante principale lo venerano. Quindi si
dirigono alla sede assegnata ad ognuno e, omesso tutto il resto, il celebrante
principale dice la colletta della Messa, che dopo prosegue nella maniera abituale.
SECONDA FORMA: INGRESSO SEMPLICE.
16. In tutte le Messe di
questa domenica — eccettuata
17. Mentre il sacerdote si
reca all'altare, si esegue l'antifona d'ingresso con il salmo (n. 18), o un
altro canto sul medesimo tema. Giunto all'altare, il sacerdote fa la debita riverenza,
lo bacia, si reca alla sede e rivolge il saluto al popolo;
Nelle Messe in cui non è possibile eseguire
il canto d'ingresso, il sacerdote, giunto all'altare, fa la debita riverenza,
lo bacia, quindi rivolge al popolo il saluto e legge l'antifona d'ingresso.
Allo stesso modo si comporta il sacerdote
nella Messa senza il popolo.
18. Antifona
d’'ingresso
Sei giorni prima
della solenne celebrazione
della Pasqua,
quando il Signore entrò in
Gerusalemme,
gli andarono incontro i
fanciulli:
portavano in mano rami di
palma,
e acclamavano a gran voce:
« Osanna nell'alto dei cieli:
Gloria a te che vieni,
pieno di bontà e di misericordia
».
Sal 23, 9-10
Sollevate, porte, i vostri
frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il Re della gloria.
Chi è questo Re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il Re della gloria.
« Osanna nell'alto dei cieli
:
Gloria a te che vieni,
pieno di bontà e di
misericordia ».
Messa
19. Dopo la processione o l'ingresso solenne,
il sacerdote inizia
20. Colletta
O Dio onnipotente ed eterno,
che hai dato come modello
agli uomini
il Cristo tuo Figlio, nostro
Salvatore,
fatto uomo e umiliato fino
alla morte di croce,
fa' che abbiamo sempre
presente
l'insegnamento della sua
passione,
per partecipare alla gloria
della risurrezione.
Egli è Dio e vive e regna con
te,
nell'unità dello Spirito
Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
21. Alla lettura della Passione del Signore
non si premette né il saluto, né il segno di croce sul libro, né l'incenso; non
si usano le candele. Il diacono o, in sua assenza, il sacerdote, legge la narrazione
della Passione del Signore; la possono leggere anche dei lettori laici,
riservando, se è possibile, al sacerdote la parte del Cristo.
Soltanto i diaconi, prima della lettura della Passione,
chiedono la benedizione al celebrante, come di consueto prima del Vangelo.
22. Dopo la lettura della Passione del
Signore si tiene, secondo l'opportunità, una breve omelia.
Si dice il Credo.
23. Sulle Offerte
O Dio onnipotente, la
passione del tuo unico Figlio
affretti il giorno del tuo
perdono;
non lo meritiamo per le
nostre opere,
ma l'ottenga dalla tua
misericordia
questo unico mirabile
sacrificio.
24. Prefazio
V. Il
Signore sia con voi
R. E
con il tuo spirito.
V. In
alto i nostri cuori.
R. Sono
rivolti al Signore.
V. Rendiamo
grazie al Signore, nostro Dio.
R. È
cosa buona e giusta.
E’ veramente cosa buona e
giusta,
nostro dovere e fonte di
salvezza,
rendere grazie sempre e in
ogni luogo a te,
Signore, Padre santo, Dio
onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Egli, che era senza peccato,
accettò la passione per noi
peccatori
e, consegnandosi a
un'ingiusta condanna,
portò il peso dei nostri
peccati.
Con la sua morte lavò le
nostre colpe
e con la sua risurrezione ci
acquistò la salvezza.
A lui il cielo e la terra,
gli Angeli e gli Arcangeli
innalzano l'inno di lode:
Santo, Santo, Santo …
25. Antifona
alla Comunione Mt
26, 42
«Padre, se questo calice non
può passare
senza che io lo beva, sia
fatta la tua volontà.
26. Dopo
Signore, che ci hai saziati
con i tuoi santi doni,
e con la morte del tuo Figlio
ci fai sperare nei beni in
cui crediamo,
fa' che per la sua
risurrezione
possiamo giungere
alla mèta della nostra
speranza.
Per Cristo nostro Signore.
Messa
vespertina. Nella Cena del Signore
Secondo
un'antichissima tradizione della Chiesa in questo giorno sono vietate tutte le
Messe senza il popolo.
Sul
far della sera, nell'ora più opportuna, si celebra
La
santa comunione ai fedeli si può dare soltanto durante
Riti di introduzione e liturgia
della Parola
Di null’altro mai
ci glorieremo
se non della croce di Gesù
Cristo, nostro Signore:
egli è la nostra salvezza,
vita e risurrezione;
per mezzo di lui siamo stati
salvati e liberati.
O Dio, che ci hai riuniti per
celebrare la santa Cena
nella quale il tuo unico
Figlio,
prima di consegnarsi alla
morte,
affidò alla Chiesa il nuovo
ed eterno sacrificio,
convito nuziale del suo
amore,
fa' che dalla partecipazione
a così grande mistero
attingiamo pienezza di carità
e di vita.
Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
E tra loro sorse anche una discussione: chi di essi doveva
essere considerato il più grande.
Egli disse loro: « I re governano sui loro popoli e quelli
che hanno il potere su di essi si fanno chiamare benefattori. Voi però non
agite così; ma chi tra voi è il più grande diventi come il più piccolo e chi
governa diventi come quello che serve. Chi è infatti più grande: chi siede a
tavola o chi sta a servire? Non è forse chi siede a tavola? Eppure io sono in
mezzo a voi come uno che serve.
Voi siete quelli che sono rimasti con me nelle mie prove. Ora,
io preparo per voi un regno come il Padre l'ha preparato per me, affinché
mangiate e beviate alla tavola nel mio regno. E siederete sui troni per
giudicare le dodici tribù d'Israele ».
Liturgia
eucaristica
Concedi
a noi tuoi fedeli, Signore,
di partecipare degnamente ai
santi misteri,
perché ogni volta che
celebriamo
questo memoriale del
sacrificio del Signore,
si compie l'opera della
nostra redenzione.
Per Cristo nostro Signore.
In comunione con tutta
celebriamo il giorno
santissimo
nel quale Gesù Cristo nostro
Signore
fu consegnato alla morte per noi,
e ricordiamo e veneriamo
anzitutto la gloriosa e
sempre vergine Maria,
Madre del nostro Dio e Signore
Gesù Cristo,
san Giuseppe, suo sposo,
i santi apostoli e martiri:
Pietro e Paolo, Andrea,
[Giacomo, Giovanni,
Tommaso, Giacomo, Filippo,
Bartolomeo, Matteo, Simone e
Taddeo,
Lino, Cleto, Clemente, Sisto,
Cornelio e Cipriano, Lorenzo,
Crisogono,
Giovanni e Paolo, Cosma e
Damiano]
e tutti i santi;
per i loro meriti e le loro
preghiere
donaci sempre aiuto e
protezione.
(Per Cristo, nostro Signore)
Con
le braccia allargate prosegue:
Accetta con benevolenza, o
Signore,
l'offerta che ti presentiamo
noi tuoi ministri e tutta la
tua famiglia,
nel giorno in cui Gesù Cristo
nostro Signore
affidò ai suoi discepoli
il mistero del suo Corpo e
del suo Sangue,
perché lo celebrassero in sua
memoria.
Disponi nella tua pace i
nostri giorni,
salvaci dalla dannazione
eterna,
e accoglici nel gregge degli
eletti.
Congiunge
le mani.
(Per Cristo nostro Signore.
Amen)
Tenendo
le mani aperte sulle offerte dice:
Santifica, o Dio, questa
offerta
con la potenza della tua
benedizione,
e degnati di accettarla a
nostro favore,
in sacrificio spirituale e
perfetto,
perché diventi per noi
il corpo e il sangue del tuo
amatissimo Figlio,
il Signore nostro Gesù Cristo.
Congiunge
le mani.
In questo giorno, vigilia
della sua passione, sofferta per la salvezza nostra e del mondo intero,
prende il pane, e tenendolo alquanto sollevato sull'altare, prosegue:
egli prese il pane
nelle sue mani sante e
venerabili,
alza gli occhi,
e alzando gli occhi al cielo
a te Dio Padre suo
onnipotente,
rese grazie con la preghiera
di benedizione,
spezzò il pane, lo diede ai
suoi discepoli, e disse:
inchinandosi leggermente
prendete,
e mangiatene tutti:
questo
è il mio corpo
offerto
in sacrificio per voi.
Il
resto, come nel Canone Romano.
« Questo è il mio corpo, che
è per voi;
questo calice è la nuova
alleanza nel mio sangue,
dice il Signore »:
« ogni volta che ne mangiate
e ne bevete,
fatelo in memoria di me ».
Padre onnipotente,
che nella vita terrena ci nutri
alla Cena del tuo Figlio,
accoglici come tuoi
commensali
al banchetto glorioso del
cielo.
Per Cristo nostro Signore.
Reposizione del Santissimo Sacramento
Venerdì
Santo
Celebrazione della Passione del Signore
In
questo giorno la santa comunione ai fedeli viene distribuita soltanto durante
la celebrazione della Passione del Signore; ai malati, che non possono prendere
parte a questa celebrazione, si può portare la comunione in qualunque ora del
giorno.
Orazione (Non dire Preghiamo)
Ricordati, Padre, della tua
misericordia;
santifica e proteggi sempre
questa tua famiglia,
per la quale Cristo, tuo
Figlio,
inaugurò nel suo sangue il mistero
pasquale.
Egli vive e regna nei secoli
dei secoli.
Oppure :
O Dio, che con la passione
del Cristo nostro Signore
ci hai liberati dalla morte,
eredità dell'antico peccato
trasmessa a tutto il genere
umano,
rinnovaci a somiglianza del
tuo Figlio;
e come abbiamo portato in
noi, con la nostra nascita,
l'immagine dell'uomo terreno,
così per l'azione del tuo
Spirito,
fa' che portiamo l'immagine
dell'uomo celeste.
Per Cristo nostro Signore.
Parte prima: Liturgia della
parola
PREGHIERA UNIVERSALE
Per
tutto il tempo della preghiera universale, i fedeli possono rimanere in
ginocchio o in piedi.
I. Per la santa Chiesa
Preghiamo, fratelli
carissimi, per la santa Chiesa di Dio:
il Signore le conceda unità e
pace,
la protegga su tutta la
terra,
e doni a noi, in una vita
serena e tranquilla,
di rendere gloria a Dio Padre
onnipotente.
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote continua:
Dio onnipotente ed eterno,
che hai rivelato in Cristo la
tua gloria a tutte le genti,
custodisci l'opera della tua
misericordia,
perché la tua Chiesa, diffusa
su tutta la terra,
perseveri con saldezza di
fede
nella confessione del tuo
nome.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
II. Per il Papa
Preghiamo il Signore
per il nostro Santo Padre il
Papa N.
il Signore Dio nostro,
che lo ha scelto nell'ordine
episcopale,
gli conceda vita e salute
e lo conservi alla sua santa
Chiesa,
come guida e pastore del
popolo santo di Dio.
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote continua:
Dio onnipotente ed eterno,
sapienza che regge
l'universo,
guarda benigno alle nostre
preghiere,
e custodisci con la tua bontà
il Papa che tu hai scelto per
noi,
perché il popolo cristiano,
da te affidato alla sua guida
pastorale,
progredisca sempre nella
fede.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
III. Per tutti gli ordini sacri e per tutti i fedeli
Preghiamo per il nostro
Vescovo N.,
per tutti i Vescovi,
sacerdoti e diaconi,
per tutti coloro che svolgono
un ministero nella Chiesa
e per tutto il popolo di Dio.
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote continua:
Dio onnipotente ed eterno
che con il tuo Spirito guidi
e santifichi
tutto il corpo della Chiesa,
ascolta le preghiere che ti
rivolgiamo
perché secondo il dono della
tua grazia
tutti i membri della comunità
nel loro ordine e grado
ti possano fedelmente
servire.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
IV. Per i catecumeni
Preghiamo per i [nostri]
catecumeni:
il Signore, Dio nostro,
illumini i loro cuori
e apra loro la porta della
sua misericordia,
perché mediante l'acqua del
Battesimo
ricevano il perdono di tutti
i peccati
e siano incorporati in Cristo
Gesù, nostro Signore.
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote continua:
Dio onnipotente ed eterno,
che rendi la tua Chiesa
sempre feconda di nuovi figli,
aumenta nei [nostri]
catecumeni
l'intelligenza della fede,
perché, nati a vita nuova nel
fonte battesimale,
siano accolti fra i tuoi
figli di adozione.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
V. Per l'unità dei cristiani
Preghiamo per tutti i
fratelli che credono in Cristo:
il Signore Dio nostro conceda
loro
di vivere la verità che
professano
e li raduni e li custodisca
nell'unica sua Chiesa.
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote continua:
Dio onnipotente ed eterno,
che riunisci i dispersi
e li custodisci nell'unità,
guarda benigno al gregge del
tuo Figlio,
perché coloro che sono stati
consacrati
da un solo Battesimo
formino una sola famiglia
nel vincolo dell'amore e
della vera fede.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
VI. Per gli Ebrei
Preghiamo per gli Ebrei:
il Signore Dio nostro,
che un tempo parlò ai loro
padri,
li aiuti a progredire sempre
nell'amore del suo nome
e nella fedeltà alla sua
alleanza.
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote continua:
Dio onnipotente ed eterno,
che hai fatto le tue promesse
ad Abramo e alla sua
discendenza,
ascolta benigno la preghiera
della tua Chiesa,
perché quello che un tempo fu
il tuo popolo eletto
possa giungere alla pienezza
della redenzione.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
VII. Per i non cristiani
Preghiamo per coloro che non
credono in Cristo,
perché illuminati dallo
Spirito Santo,
possano entrare anch'essi
nella via della salvezza.
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote continua:
Dio onnipotente ed eterno,
fa' che gli uomini che non
conoscono il Cristo
possano conoscere la verità
camminando alla tua presenza
in sincerità di cuore,
e a noi tuoi fedeli
concedi di entrare
profondamente
nel tuo mistero di salvezza
e di viverlo con una carità
sempre più grande tra noi,
per dare al mondo
una testimonianza credibile
del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
VIII. Per coloro che non credono in Dio
Preghiamo per coloro che non
credono in Dio,
perché, vivendo con bontà
e rettitudine di cuore,
giungano alla conoscenza del
Dio vero.
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote continua:
Dio onnipotente ed eterno,
tu hai messo nel cuore degli
uomini
una così profonda nostalgia
di te,
che solo quando ti trovano
hanno pace:
fa' che, al di là di ogni
ostacolo,
tutti riconoscano i segni
della tua bontà
e, stimolati dalla
testimonianza della nostra vita,
abbiano la gioia di credere
in te,
unico vero Dio e padre di
tutti gli uomini.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
IX. Per i governanti
Preghiamo per coloro che sono
chiamati
a governare la comunità
civile,
perché il Signore nostro Dio
illumini la loro mente e il
loro cuore
a cercare il bene comune
nella vera libertà e nella
vera pace.
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote continua:
Dio onnipotente ed eterno,
nelle tue mani sono le
speranze degli uomini
e i diritti di ogni popolo:
guarda benigno a coloro che
ci governano,
perché, con il tuo aiuto,
promuovano su tutta la terra
una pace duratura,
il progresso sociale
e la libertà religiosa.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
X. Per i tribolati
Preghiamo, fratelli
carissimi,
Dio Padre onnipotente,
perché liberi il mondo da
ogni disordine:
allontani le malattie, scacci
la fame,
renda libertà ai prigionieri,
giustizia agli oppressi,
conceda sicurezza a chi
viaggia,
il ritorno ai lontani da
casa,
la salute agli ammalati,
ai morenti la salvezza
eterna.
Preghiera in silenzio; poi il sacerdote continua:
Dio onnipotente ed eterno,
conforto degli afflitti,
sostegno dei tribolati,
ascolta il grido dell'umanità
sofferente,
perché tutti si rallegrino
di avere ricevuto nelle loro
necessità
il soccorso della tua
misericordia.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Parte
seconda:
Adorazione
della santa Croce
Per il rito della «
ostensione » della Croce, vengono proposte due forme : si scelga la più adatta
alle esigenze pastorali.
PRIMA FORMA DELL’OSTENSIONE DELLA CROCE
Terminato il canto,
tutti s'inginocchiano e fanno una breve orazione in silenzio.
Se la croce è scoperta, possono
cantarsi gli Improperi prima di mostrare
UN'ALTRA FORMA DI OSTENSIONE DELLA CROCE
Terminato il canto, tutti s'inginocchiano e fanno una breve orazione in
silenzio, mentre il sacerdote, in piedi, tiene elevata
Il
sacerdote scopre poi il braccio destro della Croce; elevando
Infine
scopre interamente
Nel fare
l'ostensione della Croce, il sacerdote dice:
Ecco il legno della Croce,
a cui fu appeso il Cristo,
Salvatore del mondo.
R. Venite,
adoriamo.
ADORAZIONE
DELLA SANTA CROCE
Uno o due Cantori:
Popolo mio che male ti ho
fatto? In che ti ho provocato?
Dammi risposta.
Io ti ho guidato fuori
dall'Egitto,
e tu hai preparato
Due fratelli:
Hàgios o Theós. S’inginocchiano, venerando
In piedi
Agios ischyros. Agios athanatos, eleison imas.
Tutti
Sanctus Deus. Tutti s’inginocchiano.
In piedi
Sanctus fortis. Sanctus
immortàlis, miserére nobis
Uno o due Cantori
Perché ti ho guidato
quarant'anni nel deserto,
ti ho sfamato con manna,
ti ho introdotto in paese
fecondo,
tu hai preparato
Due fratelli: Agios. Tutti: Sanctus.
Uno o due Cantori
Che altro avrei dovuto fare e
non ti ho fatto?
Io ti ho piantato, mia scelta
e florida vigna,
ma tu mi sei divenuta aspra e
amara:
poiché mi hai spento la sete
con aceto,
e hai piantato una lancia nel
petto del tuo Salvatore.
Due fratelli: Agios. Tutti:
Sanctus.
1 e 2 (cioè tutti) Antifona
O Croce della nostra
salvezza, albero tanto glorioso,
un altro non v'è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale.
Per noi dolce legno, che
porti appeso il Signore del mondo.
1 (cioè cantore o schola) Inno
Esalti ogni lingua nel canto
lo scontro e la grande vittoria,
e sopra il trofeo della Croce
proclami il suo grande trionfo,
poiché il Redentore del mondo
fu ucciso e fu poi vincitore
2 (cioè assemblea)
O Croce di nostra salvezza,
albero tanto glorioso,
un altro non v'è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale.
1 D'Adamo comprese l'inganno e
n'ebbe il Signore pietà,
quando egli del frutto proibito
gustò e la morte lo colse.
Un albero scelse, rimedio al
male dell'albero antico
1 La nostra salvezza doveva venire nel corso
dei tempi,
doveva divina sapienza domare
l'antico nemico,
2 O Croce di nostra salvezza, albero tanto glorioso,
un altro non v'è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale
1 E quando il momento fu giunto del tempo
fissato da Dio, ci venne qual dono del Padre il Figlio, Creatore del mondo;
agli uomini venne, incarnato
nel grembo della Vergine Madre
2 O Croce di nostra salvezza, albero
tanto glorioso,
un altro non v'è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale
1 Compiuti trent'anni e conclusa la vita
mortale, il Signore
offriva se stesso alla morte per
noi, Redentore del mondo;
in croce è innalzato
l'Agnello, e viene immolato per noi
2 O Croce di nostra salvezza, albero tanto
glorioso,
un altro non v'è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale
1 Or piega i tuoi rami frondosi, distendi le
rigide fibre,
s'allenti quel rigido legno
che porti con te per natura;
accogli su un morbido tronco
le membra del Cristo Signore
2 O Croce di nostra salvezza, albero tanto
glorioso,
un altro non v'è nella selva,
di rami e di fronde a te uguale
1 e 2
Al Padre sia gloria ed al Figlio, e
gloria allo Spirito Santo: eterna sia gloria per sempre all'Unico e Trino Signore;
il suo amore il mondo ha redento, e sempre il suo amore lo salva. Amen.
Adoriamo la tua Croce,
Signore,
lodiamo e glorifichiamo la
tua santa risurrezione.
Parte terza: Santa Comunione
Obbedienti alla parola del
Salvatore
e formati al suo divino
insegnamento, osiamo dire:
Il
sacerdote, con le braccia allargate, dice insieme al popolo:
Padre nostro, che sei nei
cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane
quotidiano,
e rimetti a noi i nostri
debiti
come noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non ci indurre in
tentazione,
ma liberaci dal male.
Il
sacerdote, con le braccia allargate, da solo continua:
Liberaci, o Signore, da tutti
i mali,
concedi la pace ai nostri
giorni,
e con l'aiuto della tua
misericordia
vivremo sempre liberi dal
peccato
e sicuri da ogni turbamento,
nell'attesa che si compia la
beata speranza
e venga il nostro salvatore
Gesù Cristo.
Congiunge
le mani. Il popolo conclude la preghiera con l'acclamazione:
Tuo è il regno, tua la
potenza e la gloria nei secoli.
La comunione con il tuo Corpo
e il tuo Sangue,
Signore Gesù Cristo,
non diventi per me giudizio
di condanna,
ma per tua misericordia
sia rimedio e difesa dell’anima
e del corpo.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
che hai rinnovato il mondo
con la gloriosa morte e
risurrezione del tuo Cristo,
conserva in noi
l'opera della tua
misericordia,
perché la partecipazione a
questo grande mistero
ci consacri per sempre al tuo
servizio.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen
Sul popolo
Scenda, Signore, la tua
benedizione
su questo popolo,
che ha commemorato la morte
del tuo Figlio
nella speranza di risorgere
con lui;
venga il perdono e la
consolazione,
si accresca la fede,
si rafforzi la certezza nella
redenzione eterna.
R. Amen.
E l'assemblea si
scioglie in silenzio. A tempo opportuno si spoglia l'altare.
Sabato Santo
Il
Sabato santo,
Domenica di Pasqua «in
Resurrectione Domini»
VEGLIA
PASQUALE NELLA NOTTE SANTA
1.
Per antichissima tradizione questa
è « la notte di veglia in onore del Signore » (Es 12, 42). I fedeli, portando
in mano — secondo l'ammonizione del Vangelo (Lc 12, 35 ss.) — la lampada accesa,
assomigliano a coloro che attendono il Signore al suo ritorno, in modo che,
quando egli verrà, li trovi ancora vigilanti e li faccia sedere alla sua mensa.
2.
3.
L'intera celebrazione della Veglia
pasquale si svolge di notte: essa quindi deve o cominciare dopo l'inizio della
notte, o terminare prima dell'alba della domenica.
4.
Coloro che partecipano alla Messa della notte possono di nuovo ricevere
la comunione nella seconda Messa di Pasqua.
5.
Chi celebra o concelebra
6.
Il sacerdote e i ministri
indossano le vesti di colore bianco, come per
Si preparino candele per tutti coloro che partecipano alla Veglia.
PARTE
PRIMA
solenne inizio della veglia o «lucernario»
Benedizione del fuoco e preparazione delle candele
7.
Si spengono le luci della chiesa.
In
luogo adatto, fuori della chiesa, si prepara un fuoco che divampi. Quando il
popolo si è radunato, viene il sacerdote con i ministri (porta il cero pasquale
colui che canterà il preconio pasquale).
Dove invece non si
può accendere il fuoco fuori della chiesa, il rito si svolge nel modo indicato
al n. 13.
8.
Il sacerdote saluta, nel modo
consueto, il popolo radunato e tiene una breve esortazione sulla Veglia
pasquale, con queste parole o con altre simili:
Fratelli,
in questa santissima notte,
nella quale Gesù Cristo nostro Signore passò dalla morte alla vita,
Rivivremo
9.
Se ancora non si è fatto il falò,
in questo momento si fa scaturire il fuoco nuovo dalla silice, se non è in uso
un modo migliore. Dopo avere acceso il cero, si benedice il fuoco
Preghiamo.
O Padre, che per mezzo del
tuo Figlio
ci hai comunicato la fiamma
viva della tua gloria,
benedici B questo fuoco
nuovo,
fa' che le feste pasquali
accendano in noi il desiderio
del cielo,
e ci guidino, rinnovati nello
spirito,
alla festa dello splendore
eterno.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Al nuovo fuoco si
accende il cero pasquale.
10. Se per motivi pastorali, si ritiene
opportuno mettere in risalto con alcuni simboli la dignità e il significato del
cero pasquale, si può fare in questo modo:
Compiuta
la benedizione del fuoco, un accolito, o uno dei ministri, porta il cero
pasquale davanti al celebrante. Il sacerdote, con uno stilo, incide nel cero
una croce: sopra di essa traccia la lettera Alfa e sotto la lettera Omega;
entro i bracci della croce traccia quattro cifre per indicare l'anno corrente,
sottolineando i gesti con queste parole:
1. Il
Cristo ieri e oggi (incide l'asta verticale);
2. Principio
e fine (incide l'asta orizzontale);
3. Alfa
(incide sopra l'asta verticale la lettera A);
4. e
Omega (incide sotto l'asta verticale la lettera O.);
5. A
lui appartengono il tempo (nell'angolo sinistro superiore della croce
incide la prima cifra dell'anno corrente);
6. e i
secoli (nell'angolo destro superiore della croce incide la seconda cifra
dell'anno corrente);
7. A
lui la gloria e il potere (nell'angolo sinistro inferiore della croce
incide la terza cifra dell'anno corrente);
A
1 9
9 8
W
11.
Poi il sacerdote può infiggere nel
cero, in forma di croce, cinque grani d'incenso, mentre dice:
1. Per mezzo delle sue sante piaghe
2. gloriose 1
3 ci protegga 4
2 5
4 ci custodisca 3
5. il Cristo Signore. Amen.
12. Al fuoco nuovo il sacerdote accende il cero pasquale, dicendo:
La luce del Cristo che
risorge glorioso
disperda le tenebre del cuore
e dello spirito.
13.
Quando per difficoltà che possano
succedere, non si accende un cero, la benedizione del fuoco si adatta alle circostanze.
Riunito come di abitudine il popolo nella chiesa, il celebrante con i ministri
che portano il cero pasquale si dirige alla porta della chiesa. Il popolo, non
appena sia possibile, si rivolge verso il celebrante. Si fanno il saluto e la munizione,
come nel numero 8; dopo si benedice il fuoco (n. 9), e, se si vuole, si prepara
e si accende cero come indicato nei nn. 10-12.
Processione
14.
Colui che canterà il preconio
pasquale prende il cero pasquale e, tenendolo elevato, da solo canta:
Lumen Christi.
Tutti rispondono:
Deo gratias.
15.
Tutti si avviano verso la chiesa:
li precede il cero acceso. Se si usa l'incenso, il turiferario con il turibolo
fumigante incede davanti al cero.
Sulla soglia della
chiesa, colui che porta il cero si ferma e, alzandolo, canta per la seconda
volta:
Lumen Christi.
Tutti rispondono:
Deo gratias.
E accendono alla
fiamma del cero pasquale la loro candela, quindi avanzano.
Lumen Christi.
Tutti rispondono:
Deo gratias.
Annunzio Pasquale
16. Il sacerdote, giunto all'altare, si reca alla sede. Si pone il cero pasquale sul candelabro, preparato nel mezzo del presbiterio o presso l'ambone, e eventualmente incensa il libro e il cero.
17.
Dopo aver eventualmente incensato
il libro e il cero, proclama il preconio pasquale dall'ambone o dal pulpito:
tutti i presenti stanno in piedi e tengono in mano la candela accesa.
In
caso di necessità, anche un cantore non diacono può proclamare il preconio
pasquale; in questo caso, egli tralasci l'ultimo periodo: Quapropter astantes vos
dell'introduzione, come pure il saluto Dominus vobiscum.
18.
Preconio pasquale (forma lunga)
19.
Forma breve dell'Exultet
PARTE
SECONDA
Liturgia della Parola
20.
In questa Veglia, « madre di tutte
le Veglie » (Agostino, Sermo 219), vengono proposte nove letture, cioè sette dall'Antico
e due (Epistola e Vangelo) dal Nuovo Testamento.
21.
Se circostanze pastorali lo
richiedono, il numero delle letture dell'Antico Testamento può essere ridotto;
si abbia tuttavia sempre presente che la lettura della Parola di Dio è parte
fondamentale della Veglia pasquale. Si leggano almeno tre letture dell'Antico Testamento;
in casi eccezionali, almeno due. Non si ometta mai la lettura del cap. 14 dell'Esodo.
22.
Spente le candele, tutti seggono.
Prima di iniziare la lettura della Parola di Dio, il sacerdote si rivolge
all'assemblea con queste parole o con altre simili:
Fratelli carissimi,
dopo il solenne inizio della
Veglia,
ascoltiamo ora in devoto
raccoglimento
Meditiamo come nell'antica alleanza
Dio salvò il suo popolo
e nella pienezza dei tempi,
ha inviato il suo Figlio per
la nostra redenzione.
Preghiamo perché Dio nostro
Padre
conduca a compimento
quest'opera di salvezza
incominciata con
23.
Ha quindi inizio la lettura.
Il
lettore si reca all'ambone e proclama la prima lettura. Quindi il salmista o
cantore esegue il salmo; l'assemblea risponde con il ritornello. Poi tutti si
alzano: il sacerdote invita alla preghiera dicendo Preghiamo e tutti pregano per un po' di tempo in silenzio; il sacerdote
conclude con l'orazione.
Orazioni dopo le singole Letture
24.
Prima lettura: la creazione (Gn 1,
1 - 2, 2; oppure 1, 1.26-31a).
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
ammirabile in tutte le opere
del tuo amore,
illumina i figli da te
redenti
perché comprendano che, se fu
grande all'inizio
la creazione del mondo,
ben più grande, nella
pienezza dei tempi,
fu l'opera della nostra
redenzione,
nel sacrificio pasquale di
Cristo Signore,
che vive e regna nei secoli
dei secoli.
R. Amen.
Quest'orazione può
essere sostituita dalla seguente (lettura breve: creazione dell'uomo):
Preghiamo.
O Dio, che in modo mirabile
ci hai creati a tua immagine
e in modo più mirabile ci hai
rinnovati e redenti,
fa' che resistiamo con la
forza dello spirito
alle seduzioni del peccato,
per giungere alla gioia
eterna.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
25.
Seconda lettura: il sacrifìcio di
Abramo (Gn 22, 1-18; oppure l-2.9a. 10-13.15-18).
Preghiamo.
O Dio, padre dei credenti,
che estendendo a tutti gli
uomini
il dono dell'adozione filiale,
moltiplichi in tutta la terra
i tuoi figli,
e nel sacramento pasquale del
Battesimo
adempi la promessa fatta ad
Abramo
di renderlo padre di tutte le
nazioni,
concedi al tuo popolo di
rispondere degnamente
alla grazia della tua
chiamata.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen
26.
TERZA LETTURA: il passaggio del
Mar Rosso (Es 14, 15- 15, 1).
Preghiamo.
O Dio, anche ai nostri tempi
vediamo risplendere i tuoi
antichi prodigi:
ciò che facesti con la tua
mano potente
per liberare un solo popolo
dall'oppressione del faraone,
ora lo compi attraverso
l'acqua del Battesimo
per la salvezza di tutti i
popoli;
concedi che l'umanità intera
sia accolta tra i figli di
Abramo
e partecipi alla dignità del
popolo eletto.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Oppure :
Preghiamo.
O Dio, tu hai rivelato nella
luce della nuova alleanza
il significato degli antichi
prodigi:
il Mar Rosso è l'immagine del
fonte battesimale
e il popolo liberato dalla
schiavitù è un simbolo del popolo cristiano.
Concedi che tutti gli uomini,
mediante la fede,
siano fatti partecipi del
privilegio del popolo eletto,
e rigenerati dal dono del tuo
Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
27.
Quarta lettura: la nuova
Gerusalemme (Is 54,5-14).
Preghiamo.
O Dio, Padre di tutti gli
uomini,
moltiplica a gloria del tuo
nome
la discendenza promessa alla
fede dei patriarchi,
e aumenta il numero dei tuoi
figli,
perché
il disegno universale di
salvezza,
nel quale i nostri padri
avevano fermamente sperato.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
28.
Quinta lettura: (la salvezza
offerta gratuitamente a tutti gli uomini Is 55, 1-11).
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
unica speranza del mondo,
tu hai preannunziato con il
messaggio dei profeti
i misteri che oggi si
compiono;ravviva la nostra sete di salvezza,perché soltanto per l'azione del
tuo Spirito
possiamo progredire nelle vie
della tua giustizia.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
29.
Sesta lettura: la fonte della
sapienza (Bar 3,9-15.31-4,4).
Preghiamo.
O Dio, che accresci sempre la
tua Chiesa
chiamando nuovi figli da
tutte le genti,
custodisci con la tua
protezione
coloro che fai rinascere
dall'acqua del Battesimo.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
30.
Settima lettura: un cuore nuovo e
uno spirito nuovo (Ez 36, 16-28).
Preghiamo.
O Dio, potenza immutabile e
luce che non tramonta,
volgi lo sguardo alla tua
Chiesa,
ammirabile sacramento di salvezza,
e compi l'opera predisposta
nella tua misericordia:
tutto il mondo veda e
riconosca
che ciò che è distrutto si
ricostruisce,
ciò che è invecchiato si
rinnova
e tutto ritorna alla sua
integrità,
per mezzo del Cristo,
che è principio di tutte le
cose,
e vive e regna nei secoli dei
secoli.
R. Amen.
Oppure :
Preghiamo.
O Dio, che nelle pagine
dell'Antico e Nuovo Testamento
ci hai preparati a celebrare
il mistero pasquale,
fa' che comprendiamo l'opera
del tuo amore
per gli uomini,
perché i doni che oggi
riceviamo
confermino in noi la speranza
dei beni futuri.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Oppure: se vi sono dei battezzandi:
Preghiamo.
O Dio onnipotente ed eterno,
manifesta la tua presenza nei
sacramenti del tuo amore,
manda lo spirito di adozione
a suscitare un popolo nuovo
dal fonte battesimale,
perché l'azione del nostro
umile ministero
sia resa efficace dalla tua
potenza.
R. Amen.
31.
Dopo l'ultima lettura dell'Antico
Testamento con il responsorio e l'orazione corrispondente, si accendono le
candele dell'altare.
Il sacerdote intona
l'inno Gloria a Dio, che viene
cantato da tutti. Si suonano le campane, secondo gli usi locali.
32.
Finito l'inno, il sacerdote recita
la colletta nel modo consueto.
Preghiamo.
O Dio, che illumini questa
santissima notte
con la gloria della
risurrezione del Signore,
ravviva nella tua famiglia lo
spirito di adozione,
perché tutti i tuoi figli,
rinnovati nel corpo e
nell'anima,
siano sempre fedeli al tuo
servizio.
Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen
33.
Il lettore legge l'epistola.
34.
Terminata l'epistola, tutti si
alzano: il sacerdote intona solennemente l'Alleluia,
che tutti ripetono.
35.
Per la proclamazione del Vangelo
non si portano i candelieri, ma soltanto l'incenso (se lo si usa).
36.
Subito dopo il Vangelo si tiene
l'omelia; segue poi
PARTE
TERZA
rinnovazione delle promesse battesimali
37.
Due cantori cantano le litanie.
Tutti stanno in piedi (perché siamo nel tempo di Pasqua).
Kyrie, eleison Kyrie,
eleison
Criste, eleison Criste,
eleison
Kyrie, eleison Kyrie,
eleison
Santa Maria, Madre di Dio. Prega
per noi.
Santi Michele, Raffaele e Gabriele. Pregate
per noi.
Santi Angeli di Dio. Pregate
per noi.
San Giovanni Battista. Prega
per noi.
San Giuseppe. Prega
per noi.
Santi Pietro e Paolo. Pregate
per noi.
San Giovanni. Prega
per noi.
Santi Apostoli ed Evangelisti. Pregate
per noi.
Santi Lazzaro, Marta e Maria. Pregate
per noi.
Santa Maria Maddalena. Prega
per noi.
Santi discepoli del Signore. Pregate
per noi.
Santi Stefano e Lorenzo. Pregate
per noi.
Sant’Ignazio (di Antiochia). Prega
per noi.
Sante Perpetua e Felicita. Pregate
per noi.
Sant'Agnese. Prega
per noi.
Santi Martiri di Cristo. Pregate
per noi.
San Gregorio. Prega
per noi.
San Basilio. Prega
per noi.
Sant'Agostino. Prega
per noi.
Sant’Antonio. Prega
per noi.
San Pacomio. Prega
per noi.
San Martino. Prega
per noi.
San Benedetto. Prega
per noi.
Santi Roberto, Alberico e Stefano. Pregate
per noi.
San Bernardo. Prega
per noi.
Santi Francesco e Domenico. Pregate
per noi.
Sant’Ignazio (di Loyola). Prega
per noi.
San Francesco (Saverio). Prega per noi.
San Giovanni Maria (Vianney).
Prega
per noi.
Santa Scolastica. Prega
per noi.
Santa Geltrude. Prega
per noi.
Santa Lutgarda. Prega
per noi.
Sante Chiara e Caterina (di
Siena). Pregate
per noi.
Santa Teresa (d’Avila). Prega
per noi.
Santa Teresa di Gesù bambino. Prega
per noi.
Voi tutti Santi e Sante di Dio. Pregate
per noi.
Nella tua misericordia. Salvaci,
o Signore.
Da ogni male. Salvaci,
o Signore.
Da ogni peccato. Salvaci,
o Signore.
Dalla morte eterna. Salvaci,
o Signore.
Per la tua incarnazione. Salvaci,
o Signore.
Per la tua morte e risurrezione. Salvaci,
o Signore.
Per il dono dello Spirito Santo. Salvaci,
o Signore.
Noi peccatori, ti preghiamo. Ascoltaci,
Signore
Gesù, Figlio del Dio vivo. Ascoltaci,
Signore.
Christe, audi nos. Christe, audi nos.
Christe, exaudi nos. Christe, exaudi nos.
38.
Il sacerdote benedice l'acqua
battesimale; a mani giunte dice la seguente orazione:
Fratelli carissimi,
preghiamo umilmente il
Signore Dio nostro,
perché benedica quest'acqua
con la quale
saremo aspersi in ricordo del
nostro Battesimo.
Il Signore ci rinnovi
interiormente,
perché siamo sempre fedeli
allo Spirito
che ci è stato dato in dono.
Signore Dio nostro,
sii presente in mezzo al tuo
popolo,
che veglia in preghiera in
questa santissima notte,
rievocando l'opera ammirabile
della nostra creazione
e l'opera ancor più
ammirabile della nostra salvezza.
Degnati di benedire
quest'acqua,
che hai creato perché dia
fertilità alla terra,
freschezza e sollievo ai
nostri corpi.
Di questo dono della creazione
hai fatto un segno della tua
bontà:
attraverso l'acqua del Mar
Rosso
hai liberato il tuo popolo
dalla schiavitù;
nel deserto hai fatto
scaturire una sorgente
per saziare la sua sete;
con l'immagine dell'acqua
viva
i profeti hanno preannunziato
la nuova alleanza
che tu intendevi offrire agli
uomini;
infine nell'acqua del
Giordano,
santificata dal Cristo,
hai inaugurato il sacramento
della rinascita,
che segna l'inizio
dell'umanità nuova
libera dalla corruzione del
peccato.
Ravviva in noi, Signore,
nel segno di quest'acqua
benedetta,
il ricordo del nostro
Battesimo,
perché possiamo unirci
all'assemblea gioiosa di
tutti i fratelli,
battezzati nella Pasqua di
Cristo nostro Signore,
che vive e regna nei secoli
dei secoli.
R. Amen.
39.
Dopo la benedizione dell'acqua,
tutti, stando in piedi e con in mano la candela accesa, rinnovano le promesse
del Battesimo.
Fratelli carissimi,
per mezzo del Battesimo
siamo divenuti partecipi del
mistero pasquale del Cristo,
siamo stati sepolti insieme
con lui nella morte,
per risorgere con lui a vita
nuova.
Ora,
al termine del cammino
penitenziale della Quaresima,
rinnoviamo le promesse del
nostro Battesimo,
con le quali un giorno
abbiamo rinunziato a satana e
alle sue opere
e ci siamo impegnati
a servire fedelmente Dio
nella santa Chiesa cattolica.
Sacerdote : Rinunziate a satana?
Tutti: Rinunzio.
Sacerdote :E a tutte le sue opere?
Tutti: Rinunzio.
Sacerdote :
E a tutte le sue seduzioni?
Tutti: Rinunzio.
Oppure :
Sacerdote : Rinunziate al peccato,
per vivere nella libertà dei
figli di Dio?
Tutti: Rinunzio.
Sacerdote :
Rinunziate alle seduzioni del
male,
per non lasciarvi dominare
dal peccato?
Tutti: Rinunzio.
Sacerdote :
Rinunziate a satana, origine
e causa di ogni peccato?
Tutti: Rinunzio
Poi il sacerdote
prosegue:
Sacerdote : Credete in Dio, Padre
onnipotente,
creatore del cielo e della
terra?
Tutti: Credo.
Sacerdote : Credete in Gesù Cristo,
suo unico Figlio,
nostro Signore, che nacque da
Maria Vergine,
mori e fu sepolto, è
risuscitato dai morti
e siede alla destra del
Padre?
Tutti: Credo.
Sacerdote : Credete nello Spirito
Santo,
la santa Chiesa cattolica, la
comunione dei santi,
la remissione dei peccati, la
risurrezione della carne
e la vita eterna?
Tutti: Credo.
Il sacerdote
conclude:
Dio onnipotente,
Padre del nostro Signore Gesù
Cristo,
che ci ha liberati dal
peccato
e ci ha fatto rinascere
dall'acqua e dallo Spirito Santo,
ci custodisca con la sua
grazia
in Cristo Gesù nostro
Signore, per la vita eterna.
Tutti:
Amen
40.
Il sacerdote asperge l'assemblea
con l'acqua benedetta, mentre tutti cantano questa antifona o un altro canto di
carattere battesimale:
Ecco l'acqua,
che sgorga dal tempio santo
di Dio, alleluia;
e a quanti giungerà
quest'acqua
porterà salvezza
ed essi canteranno: alleluia,
alleluia.
41.
Fatta l'aspersione, il sacerdote
ritorna alla sede e guida la preghiera universale, alla quale i neofiti per la
prima volta prendono parte. Non si dice il Credo.
PARTE
QUARTA
liturgia eucaristica
42.
Il sacerdote si reca all'altare e
dà inizio alla Liturgia eucaristica nel modo consueto.
43.
Sulle offerte
Accogli, Signore,
le preghiere e le offerte del
tuo popolo,
perché questo santo mistero,
gioioso inizio della
celebrazione pasquale,
ci ottenga la forza per
giungere alla vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.
44.
Prefazio
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
V. In alto i nostri cuori.
R. Sono rivolti al Signore.
V. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.
R. È cosa buona e giusta.
E’ veramente cosa buona e
giusta,
nostro dovere e fonte di
salvezza,
proclamare sempre la tua
gloria o Signore,
e soprattutto esaltarti in
questa notte
nella quale Cristo, nostra
Pasqua, si è immolato.
È lui il vero Agnello
che ha tolto i peccati del
mondo,
è lui che morendo ha
distrutto la morte
e risorgendo ha ridato a noi
la vita.
45.
Antifona Alla Comunione 1 Cor 5, 7
Cristo, nostra Pasqua,
è stato immolato: celebriamo
dunque la festa con purezza e verità, alleluia.
46.
Dopo la comunione
Infondi, Signore, nei tuoi
fedeli
lo Spirito del tuo amore,
perché vivano concordi nel
vincolo della tua carità
coloro che hai saziato con i
sacramenti pasquali.
47.
Nel congedare l'assemblea, il
diacono, o lo stesso celebrante, canta:
Prot.
1403/92, 1 settembre 1992: O.C.S.O.
Prot.
587/95/L, 19 ottobre 1995: O. Cist.
RITUALE
Prot.
XXXXXXXX, 20 giugnio 1974: O.C.S.O.
Prot. 578/95/L, 19 ottobre de: O.Cist.
Prot. 629/95/L, 19 ottobre de: O.C.S.O.
Su
richiesta dello stimabile Padre Gregorio BATTISTA, Abate Procuratore Generale
dell'Ordine Cistercense e dello stimabile Padre Armando VEILLEUX, Abate
Procuratore Generale dell'Ordine Cistercense della Stretta Osservanza, per
mezzo delle lettere datate il giorno 27 febbraio
Nello
stampare il testo, si includa integralmente questo Decreto, per il quale si
concede l'approvazione sollecitata dalla Sede Apostolica. Si inviino, inoltre,
due esemplari del testo stampato a questa Congregazione.
Nulla
vi si oppone.
Dagli
uffici della Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti, il
19 ottobre 1995.
Antonio M. Card. Javierre,
Prefetto
B Gerardo M. Agnelo
Arcivescovo,
Segretario
39. * Invece della rubrica di questo n. si scriva
quest’altra:
52. Il sacerdote conclude servendosi a
piacere delle seguenti formule:
66. Tra le due rubriche di questo n. si mette la
seguente:
70. Oltre
l’orazione del n.
71. A
piacere il sacerdote termina con le formule proprie, come nel n. 52.
73. Invece
delle altre formule a piacere dei nn. 240-241, si può usare la seguente:
80-82. Inserisciamo
qui, con titoli, le rubriche per celebrare l’Unzione nell’ambito di qualsiasi delle
ore dell’ufficio divino.
FONTI
PRINCIPALI E LORO SIGLE
Coll. Collectaneum, scritto in Cîteaux dopo l’anno 1175: MS. DIJON 114, Biblioteca Pública Municipal.
E.O. Ecclesiastica Officia, ed. D. CHOISSELET y P. VERNET, secondo l’ editione dei manuscriti 114
della Bibbioteca Publica de Dijon da Ph. GUIGNARD, Les monuments primitifs de
O.P.R. Ordo Professionis
religiosae.
R.B. Regula Sancti Benedicti, ed. S.C. 181-182.
R.C. Rituale Cistercense, 1689, ed. de Lérins 1892 e Westmalle 1949.
Natura ed efficacia
della professione religiosa
1. Chiamati da Dio, molti
fedeli si consacrano con i vincoli dei santi voti al servizio del Signore e al
bene dei fratelli e s'impegnano a seguire più da vicino Cristo Gesù
nell'osservanza dei consigli evangelici. La grazia del Battesimo produce così
in essi frutti più copiosi.
2. La pia Madre Chiesa non
solo ha sempre tenuto in grande onore la vita religiosa nelle varie forme nelle
quali, sotto la guida dello Spirito Santo, si è espressa lungo il corso dei
secoli, ma l'ha anche innalzata alla dignità dello stato canonico; ha inoltre
approvato molte famiglie religiose e con una saggia legislazione le custodisce
e le guida.
Riti che accompagnano le tappe
della vita monastica cistercense
3. Secondo il mandato della
Regola di San Benedetto, chi viene per la prima volta alla conversione, dopo la
difficoltà dell'entrata, è provato nel noviziato in ogni pazienza. Dopo il
decorso di due mesi, di nuovo dopo sei mesi, ed anche dopo altri quattro mesi,
il Fratello novizio rinnova la sua petizione, ma solo dopo la terza petizione è
ricevuto come monaco nel monastero.1
Nel
nostro tempo questo esame si fa in periodi determinati, stabiliti dalle Costituzioni,
in modo che un certo tempo di postulantato preceda il noviziato, al che segue
la professione temporanea, prima che il Fratello sia ammesso alla professione
solenne.
4. D'altra parte, come si
legge nella Regola del nostro santo Padre Benedetto: “Subito dunque si spogli nell’oratorio
dei vestiti che prima aveva e gli si mettano quelli propri del monastero2”; il cambiamento di vestito nello
stesso atto della professione sembra indicare una spoliazione. Orbene, già
dalle origini della vita monastica cristiana, questo cambiamento di vestito
porta con sé molte volte il senso di un cambiamento di vita o di un nuovo
genere di vita3. La stessa cosa che nel
battesimo il catecumeno prima si toglie i vestiti e scende nudo alla fonte, e
dopo gli è messo un paramento bianco, così pure il novizio che si fa
monaco, deve togliersi i vestiti propri per poter essere vestito con l'abito
monacale. Tutto questo si descrive nella seguente maniera nel Collectaneo
tipico di Cîteaux: “Quando (il novizio) si toglie i vestiti di secolare, si
dice: Il Sig. ti denudi dell'uomo vecchio
coi suoi atti. Amen. Quando è vestito con l'abito monacale, si dice: Il Sig. ti vesta dell'uomo nuovo che è stato
creato secondo Dio in giustizia e santità vera. Amen.” 4
Tuttavia, col passare
dei secoli, si fa un’anticipazione di questo rito, in modo che, quello che
viene a cambiare vita per incominciare il noviziato, è vestito prima di qualche
abito monastico,5 tuttavia sono riservati ai professi
lo scapolare nero e la cocolla bianca.6 Si
deve tenere in conto che nei riti che si descrivono di seguito, tanto per
l'entrata nel noviziato come per la professione temporanea e la professione
solenne, non senza motivo, al cambiamento di vestito, precede la petizione
della grazia: in questo modo si vede che è più importante il discorso della
Chiesa e la benedizione della persona che il paramento dell'abito.
5. Il noviziato, con cui ha
inizio la vita religiosa, è un tempo di sperimentazione, sia per il novizio che
per la comunità o
6. Al noviziato segue la
prima professione, nella quale il novizio, con voti temporanei, promette
davanti a Dio e davanti alla Chiesa che deve conservare i consigli evangelici.
L'emissione dei voti temporanei se qualche
circostanza lo richiede, si può fare dentro qualsiasi ora dell’ ufficio divino
o perfino nella Messa, ma senza nessuna solennità peculiare.
Segue la prima professione, con la quale il novizio, emettendo i voti
temporanei, promette dinanzi a Dio e alla Chiesa di seguire i consigli
evangelici secondo
Se qualche volta, per una causa giusta e in accordo con le Costituzioni,
bisogna rinnovare la professione temporanea, si fa anche in presenza di tutti
nel capitolo, o almeno in presenza del Superiore accompagnato da alcuni
testimoni.
7. Trascorso il tempo
stabilito dalle norme giuridiche, il religioso emette la professione solenne, con
la quale il monaco consacra
per sempre al servizio
di Dio e della Chiesa. La professione perpetua è segno dell'unione
indissolubile di Cristo con
Il rito della professione perpetua si svolge molto opportunamente
durante
a. la petizione di chi sta per fare la promessa, la quale non deve
omettersi mai;
b. l'omelia al popolo e ai candidati sulla bellezza e la dignità della
vita monastica cistercense;
c. le interrogazioni rivolte dall’Abate al candidato, per chiedere se è
disposto a consacrarsi a Dio e a praticare la carità perfetta, secondo
d. La preghiera di tutti i partecipanti, fatta in silenzio, o in forma di
preghiera litanica che è insieme supplica a Dio Padre e domanda di
intercessione della beata Vergine Maria e di tutti i santi;
e. la professione, emessa dinanzi alla Chiesa, all’Abate, alla Comunità e
al popolo, ed alla quale seguono la collocazione della scheda della professione
sull'altare e la proclamazione del versetto Accoglimi, Signore.
f. la solenne benedizione o consacrazione del neoprofesso, con la quale
g. La consegna della cocolla che è l'abito monacale e con la quale si
esprime esternamente la consacrazione perpetua a Dio.
Per i monaci, secondo le Costituzioni, è l'Abate del monastero colui che
presiede il rito della consacrazione perpetua. Questo rito deve celebrarsi durante
nel rito della professione religiosa
8. Quando la professione
religiosa, specialmente quella perpetua, si fa durante
9. Poiché la liturgia della
parola, adattata alla celebrazione della professione, ha un'importanza grande
per illustrare la natura e i compiti della vita religiosa, quando è proibita
10. Nelle Messe rituali «
Nella professione dei religiosi », il colore delle sacre vesti è il bianco.
Adattamenti propri di ogni monastero
11. Ogni volta che in
questo Rituale appare l'espressione “o con altre parole simili”, o un’altra
equivalente, possono usarsi le formule che appaiono nel Rituale romano proposte
per la stessa circostanza.
1. Il giorno che comincia il noviziato
canonico,
Benché l'ordinamento di questo rito rimanga all'arbitrio di ogni
comunità, qui si descrivono gli elementi ricevuti dalla nostra tradizione, e che
sono stati proposti dalla Chiesa romana dopo il Concilio Vaticano II.
2. Nei testi del rito si evitino tutte le
espressioni che possono sembrare restrittive della libertà dei novizi o che
svisino il vero senso del noviziato come periodo di prova.9
Dov’è abitudine, può impiegarsi il pastorale vicino alla sede dell'Abate.
3. Riuniti i fratelli nella sala
capitolare e detto il versetto L'aiuto
divino rimanga sempre con noi o un altro,10
sedendosi tutti, il postulante viene al centro e si prostra , o si inginocchia,
o si inchina profondamente. Poi rimane in piedi davanti all'Abate che gli
domanda con queste parole o con altri simili:
Che cosa chiedi?
Il postulante
risponde:
La misericordia di Dio e
dell'Ordine.11
1. Il giorno che comincia il noviziato
canonico,
Benché l'ordinamento di questo rito rimanga all'arbitrio di ogni
comunità, qui si descrivono gli elementi ricevuti dalla nostra tradizione, e
che sono stati proposti dalla Chiesa romana dopo il Concilio Vaticano II.
2. Nei testi del rito si evitino tutte le
espressioni che possono sembrare restrittive della libertà dei novizi o che
svisino il vero senso del noviziato come periodo di prova.9
Dov’è abitudine, può impiegarsi il pastorale vicino alla sede dell'Abate.
3. Riunite le sorelle nella sala
capitolare e detto il versetto L'aiuto
divino rimanga sempre con noi o un altro,10 sedendosi tutte, la
postulante viene al centro e si prostra, o si inginocchia, o si inchina
profondamente. Poi rimane in piedi davanti all’Abbadessa che le fa la domanda
con queste parole o con altre simili:
Che cosa chiedi?
La postulante
risponde:
La misericordia di Dio e
dell'Ordine.11
o con altre parole
simili, per esempio:
Chiedo di far esperienza
della vostra vita comunitaria,
per un periodo di prova,
nel desiderio di seguire
perfettamente Cristo
in questa famiglia Cistercense.12
o, se sembra opportuno, omessa l'interrogazione, il postulante, rivolto verso l'Abate e la comunità, dice:
L'amore di Dio mi ha guidato
in mezzo a voi,
per far esperienza della
vostra vita comunitaria
e imparare dal vostro esempio
a seguire Cristo
sotto la guida del Vangelo,
nell’osservanza della Regola
di san Benedetto
e le tradizioni Cistercensi.
o altre parole preparate da lui stesso.13
L'Abate risponde
con queste parole o con altre simili:
Il Signore ti conceda il suo
aiuto.14
4. Allora si legge un testo scelto della
Regola del nostro Padre san Benedetto (del Prologo o altro); l'Abate espone al
postulante la natura e l'indole della nostra vita e, concludendo, interroga il
desiderio del postulante, dicendo, per esempio:
Sei pronto a seguire più
perfettamente Cristo
sotto la guida del Vangelo
e percorrendo la via che la regola
ti mostra?15
Oppure:
Sei pronto a servire nel
monastero coi Fratelli,
sotto una Regola ed un Abate,
per giungere alla perfezione
della fede, della speranza e della carità nella sequela di Cristo?16
o con altre parole
simili, per esempio:
Chiedo di far esperienza
della vostra vita comunitaria,
per un periodo di prova,
nel desiderio di seguire
perfettamente Cristo
in questa famiglia Cistercense.12
o, se sembra opportuno, omessa l'interrogazione, la postulante, rivolta verso l'Abbadessa e la comunità, dice:
L'amore di Dio mi ha guidato
in mezzo a voi,
per far esperienza della
vostra vita comunitaria
e imparare dal vostro esempio
a seguire Cristo
sotto la guida del Vangelo,
nell’osservanza della Regola
di san Benedetto
e le tradizioni Cistercensi.
o altre parole preparate da lui stesso.13
L’Abbadessa
risponde con queste parole o con altre simili:
Il Signore ti conceda il suo
aiuto.14
4. Allora si legge un testo scelto della
Regola del nostro Padre san Benedetto (del Prologo o altro); l’Abbadessa espone
alla postulante la natura e l'indole della nostra vita e, alla fine, interroga il
desiderio della postulante, dicendo, per esempio:
Sei pronta a seguire più
perfettamente Cristo
sotto la guida del Vangelo
e percorrendo la via che la
regola ti mostra?15
Oppure:
Sei pronta a servire nel
monastero con le Sorelle,
sotto una Regola ed una Abbadessa,
per giungere alla perfezione
della fede, della speranza
e della carità nella sequela
di Cristo? 16
Il postulante
risponde con queste parole o altre simili:
Con l'aiuto della grazia di
Dio, spero e desidero
militare sotto il vero Re,
Cristo Signore.17
L'Abate dice, per
esempio:
Dio porti a compimento ciò
che in te ha iniziato.18
Oppure:
Dio, Padre misericordioso, ti
assista nel tuo cammino
e Cristo, maestro di verità,
illumini i nostri cuori. 19
Tutti confermano
dicendo:
Amen.20
Allora
il novizio, nel mezzo, si inginocchia davanti all'Abate e, dove c'è quest'abitudine,
l'Abate può dargli un nome nuovo, spiegando le ragioni di quel cambiamento.
5. Alzandosi i Fratelli, l'Abate dice, per
esempio:
Fratelli, poiché san
Benedetto nella sua Regola ci esorta:
“Per prima cosa chiedi a Lui
con ardentissima orazione,
che conduca a termine ogni
cosa buona che tu inizi”,
preghiamo tutti insieme il
Signore,
affinché ciò che la nostra natura
non ha la possibilità di
compiere,
lo conceda al nostro fratello
N . per la sua grazia.21
Tutti
pregano alcuni momenti in silenzio e l'Abate dice la colletta, nella quale
pronuncia il nome ricevuto nel battesimo o, dove c'è quell'abitudine, il nuovo
che gli hanno imposto:
Ascolta, Signore, le nostre
suppliche
per il nostro fratello N .
che accogliamo nel tuo nome:
La postulante
risponde con queste parole o altre simili:
Con l'aiuto della grazia di
Dio, spero e desidero
militare sotto il vero Re,
Cristo Signore.17
L’Abbadessa dice,
per esempio:
Dio porti a compimento ciò
che in te ha iniziato.18
Oppure:
Dio, Padre misericordioso, ti
assista nel tuo cammino
e Cristo, maestro di verità,
illumini i nostri cuori. 19
Tutte confermano
dicendo:
Amen. 20
Allora
la novizia, nel mezzo, si inginocchia davanti all’Abbadessa e, dove si usa, l’Abbadessa
può darle un nome nuovo, spiegando le ragioni di quel cambiamento.
5. Alzandosi le Sorelle, l’Abbadessa dice,
per esempio:
Sorelle, poiché san Benedetto
nella sua Regola ci esorta:
“Per prima cosa chiedi a Lui
con ardentissima orazione,
che conduca a termine ogni
cosa buona che tu inizi”,
preghiamo tutti insieme il
Signore,
affinché ciò che la nostra
natura
non ha la possibilità di
compiere,
lo conceda alla nostra
sorella N . per la sua grazia.21
Tutte
pregano alcuni momenti in silenzio e l’Abbadessa dice la colletta, nella quale
pronuncia il nome ricevuto nel battesimo o, dove c'è l'abitudine, il nuovo che
le hanno imposto:
Ascolta, Signore, le nostre
suppliche
per la nostra sorella N . che
accogliamo nel tuo nome:
fa’ che col tuo aiuto
possa perseverare con gioia
nella tua Chiesa
e giunga a possedere la vita
eterna.
Per Cristo nostro Signore.22
Oppure:
O Dio, principio e sorgente di
ogni vocazione,
guarda questo nostro
fratelli,
che si propone di far esperienza
della nostra vita comunitaria
;
concedi a lui di conoscere i
disegni della tua volontà
e conferma tutti noi nel tuo
santo servizio.
Per Cristo nostro Signore.a
Tutti:
Amen.
6. Secondo le Costituzioni, l'Abate
consegna al novizio l'abito proprio come un segno di conversione, mentre la comunità
intona un canto di lode appropriato, o un inno o un responsorio.
Finalmente
l'Abate conclude il rito dicendo, per esempio:
V. Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
R. Egli ha fatto cielo e terra.23
Oppure:
V. Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
Oppure:
Il Signore diriga i nostri
cuori e tutto il nostro essere.
nella carità di Dio e nella
pazienza di Cristo.24
R. Amen.
fa’ che col tuo aiuto
possa perseverare con gioia
nella tua Chiesa
e giungere a possedere la
vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.22
Oppure:
O Dio, principio e sorgente di
ogni vocazione,
guarda questa nostra sorella,
che si propone di far
esperienza
della nostra vita comunitaria
;
concedi a lei di conoscere i
disegni della tua volontà
e conferma tutti noi nel tuo
santo servizio.
Per Cristo nostro Signore.a
Tutte:
Amen.
6. Secondo le Costituzioni, l’Abbadessa
consegna alla novizia l'abito proprio come un segno di conversione, mentre la
comunità intona un canto di lode appropriato, o un inno o un responsorio.
Finalmente l’Abbadessa conclude il rito dicendo, per esempio:
V. Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
R. Egli ha fatto cielo e terra. 23
Oppure:
V. Benediciamo al Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
Oppure:
Il Signore diriga i nostri
cuori e tutto il nostro essere.
nella carità di Dio e nella
pazienza di Cristo.24
R. Amen.
Oppure:
Al Re dei secoli, immortale,
invisibile, unico Dio,
onore e gloria per i secoli
dei secoli.25
R. Amen.
7. Il rito della professione temporanea è
abitudine che si celebri nella sala capitolare; per una causa ragionevole si
può fare nella chiesa, sia durante un’Ora dell’ufficio divino, sia durante la
messa.26
8. Riuniti i Fratelli nella sala capitolare
e detto il versetto L'aiuto divino
rimanga sempre con noi o un altro, stando tutti seduti, quello che professa
si avvicina al centro e si prostra, o si inginocchia, o si inchina
profondamente davanti all'Abate che gli domanda con queste o con altre parole
simili:
Che cosa chiedi?
Risponde:
La misericordia di Dio e
dell'Ordine.
O con simili
parole, per esempio:
Io, fratello N., ti chiedo,
Padre, umilmente,
di potermi consacrare a Dio e
al suo Regno,
con la professione religiosa
in questa famiglia N., 27
(o della Congregazione N. )
dell'Ordine Cistercense
(o della Stretta Osservanza ).
Oppure:
Al Re dei secoli, immortale,
invisibile, unico Dio,
onore e gloria per i secoli
dei secoli.25
R. Amen.
7. Il rito della professione temporanea è
abitudine che si celebri nella sala capitolare; per una causa ragionevole si
può fare nella chiesa, sia durante un’Ora dell’ufficio divino, sia durante la
messa.26
8. Riunite le Sorelle nella sala
capitolare e detto il verso L'aiuto
divino rimanga sempre con noi o un altro, stando tutti seduti, quella che
professa si avvicina al centro e si prostra, o si inginocchia, o si inchina
profondamente davanti all’Abbadessa che le si rivolge con queste o con altre
parole simili:
Che cosa chiedi?
Risponde:
La misericordia di Dio e
dell'Ordine.
O con simili
parole, per esempio:
Io, sorella N., ti chiedo,
Madre, umilmente,
di potermi consacrare a Dio e
al suo Regno,
con la professione religiosa
in questa famiglia N.,27
(o della Congregazione N. )
dell'Ordine Cistercense
(o della Stretta Osservanza ).
L'Abate ed i
Fratelli rispondono:
Rendiamo grazie a Dio.
O altre formule appropriate.
9. Dopo la lettura scelta della santa
Regola e dell'esortazione, l'Abate sonda la volontà di colui che professa. A questo
fine può interrogarlo, con brevità, con queste o con altre parole simili:
Fratello carissimo,
tu sei già consacrato a Dio
mediante il Battesimo,
vuoi essere unito più
strettamente a Lui
con il nuovo e speciale
titolo della professione religiosa?28
Quello che professa risponde:
Si, lo voglio.
E prosegue:
Fratello, per seguire più
perfettamente Cristo
vuoi promettere obbedienza,
stabilità nella comunità
e conversione di abitudini?29
Quello che professa
risponde:
Si, lo voglio.
E di nuovo:
Vuoi impegnarti costantemente,
sulla strada difficile e
stretta che mostra
per giungere a questa carità
verso Dio e verso il prossimo
che, quando è perfetta
scaccia ogni timore,
ed è infusa dallo Spirito nei
nostri cuori?30
Quello che professa
risponde:
Si, lo voglio.
L’Abbadessa e le
Sorelle rispondono:
Rendiamo grazie a Dio.
O altre formule appropriate.
9. Dopo la lettura scelta della santa
Regola e dell'esortazione, l’Abbadessa sonda la volontà di quella che professa.
Per questo fine può interrogarla, brevemente, con queste
o con altre parole simili:
Sorella carissima,
tu sei già consacrato a Dio
mediante il Battesimo,
vuoi essere unita più
strettamente a Lui
con il nuovo e speciale
titolo della professione religiosa?
Quella che professa
risponde:
Si, lo voglio.
E prosegue:
Sorella, per seguire più
perfettamente Cristo
vuoi promettere obbedienza,
stabilità nella comunità
e conversione di abitudini?29
Quella che professa
risponde:
Si, lo voglio.
E di nuovo:
Vuoi impegnarti costantemente,
sulla strada difficile e
stretta che mostra
per giungere a questa carità
verso Dio e verso il prossimo
che, quando è perfetta
scaccia ogni timore,
ed è infusa dallo Spirito nei
nostri cuori?30
Quella che professa
risponde:
Si, lo voglio.
Nei monasteri dedicati integralmente
alla vita contemplativa è conveniente che l'Abate aggiunga:
Vuoi cercare in realtà Dio
nella solitudine e nel silenzio,
nella preghiera assidua,
nel lavoro umile e nella
lectio divina,
nella penitenza generosa e nella
comunione fraterna?31
Quello che professa
risponde:
Sì, Padre,
con l'aiuto della vostra
preghiera e della grazia di Dio.
L'Abate gli dice:
Dio porti a compimento ciò
che in te ha iniziato.
Tutti rispondono:
Amen.
10. Dopo di ciò, il novizio fa la professione in una delle seguenti maniere.
O legge la carta scritta per lui
stesso, secondo la formula delle Costituzioni dell'Ordine, o della
Congregazione, o del Monastero, in cui, invece di dire fino alla morte, si dice per tre
anni o per un anno; dopo può
firmarla, e l'offre all'Abate.
O si inginocchia davanti all'Abate e
(mettendo le sue mani giunte tra le mani di quello) dice:
Padre, ti prometto obbedienza
secondo
secondo le Costituzioni
(o per tre anni, oppure per un anno).
Nei monasteri dediti integralmente
alla vita contemplativa è conveniente che l’Abbadessa aggiunga:
Vuoi cercare in realtà Dio
nella solitudine e nel silenzio,
nella preghiera assidua,
nel lavoro umile e nella
lectio divina,
nella penitenza generosa e
nella comunione fraterna?31
Quella che professa
risponde:
Sì, Madre,
con l'aiuto della vostra
preghiera e della grazia di Dio.
L’Abbadessa le
dice:
Dio porti a compimento ciò
che in te ha iniziato.
Tutte rispondono:
Amen.
10. Dopo questo, la novizia fa la professione in uno dei seguenti modi.
O legge la carta scritta da lei
stessa, secondo la formula delle Costituzioni dell'Ordine, o della
Congregazione, o del Monastero,32 in
cui, invece di dire fino alla morte,
si dice per tre anni o per un anno; dopo può firmarla e offrirla
all’Abbadessa.
O si inginocchia davanti all’Abbadessa
e (mettendo le sue mani giunte tra le mani di quella) dice:
Madre, ti prometto obbedienza
secondo
secondo le norma delle Costituzioni
(o per tre anni, oppure per un anno).
Nell’uno e
nell’altro caso, l'Abate dice:
Dio ti conceda la
perseveranza.33
Tutti rispondono:
Amen.
Dopo tutto questo,
l'Abate abbraccia il Fratello appena professo.
11. L'Abate alzandosi dice:
Preghiamo.
Il
professo, nel centro, si inginocchia.
Dopo
che tutti hanno pregato alcuni momenti in silenzio, l'Abate prosegue:
O Dio che il tuo servo N.,
convertito dalla vanità del
mondo,
hai scelto a desiderare il
premio della vocazione celeste,
impadronisciti del suo cuore
ed infondi la tua grazia in
lui
affinché rimanga in te,
e così, difeso dall'aiuto
della tua grazia,
compia quello che promise con
la tua ispirazione
e come un perfetto esecutore della
sua professione,
ottenga quei premi che ti sei
degnato promettere
a coloro che perseverano nel
tuo servizio.
Per Cristo nostro Signore Amen.34
Oppure:
Guarda, Signore, questo tuo
figlio N.
che oggi, promettendo di
vivere come monaco
secondo
vuole consacrarsi a te;
Fa’ che la sua vita glorifichi
il tuo nome
In uno e nell’altro
caso, l’Abbadessa dice:
Dio ti conceda la
perseveranza.33
Tutte rispondono:
Amen.
Dopo tutto questo, l’Abbadessa abbraccia
11. L’Abbadessa alzandosi dice:
Preghiamo.
La
professa, nel centro, si inginocchia.
Dopo
che tutte hanno pregato alcuni momenti in silenzio, l’Abbadessa prosegue:
O Dio che la tua serva N.,
convertita dalla vanità del
mondo,
hai scelto a desiderare il
premio della vocazione celeste,
impadronisciti del suo cuore
ed infondi la tua grazia in
lei
affinché rimanga in te,
e così, difesa dall'aiuto
della tua grazia,
compia quello che promise per
tua ispirazione
e come un perfetto premio
della sua professione,
ottenga quelli che ti sei
degnato promettere
a coloro che perseverano nel
tuo servizio.
Per Cristo nostro Signore
Amen.34
Oppure:
Guarda, Signore, questa tua
figlia N.
che oggi, promettendo di
vivere come monaca
secondo
vuole consacrarsi a te;
Fa’ che la sua vita glorifichi
il tuo nome
e cooperi al mistero della
salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.35
Oppure:
Sii propizio, Signore, alle
nostre preghiere e,
per intercessione della
santissima María Vergine,
Madre della Chiesa,
infondi abbondantemente il
tuo Spirito divino
sul tuo servo N. che ti sei
degnato di chiamare
alla perfetta sequela di
Cristo,
affinché quello che promette
come offerta temporanea
lo confermi con una devozione
perpetua.
Per Cristo nostro Signore Amen.36
Tutti rispondono:
Amen.
12. Finito tutto questo, tutti si siedono. Il
Professo si inginocchia ai piedi dell'Abate. Con l'aiuto del maestro, l’Abate riveste
il fratello appena professo dell'abito proprio dell'Ordine, senza dire nulla. Frattanto,
se si crede opportuno, si canta un'antifona:
Oppure:
Costui riceverà la
benedizione del Signore,
e la misericordia di Dio suo
salvatore,
perché questa è la
generazione
di coloro che cercano il Signore.b
O questa:
Questo è la generazione che
cerca il Signore,
che cerca il volto del Dio di
Giacobbe.c
Col salmo 23, o un altro canto appropriato.
e giovi alla salvezza del
mondo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.35
Oppure:
Sii propizio, Signore, alle
nostre preghiere e,
per intercessione della
santissima María Vergine,
Madre della Chiesa,
manda abbondantemente il tuo
Spirito divino
sulla tua serva N. che ti sei
degnato di chiamare
alla perfetta sequela di
Cristo,
affinché quello che promette
come offerta temporanea
lo confermi con una devozione
perpetua.
Per Cristo nostro Signore
Amen.
Tutte rispondono:
Amen.
12. Finito tutto questo, si siedono tutte.
Io cerco colui che amo.b
Col
salmo 44, o un altro canto appropriato.
13. Finito il canto, dove è consuetudine,
l'Abate consegna al neoprofesso
Fratello, ricevi
osservala fedelmente,
per giungere alla carità
perfetta.37
Il professo risponde Amen e, ricevuto il libro, ritorna al
suo posto e rimane lì, in piedi, tra i Fratelli.
14. Finalmente l'Abate conclude il rito
dicendo, per esempio:
V. Il nostro aiuto è nel nome del Signore
R. Egli ha fatto cielo e terra
Oppure:
V. Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
Oppure:
Il Signore diriga il nostro
essere ed i nostri cuori
nell'amore di Dio e nella
pazienza di Cristo.
R. Amen.
Oppure:
Al Re immortale ed
invisibile, l'unico Dio,
onore e gloria per i secoli
dei secoli.
R. Amen.
15. Se la professione temporanea il cui posto
proprio è il capitolo, qualche volta si porta a termine in un’Ora dell’ufficio
divino o durante la messa, allora il rito si ordina nel seguente modo:
13. Finito il canto, dove è consuetudine, l’Abbadessa
consegna alla neoprofessa
Sorella, ricevi
osservala fedelmente,
per giungere alla carità
perfetta.37
La professa risponde Amen e,
ricevuto il libro, ritorna al suo posto e rimane lì, in piedi, tra le Sorelle.
14. Finalmente l’Abbadessa conclude il rito
dicendo, per esempio:
V. Il nostro aiuto è nel nome del Signore
R. Egli ha fatto cielo e terra
Oppure:
V. Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
Oppure:
Il Signore diriga il nostro
essere ed i nostri cuori
nell'amore di Dio e nella
pazienza di Cristo.
R. Amen.
Oppure:
Al Re immortale ed
invisibile, l'unico Dio,
onore e gloria per i secoli
dei secoli.
R. Amen.
15. Se la professione temporanea il cui posto
proprio è il capitolo, qualche volta si porta a termine in un’Ora dell’ufficio
divino o durante la messa, allora il rito si ordina nel seguente modo:
Nelle Lodi o nelle Vigilie si tiene
una lettura più lunga della Scrittura, scelta tra quelle che si propongono per
il giorno della professione temporanea. Dopo questa lettura, o nella messa dopo
il Vangelo, quello che professa fa la petizione come sopra nel numero 8, e si siede
durante la allocuzione o omelia. Finito il sermone, quello che professa si alza
e comincia il dialogo tra lui e l'Abate. Dopo, legge la professione e tutto si
fa come sopra, ai nn. 9-13 lasciando la benedizione per la fine della
celebrazione.
Si deve prestare molta attenzione
affinché, in questi riti, non si manifesti alcuna confusione con la professione
solenne che si descrive subito dopo.
16. Dopo la celebrazione, qualunque sia la maniera che si è seguita, si registra la professione in un libro speciale, nel quale si annotano con cura il giorno, il mese e l'anno, e lo firmano in primo luogo l'Abate, il professo dopo ed in terzo luogo due testimoni.
Nelle
Lodi o Vigilie si tiene una lettura più lunga della Scrittura, scelta tra
quelle che si propongono per il giorno della professione temporanea. Dopo
questa lettura, o nella messa dopo il Vangelo, quella che professa fa la
petizione come sopra nel numero 8, e si siede durante la allocuzione o
l'omelia. Finito il sermone, quella che professa si alza e comincia il dialogo
tra lei e l’Abbadessa. Dopo, legge la professione e tutto si fa come sopra, ai
nn. 9-13 lasciando la benedizione per al fine della celebrazione. Quando la
professione si celebra durante la messa, spetta al sacerdote celebrante l'omelia
e il discorso, come si indica nel n. 11; il resto spetta all’Abbadessa.
Si
deve prestare molta attenzione affinché, in questi riti, non si manifesti
alcuna confusione con la professione solenne che si descrive subito dopo.
16. Dopo la celebrazione, svolta secondo la
maniera che si è seguita, si registra la professione in un libro speciale, nel
quale si annotano con cura il giorno, il mese e l'anno, e firmano in primo luogo
l’Abbadessa, quindi la professa ed in terzo luogo due testimoni.
17. Per celebrare il rito della Professione,
con il quale la sorella si consacra a Dio in perpetuo e solennemente, si preferisca
18. Il rito della professione solenne non si
può unire agli altri riti di professione39.
19. Dove è consuetudine, fatta la petizione
nel capitolo nella maniera abituale, dopo l'allocuzione dell'Abate, quello che
professa, inginocchiato davanti a lui, pronuncia in questo modo la cosiddetta professione
regolare di obbedienza40, come segue:
Quello che professa
si prostra, o si inginocchia, o si inchina profondamente. Poi si alza davanti
all'Abate che l'interroga:
Che cosa chiedi?
Risponde:
La misericordia di Dio e
dell'Ordine.
Dopo l'esortazione, l'Abate lo interroga
di nuovo circa la sua volontà. Quello che professa risponde che vuole osservare
tutte queste cose e subito si inginocchia davanti all'Abate e (mettendo le sue
mani giunte tra quelle di lui) dice:
Padre,
prometto
a te, e ai tuoi legittimi successori,
l’obbedienza secondo
fino alla morte.
17. Per celebrare il rito della Professione,
con il quale la sorella si consacra a Dio in perpetuo e solennemente, si preferisca
18. Il rito della professione solenne non si
può unire agli altri riti di professione.39
19. Dove è consuetudine, fatta la petizione
nel capitolo nella maniera abituale, dopo l'allocuzione dell’Abbadessa, quella
che professa, inginocchiata davanti a lei, pronuncia in questo modo la
cosiddetta professione regolare di obbedienza40, come segue:
Quella che professa
si prostra, o si inginocchia, o si inchina profondamente. Poi si alza davanti
all’Abbadessa che l'interroga:
Che cosa chiedi?
Risponde:
La misericordia e dell'Ordine.
Dopo l'esortazione,
l’Abbadessa l'interroga di nuovo circa la sua volontà. Quella che professa
risponde che vuole osservare tutte queste cose e subito si inginocchia davanti
all’Abbadessa e (mettendo le sue mani giunte tra quelle di lei) dice:
Madre,
prometto
a te, e ai tuoi legittimi successori,
l’obbedienza secondo
fino alla morte.
L'Abate gli dice:
E Dio ti conceda la vita eterna.
Tutti rispondono:
Amen.
Finito questo,
l'Abate lo abbraccia41.
20. La professione solenne con la benedizione o consacrazione del monaco, si svolge durante la messa42, affinché sia manifesto il carattere pubblico della professione monastica nella Chiesa. Il sacerdote celebrante è l'Abate del monastero.
Tutta l'azione
liturgica sia celebrata con una conveniente solennità, come è richiesto dalla
natura del rito, senza dimenticare la sobrietà che corrisponde all'umiltà e
semplicità del nostro Ordine.
21. È bene dire
22. Si ordini tutto in modo che i fedeli
possano vedere commodamente lo svolgimento di tutta l'azione liturgica44. Il rito della Professione si svolge
alla sede, o davanti all'altare, o ai gradini del presbiterio.
L’Abbadessa le
dice:
E Dio ti conceda la vita eterna.
Tutte rispondono:
Amen.
Finito questo, l’Abbadessa
la abbraccia41.
20. La professione solenne con la benedizione
o consacrazione della monaca, si svolge durante la messa42, affinché
sia manifesto il carattere pubblico della professione monastica. Il sacerdote
celebrante è l'Abate Padre Immediatoc,
oppure, come delegato suo, il Vescovo della diocesi.
Tutta l'azione
liturgica sia celebrata con una conveniente solennità, come è richiesto dalla
natura del rito, senza dimenticare la sobrietà che corrisponde all'umiltà e
semplicità del nostro Ordine.
21. È bene dire
22. Si ordini tutto in modo che i fedeli
possano vedere commodamente lo svolgimento di tutta l'azione liturgica44.
Secondo la disposizione dei luoghi, si prepara un posto adatto per l’Abbadessa.d Il rito della Professione si svolge
alla sede, o davanti all'altare, o ai gradini del presbiterio.
Oltre a tutto il necessario
per la celebrazione della Messa e per la comunione, si prepari anche:
— questo Rituale
della professione, e
— la cocolla che si
deve consegnare al nuovo monaco.
Petizione
23. Una volta acclamato il Vangelo e stando
tutti seduti45, quello che professa si
porta davanti all'Abate che sta seduto, con (mitra e) pastorale, e rimanendo in
piedi fa la petizione.
L'Abate lo interroga
con queste parole o con altre simili:
Che cosa chiedi?46
Risponde con queste
parole o con altre simili:
La misericordia di Dio e
dell'Ordine.
Oppure:
Chiamato dallo Spirito Santo
a seguire Cristo nella vita
monastica,
in questa Comunità ho
imparato
a cercare veramente Dio
sia nella vita fraterna che
nella preghiera.
Oggi, dopo lunga riflessione,
desiderando abbracciare la
vostra vita
chiedo umilmente a te, Padre,
di emettere
a lode di Dio e a servizio
della Chiesa.47
Oltre
a tutto ciò che è necessario per la celebrazione della Messa e per la
comunione, si prepari anche:
—questo Rituale della
professione, e
—la cocolla che si
deve consegnare alla nuova monaca.
—il velo nero.
Petizione
23. Una volta proclamato il Vangelo e stando
tutti seduti,45 quella che professa si porta davanti all’Abbadessa
che sta seduta, con pastorale, e rimando in piedi fa la petizione.
L’Abbadessa
l'interroga con queste parole o con altre simili:
Che cosa chiedi?46
Risponde con queste
parole o con altre simili:
La misericordia di Dio e
dell'Ordine.
Oppure:
Chiamata dallo Spirito Santo
a seguire Cristo nella vita
monastica,
in questa Comunità ho
imparato
a cercare veramente Dio
sia nella vita fraterna che
nella preghiera.
Oggi, dopo lunga riflessione,
desiderando abbracciare la
vostra vita
chiedo umilmente a te, Madre,
di emettere
a lode di Dio e a servizio
della Chiesa.47
L'Abate aggiunge:
Dio che ha iniziato in te quest'opera
buona,
la porti a compimento fino al
giorno di Cristo Signore.
Tutti rispondono:
Amen.48
Allora,
quello che professa, si siede al suo posto e l'Abate, sedendosi con (mitra e) pastorale,
tiene l'omelia, durante la quale opportunamente commenta le letture bibliche, o
evidenzia il dono e la missione della professione religiosa monastica.49
Interrogazioni
24. Dopo l'omelia, l'Abate può interrogarlo
ancora in una maniera più semplice, dicendo:
Vuoi, fratello, seguire
Cristo sotto la guida del Vangelo,
nella difficile e stretta via
tracciata
dalla tradizione del nostro
Ordine,
promettendo la tua stabilità,
la conversione delle tue
abitudini e l'obbedienza,
secondo
Quello che professa
risponde:
Sì, Padre,
con l'aiuto delle vostre
preghiere e della grazia di Dio.
Oppure l'Abate può interrogarlo
in quest’altra maniera più estesa:
Fratello carissimo, tu sei
già morto al peccato
e consacrato a Dio mediante
il Battesimo,
vuoi ora consacrarti più
intimamente a lui
con il nuovo e speciale
titolo della professione perpetua?
L'Abbadessa
aggiunge:
Dio che ha iniziato in te quest'opera
buona,
la porti a compimento fino al
giorno di Cristo Signore.
Tutti rispondono:
Amen.48
Allora,
quella che professa, si siede nel suo posto, ed il sacerdote commenta
opportunamente nell'omelia le letture bibliche, o il dono e la missione della
professione religiosa monastica.49
Interrogazioni
24. Dopo questo, il sacerdote può interrogare
la professa in una maniera più semplice, dicendo:
Vuoi, Sorella, seguire Cristo
sotto la guida del Vangelo,
nella difficile e stretta via
tracciata
dalla tradizione del nostro
Ordine,
promettendo la tua stabilità,
la conversione delle tue
abitudini e l'obbedienza,
secondo
Quella che professa
risponde:
Sì, Padre,
con l'aiuto delle vostre
preghiere e della grazia di Dio.
Oppure anche il sacerdote può
interrogarla in quest’altra maniera più estesa:
Sorella carissima, tu sei già
morta al peccato
e consacrata a Dio mediante
il Battesimo,
vuoi ora consacrarti più
intimamente a lui
con il nuovo e speciale
titolo della professione perpetua?
Quello che professa
risponde:
Si, lo voglio.
L'Abate:
Vuoi, fratello, seguire
Cristo sotto la guida del Vangelo,
nella difficile e stretta via
tracciata
dalla tradizione del nostro
Ordine,
promettendo la tua stabilità,
la conversione delle tue
abitudini e l'obbedienza,
secondo
Quello che professa
risponde:
Si, lo voglio.
L'Abate:
Vuoi, con la grazia dello
Spirito Santo,
impegnarti costantemente,
per giungere a quella carità
verso Dio e verso il prossimo,
che quando è perfetta scaccia
ogni timore?
Quello che professa
risponde:
Si, lo voglio.
Nei monasteri dediti completamente alla vita contemplativa, è conveniente
che l'Abate aggiunga:
Vuoi consacrare tutta la tua
vita a Dio
nella solitudine e nel
silenzio,
nella preghiera assidua e
nella penitenza coraggiosa,
nelle buone opere e
nell’umile fatica quotidiana?50
Quello che professa
risponde:
Sì, Padre,
con l'aiuto delle vostre
preghiere e della grazia di Dio.
Quella che professa
risponde:
Si, lo voglio.
Sacerdote:
Vuoi, sorella, seguire Cristo
sotto la guida del Vangelo,
nella difficile e stretta via
tracciata
dalla tradizione del nostro
Ordine,
promettendo la tua stabilità,
la conversione delle tue
abitudini e l'obbedienza,
secondo
Quella che professa
risponde:
Si, lo voglio.
Sacerdote:
Vuoi, con la grazia dello
Spirito Santo,
impegnarti costantemente,
per giungere a quella carità
verso Dio e verso il prossimo,
che quando è perfetta scaccia
ogni timore?
Quella che professa
risponde:
Si, lo voglio.
Nei monasteri dediti integralmente
alla vita contemplativa, è conveniente che il sacerdote aggiunga:
Vuoi consacrare tutta la tua
vita a Dio
nella solitudine e nel
silenzio,
nella preghiera assidua e
nella penitenza coraggiosa,
nelle buone opere e
nell’umile fatica quotidiana?50
Quella che professa
risponde:
Sì, Padre,
con l'aiuto delle vostre
preghiere e della grazia di Dio.
Preghiera dei fedeli
25. A questo punto l'Abate invita alla preghiera dicendo:
Fratelli carissimi,
preghiamo Dio Padre
onnipotente,
perché benedica questo suo
figlio N.
che egli ha chiamato a
seguire Cristo
nella perfezione evangelica
e lo confermi nel suo proposito.d
Tutti pregano in
silenzio
26. Se si cantano le litanie, il diacono dice
Inginocchiamoci, tutti si mettono
subito in ginocchio. Invece, nel tempo pasquale e nelle domeniche, omessa
l'ammonizione del diacono, quello che professa si mette in ginocchio, ma tutti
gli altri rimangono in piedi.51
I cantori incominciano le Litanie del rito della professione religiosa, rispondendo tutti. In queste Litanie si può omettere l’una o l’altra petizione che è indicata con la stessa lettera, ed anche un’invocazione. In un punto appropriato, possono aggiungersi le invocazioni di altri santi ai quali si dia culto con venerazione speciale in quel monastero, come quello del patrono del professo. Le petizioni finali possono scegliersi liberamente ed aggiungerne altre.52
Preghiera dei fedeli
25. Di
seguito l'Abate invita al discorso dicendo: Preghiamo:
Fratelli carissimi,
rivolgiamo umilmente l nostra
preghiera
a Dio Padre, datore di ogni
bene,
perché confermi il santo
proposito,
che egli stesso ha suscitato
in questa sua figlia N.e
Tutti pregano in
silenzio
26. Se si cantano le litanie, dice il diacono
Inginochiamoci, tutti si mettono
subito in ginocchio. Invece, nel tempo pasquale e nelle domeniche, omessa
l'ammonizione del diacono, quella che professa si mette in ginocchio, ma tutti
gli altri rimangono in piedi.51
I
cantori incominciano le Litanie del rito della professione religiosa,
rispondendo tutti. In queste Litanie si può omettere una o l’altra delle
petizioni che sono indicate con la stessa lettera, ed anche qualche
invocazione. In un punto appropriato, possono aggiungersi le invocazioni di
altri santi ai quali si dia culto con venerazione speciale in quel monastero,
come quello del patrono della professa. Le petizioni finali possono scegliersi
liberamente ed aggiungere altre. 52
Kyrie, eleison Kyrie,
eleison
Criste, eleison Criste,
eleison
Kyrie, eleison Kyrie,
eleison
Santa Maria, Madre di Dio, Prega per noi.
Sante Michele, Prega
per noi.
Santi Angeli di Dio, Pregate per
noi.
San Giovanni Battista, Prega per
noi.
San Giuseppe, Prega
per noi.
Santi Pietro e Paolo, Pregate per
noi.
San Giovanni, Prega
per noi.
Santa Maria Maddalena, Prega per noi.
Sant'Agnese, Prega
per noi.
San Basilio, Prega
per noi.
Sant'Agostino, Prega
per noi.
Sant’Antonio, Prega
per noi.
San Pacomio, Prega
per noi.
San Benedetto, Prega
per noi.
Santi Roberto, Alberico e
Stefano, Pregate per noi.
San Bernardo, Prega
per noi.
(Santi Francesco e Domenico, Pregate per noi.)
(Sant’Ignazio (di Loyola), Prega per noi.)
(San Vincenzo (de Paul), Prega
per noi.)
(San Giovanni Bosco, Prega per
noi.)
Santa Scolastica, Prega
per noi.
Santa Lutgarda, Prega
per noi.
Santa Caterina (di Siena), Pregate per noi.
Santa Teresa (d’Avila), Prega per noi.
Beata Maria Gabriella (Sagghedu), Prega per noi.
Voi tutti Santi e Sante di Dio,
Pregate per noi.
Nella tua misericordia, Salvaci, o Signore.
Da ogni male, Salvaci,
o Signore.
Da ogni peccato, Salvaci, o
Signore.
Dalla morte eterna, Salvaci, o Signore.
Per la tua incarnazione, Salvaci, o Signore.
Per la tua morte e risurrezione,
Salvaci, o Signore.
Per il dono dello Spirito
Santo, Salvaci, o Signore.
Kyrie, eleison Kyrie,
eleison
Criste, eleison Criste,
eleison
Kyrie, eleison Kyrie,
eleison
Santa Maria, Madre di Dio, Prega per noi.
Sante Michele, Prega
per noi.
Santi Angeli di Dio, Pregate per
noi.
San Giovanni Battista, Prega per
noi.
San Giuseppe, Prega
per noi.
Santi Pietro e Paolo, Pregate per
noi.
San Giovanni, Prega
per noi.
Santa Maria Maddalena, Prega per noi.
Sant'Agnese, Prega
per noi.
San Basilio, Prega
per noi.
Sant'Agostino, Prega
per noi.
Sant’Antonio, Prega
per noi.
San Pacomio, Prega
per noi.
San Benedetto, Prega
per noi.
Santi Roberto, Alberico e
Stefano, Pregate per noi.
San Bernardo, Prega
per noi.
(Santi Francesco e Domenico, Pregate per noi.)
(Sant’Ignazio (di Loyola), Prega per noi.)
(San Vincenzo (de Paul), Prega
per noi.)
(San Giovanni Bosco, Prega per
noi.)
Santa Scolastica, Prega
per noi.
Santa Lutgarda, Prega
per noi.
Santa Caterina (di Siena), Pregate per noi.
Santa Teresa (d’Avila), Prega per noi.
Beata Maria Gabriella (Sagghedu), Prega per noi.
Voi tutti Santi e Sante di
Dio, Pregate per noi.
Nella tua misericordia, Salvaci, o Signore.
Da ogni male, Salvaci,
o Signore.
Da ogni peccato, Salvaci, o
Signore.
Dalla morte eterna, Salvaci, o Signore.
Per la tua incarnazione, Salvaci, o Signore.
Per la tua morte e
risurrezione, Salvaci, o
Signore.
Per il dono dello Spirito
Santo, Salvaci, o Signore.
Noi peccatori, Ti preghiamo,
ascoltaci.
a. Perché tu doni alla
santa Chiesa
una vita sempre più feconda,
con l'offerta e
l'apostolato dei tuoi figli,
Ti preghiamo, ascoltaci.
O: Perché tu accresca nel tuo
servo il nostro Papa N.
e in tutti i ministri della
Chiesa
i doni dello Spirito Santo
Ti
preghiamo, ascoltaci.
b. Perché tu illumini e
guidi
la vita e l'opera dei
religiosi
a beneficio di tutta
l'umana famiglia,
Ti preghiamo, ascoltaci.
O: Perché tu conduca tutti gli
uomini
a realizzare pienamente la
vita cristiana
Ti
preghiamo, ascoltaci.
c. Perché tu aiuti le
famiglie religiose
a vivere nella carità
di Cristo
secondo l'esempio dei
loro fondatori,
Ti preghiamo, ascoltaci.
O: Perché tu unisca più
intimamente
all'opera redentrice del tuo
Figlio
coloro che professano i
consigli evangelici
Ti preghiamo,
ascoltaci.
d. Perché ti degni
visitare e consolare
questo monastero e
coloro che vi abitano,
Ti preghiamo, ascoltaci.
Noi peccatori, Ti preghiamo,
ascoltaci.
a. Perché tu doni alla
santa Chiesa
una vita sempre più feconda,
con l'offerta e
l'apostolato dei tuoi figli,
Ti preghiamo, ascoltaci.
O: Perché tu accresca nel tuo
servo il nostro Papa N.
e in tutti i ministri della
Chiesa
i doni dello Spirito Santo
Ti
preghiamo, ascoltaci.
b. Perché tu illumini e
guidi
la vita e l'opera dei
religiosi
a beneficio di tutta
l'umana famiglia,
Ti preghiamo, ascoltaci.
O: Perché tu conduca tutti gli
uomini
a realizzare pienamente la
vita cristiana
Ti
preghiamo, ascoltaci.
c. Perché tu aiuti le
famiglie religiose
a vivere nella carità
di Cristo
secondo l'esempio dei
loro fondatori,
Ti preghiamo, ascoltaci.
O: Perché tu unisca più
intimamente
all'opera redentrice del tuo
Figlio
coloro che professano i
consigli evangelici
Ti
preghiamo, ascoltaci.
d. Perché ti degni
visitare e consolare
questo monastero e
coloro che vi abitano,
Ti preghiamo, ascoltaci.
O: Perché ti
degni istruirci
nella disciplina
regolare
Ti preghiamo, ascoltaci.
e. Perché tu ricolmi della
tua grazia
i genitori che a te
hanno offerto il loro figlio,
questo nostro fratello
N.,
Ti preghiamo, ascoltaci.
O: Perché tu doni a questo nostro fratello N.
la forza di
perseverare
nell'impegno della
vita consacrata,
Ti preghiamo, ascoltaci.
O: Perché in questa scuola del tuo
servizio,
tu benedica,
santifichi e consacri
questo tuo figlio, il
nostro fratello N.,
Ti preghiamo, ascoltaci.
Gesù, Figlio del Dio vivo, Ti preghiamo, ascoltaci.
Cristo, ascoltaci, Cristo,
ascoltaci.
Cristo, esaudiscici, Cristo, esaudiscici.
27. Il Celebrante tenendo le mani stese così
conclude la preghiera.
Accogli, Signore, le
invocazioni del tuo popolo
e con la tua grazia prepara
questo tuo figlio
perché il fuoco dello Spirito
Santo
lo purifichi dal peccato
e lo infiammi con l'ardore
della carità.
Per Cristo nostro Signore.53
O: Perché ti
degni istruirci
nella disciplina
regolare
Ti preghiamo, ascoltaci.
e. Perché tu ricolmi della
tua grazia
i genitori che a te
hanno offerto la sua figlia,
questa nostra sorella
N.
Ti preghiamo, ascoltaci.
O: Perché tu
doni a questa nostra sorella N.
la forza di
perseverare
nell'impegno della
vita consacrata,
Ti preghiamo, ascoltaci.
O: Perché in questa scuola del tuo
servizio,
tu benedica,
santifichi e consacri
questa tua figlia, la
nostra sorella N.
Ti preghiamo, ascoltaci.
Gesù, Figlio del Dio vivo, Ti preghiamo, ascoltaci.
Cristo, ascoltaci, Cristo,
ascoltaci.
Cristo, esaudiscici, Cristo, esaudiscici.
27. Il Celebrante tenendo le mani stese così
conclude la preghiera.
Accogli, Signore, le
invocazioni del tuo popolo
e con la tua grazia prepara
questa tua figlia
perché il fuoco dello Spirito
Santo
lo purifichi dal peccato
e lo infiammi con l'ardore
della carità.
Per Cristo nostro Signore.53
Professione
28. L'Abate si siede e riceve (la mitra e) il
pastorale.e Quello che professa,
stando in piedi sei gradini davanti all'Abate, legge la formula della professione
che egli stesso ha scritto, secondo la formula delle Costituzioni dell'Ordine,
della Congregazione o del Monastero.f
Poi
si avvicina all'altare, vi colloca la scheda della professione e la firma sullo
stesso altare. Una volta baciato l'altare, ritorna nel mezzo.54 L'Abate si alza (senza mitra), e tutti
si alzano a loro volta.
29. Il professo, stando in piedi davanti ai
gradini, come all'inizio, canta tre volte questo versetto:
Accoglimi, Signore, secondo
la tua parola e avrò la vita;
non deludermi nella mia
speranza.
Mettendo le mani e le ginocchia in
terra per tre volte, dopo aver cantato, implora il consenso.
La comunità lo ripete anche tre
volte, aggiungendo Gloria al Padre alla fine dell'ultima ripetizione.55
Solenne benedizione o consacrazione del neoprofesso
30. Ora, il professo si inginocchia ai piedi dell'Abate e dei fratelli, professi solenni, chiedendo la loro preghiera, dicendo:
Prega per me, Padre
(Fratello).
Professione
28. Il sacerdote si siede. L’Abbadessa si
siede e riceve il pastorale. Quella che professa, stando in piedi sui gradini davanti
all’Abbadessa, legge la formula della professione che ella stessa ha scritto,
secondo la formula delle Costituzioni dell'Ordine, della Congregazione o del
Monastero.f
Poi
si avvicina all'altare, vi colloca la scheda della professione e la firma sullo
stesso altare. Una volta baciato l'altare, ritorna nel mezzo.54 Il
sacerdote si alza e tutti si alzano anche.
29. La professa, stando in piedi davanti ai
gradini, come all'inizio, canta tre volte questo versetto:
Accoglimi, Signore, secondo
la tua parola e avrò la vita; non deludermi nella mia speranza.
Mettendo le mani e le ginocchia in
terra per tre volte, dopo aver cantato, implora il consenso.
La comunità lo ripete anche tre
volte, aggiungendo Gloria al Padre alla fine dell'ultima petizione.55
Solenne benedizione o consacrazione della neoprofessa
30. Ora, la professa si inginocchia ai piedi
dell’Abbadessa e delle sorelle, professe solenni, chiedendo la loro preghiera,
dicendo:
Prega per me, Madre
(Sorella).
Il fratello
abbracciandolo risponde:
Il Signore sia con te.
Oppure:
Il Signore protegga la tua entrata
e l’uscita.
Terminato ciò, ritorna davanti all'altare, prostrandosi con tutto il suo corpo.
Intanto, in piedi, alternano i due cori il canto del Salmo 50 Miserere mei, Deus, o un altro Salmo o canto appropriato per questa circostanza.56
Questo rito si
omette quando sembri più opportuno che’ appena il professo ha ricevuto la
cocolla, sia ammesso al bacio di pace (più sotto n. 33).
31. Finito il canto, l'Abate lascia il pastorale
(e la mitra) e stando in piedi, stendendo le mani sul professo prostrato con
tutto il suo corpo in terra57,
pronuncia una delle seguenti benedizioni, di cui, come sembri conveniente,
possono omettersi le parole che stanno tra parentesi:
Oppure:
O Dio58, Padre misericordioso,
per mezzo del tuo Unigenito
Figlio,
hai creato ogni cosa
e per il mistero della Sua
Incarnazione
hai salvato il mondo immerso
nel peccato.
Ora ti supplichiamo:
fa' che la grazia del Signore
Gesù
scenda e riposi su questo tuo servo
che per sempre rinuncia al
mondo,
La sorella
abbracciandola risponde:
Il Signore sia con te.
Oppure:
Il Signore protegga le tue
entrate ed uscite.
Finito questo, ritorna davanti all’altare, prostrandosi con tutto il suo corpo.
Nel frattempo, in piedi, alternano i due cori il canto del Salmo 50 Miserere mei, Deus, o un altro Salmo o canto appropriato per questa circostanza.56
Questo
rito si omette quando sembri più opportuno che appena la professa ha ricevuto
la cocolla e il velo nero, sia ammessa al bacio di pace (più sotto n. 33).
31. Finito il canto, il sacerdote, stendendo
le mani sulla professa prostrata con tutto il suo corpo in terra57,
pronuncia una delle seguenti benedizioni, delle quali, come sembri conveniente,
possono omettersi le parole che stanno tra parentesi:
Oppure:
O Dio58, Padre misericordioso,
per mezzo del tuo Unigenito
Figlio,
hai creato ogni cosa
e per il mistero della Sua
Incarnazione
hai salvato il mondo immerso
nel peccato.
Ora ti supplichiamo:
fa' che la grazia del Signore
Gesù
scenda e riposi su questa tua
serva
che per sempre rinuncia al mondo,
perché rinnovato nel profondo
del suo cuore,
si spogli dell'uomo vecchio
con tutti i suoi atti
e meriti di rivestire l'uomo
nuovo
creato secondo la tua
immagine.
Per Cristo nostro Signore.59
Tutti rispondono:
Amen.
Imploriamo Te, Signore Gesù
Cristo,
che sei bontà piena di
tenerezza
e l'unica Via che conduce al
Padre.
Ti preghiamo: libera questo
tuo servo
dai desideri ingiusti che
sono nell'uomo,
guidalo sulla via ordinata
tracciata dalla Regola,
ricordati che hai chiamato a
te i peccatori;
a loro hai detto:
"Venite a me voi tutti
che siete affaticati
e oppressi ed io vi
ristorerò".
Fa' che questo tuo invito
renda questo nostro fratello
così audace
da dimenticare i suoi peccati
per gustare la dolcezza della
tua amicizia
e sentirsi sostenuto dal tuo
celeste nutrimento:
il cibo che hai promesso al
tuo gregge.
Accoglilo tra le tue pecore,
così che anche lui
scelga di rimanere con te e
non segua nessun altro,
non ascolti altra voce che
non sia la tua, che dice:
"Chi mi vuol servire mi
segua".
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli.
Tutti rispondono:
Amen.
perché rinnovata nel profondo
del suo cuore,
si spogli dell'uomo vecchio
con tutti i suoi atti
e meriti di rivestire l'uomo
nuovo
creato secondo la tua
immagine.
Per Cristo nostro Signore.59
Tutti rispondono:
Amen.
Imploriamo Te, Signore Gesù
Cristo,
che sei bontà piena di
tenerezza
e l'unica Via che conduce al
Padre.
Ti preghiamo: libera questa
tua serva
dai desideri ingiusti che
sono nell'uomo,
guidala sulla via ordinata
tracciata dalla Regola,
ricordati che hai chiamato a
te i peccatori;
a loro hai detto:
"Venite a me voi tutti
che siete affaticati
e oppressi ed io vi
ristorerò".
Fa' che questo tuo invito
renda questa nostra sorella
così audace
da dimenticare i suoi peccati
per gustare la dolcezza della
tua amicizia
e sentirsi sostenuta dal tuo
celeste nutrimento:
il cibo che hai promesso al
tuo gregge.
Accoglila tra le tue pecore,
così che anche lei
scelga di rimanere con te e
non segua nessun altro,
non ascolti altra voce che
non sia la tua, che dice:
"Chi mi vuol servire mi
segua".
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli.
Tutti rispondono:
Amen.
O Santo Spirito,
che ti sei rivelato agli
uomini come Dio e Signore:
imploriamo da te,
Bontà immensa e Soffio di vita che spiri ovunque,
il dono della tua grazia
perché questo nostro fratello
sia ripieno del tuo Amore
e riceva in pienezza il dono
della Sapienza.
Dolce ospite dell'anima,
sii per lui il Maestro
interiore:
e ripieno del Tuo santo
Crisma,
sia istruito in ogni cosa da
te.
Per l'intercessione di san
Benedetto,
che Tu hai suscitato e dato a
noi
come Padre e principale
legislatore,
e dei santi Roberto, Alberico
e Stefano,
primi padri di Cîteaux,
ti preghiamo di convertire
veramente
il cuore di questo nostro
fratello dalla vanità;
sia libera da ogni cattiva
inclinazione.
Tu che sei il perdono dei peccati,
rendilo fervoroso nelle cose
di Dio;
in ogni angustia e prova
sperimenti il tuo conforto.
Infine, sostenuto dalla
nostra carità fraterna,
e per la sua umiltà e
obbedienza,
fa' che possa portare
felicemente a termine
quello che per tua grazia ha
promesso.
Lo attendiamo da te,
che insieme a Dio Padre
e al santo Suo Figlio
Unigenito, Gesù Cristo,
nostro Signore,
vivi e sei glorificato nei
secoli dei secoli.
Tutti rispondono:
Amen.
O Santo Spirito,
che ti sei rivelato agli
uomini come Dio e Signore:
imploriamo da te,
Bontà immensa e Soffio di
vita che spiri ovunque,
il dono della tua grazia
perché questa nostra sorella
sia ripiena del tuo Amore
e riceva in pienezza il dono
della Sapienza.
Dolce ospite dell'anima,
sii per lei il Maestro
interiore:
la tua provvidenza la guidi,
e ripiena del Tuo santo
Crisma,
sia istruita in ogni cosa da
te.
Per l'intercessione di san
Benedetto,
che Tu hai suscitato e dato a
noi
come Padre e principale
legislatore,
e dei santi Roberto, Alberico
e Stefano,
primi padri di Cîteaux,
ti preghiamo di convertire
veramente
il cuore di questa nostra
sorella dalla vanità;
sia libera da ogni cattiva
inclinazione,
Tu che sei il perdono dei
peccati.
Rendila fervorosa nelle cose
di Dio;
in ogni angustia e prova
sperimenti il tuo conforto.
Infine, sostenuta dalla
nostra carità fraterna,
e per la sua umiltà e
obbedienza,
fa' che possa portare
felicemente a termine
quello che per tua grazia ha
promesso.
Lo attendiamo da te,
che insieme a Dio Padre
e al santo Suo Figlio
Unigenito, Gesù Cristo,
nostro Signore,
vivi e sei glorificato nei
secoli dei secoli.
Tutti rispondono:
Amen.
Oppure:
O Dio, fonte ed origine di
ogni santità,
che amasti tanto gli uomini
creati da te,
che li facesti partecipi della
tua natura divina,
perché né il peccato di
Adamo, né i crimini del mondo,
potessero distruggere o
cambiare
la decisione della tua
volontà.
Già dalle origini del tempo
ci mostrasti Abele
come modello di una vita
innocente;
dal tuo amato paese ebraico
facesti sorgere
santi uomini provvidenziali
e donne illustri per ogni
tipo di virtù,
tra le quali risplende in
maniera speciale
la sempre Vergine María,
dal cui seno nacque il tuo
Verbo,
il nostro Gesù Cristo Signore,
incarnato per la salvezza del
mondo.
Egli, seguendo la forma di
santità
che tu, Padre, scegliesti per
lui,
diventò povero per arricchirci
con la sua povertà,
e prese la condizione di
schiavo per farci liberi.
Col suo mistero pasquale
redense il mondo
con un amore ineffabile
e santificò la sua Chiesa,
per cui meritò da te, Signore,
i doni dello Spirito.
Tu, col suggerimento della
voce del Paráclito,
attraesti alla sequela di
Cristo innumerevoli figli,
che, abbandonate tutte le
cose,
a te si uniscono con spirito
fervoroso,
mediante i soavi vincoli
della carità,
e servono tutti i loro
fratelli.
Metti i tuoi occhi, Signore,
su questo tuo servo
che chiamasti con la tua
celeste provvidenza
ed infondi in lui lo Spirito
della santità,
affinché, quello che, per la
tua grazia,
Oppure:
Dio, autore e custode del
proposito santo,
s'innalzi a te il canto della
nostra lode:
tu con ineffabile amore
per mezzo del tuo Verbo nello
Spirito Santo
hai creato l'umana famiglia
e nella tua infinita bontà
l'hai voluta unire a te in
comunione di vita,
per adornarla, come sposa,
con lo splendore della tua
immagine
e con i doni della vita
eterna.
E quando per l'inganno di
satana,
infranse il vincolo della sua
fedeltà,
tu non l'hai esclusa dal
patto nuziale,
ma spinto da eterno amore,
hai rinnovato in Noè, tuo
servo,
l'antico patto di alleanza.
[Da Abramo, padre della
nostra fede,
hai suscitato un popolo più
numeroso delle stelle del cielo
e con Mosè, tuo eletto,
hai sancito l'alleanza sulle
tavole della legge.
Da questo popolo che tu hai
amato
sorsero, nel corso dei
secoli, donne sante,
insigni per pietà e fortezza,
gloriose per fede e santità
di vita].
E quando venne la pienezza
dei tempi,
dalla radice di lesse hai
fatto nascere
che, adombrata dalla tua
potenza,
per opera dello Spirito
Santo,
dal suo grembo verginale
diede alla luce il Redentore
del mondo.
Egli, povero, umile,
obbediente,
divenne fonte e modello di
ogni santità;
fondò
da offrire se stesso per lei
e santificarla con il proprio
sangue.
ha promesso con gioia,
col tuo aiuto compia
fedelmente.
Che osservi con molta
attenzione
gli esempi del Maestro divino
e li imiti giorno dopo
giorno.
(Risplenda in lui, Signore,
una castità senza macchia,
una povertà gioiosa ed
un'obbedienza generosa.
Che ti compiaccia per la sua umiltà,
ti serva con cuore sottomesso
ed a te si unisca
con fervente carità.
Sia paziente nella
tribolazione, fermo nella fede,
allegro nella speranza, e che
agisca sempre
mosso dall'amore).
Che la sua vita edifichi
cooperi alla salvezza del
mondo
e sia un segno illustre dei
beni celesti.
Signore, Padre santo, per
questo tu servo sii guida
e difesa, e, quando arriverà
al tribunale
di tuo Figlio, sii la sua
ricompensa ed il suo premio,
affinché si rallegri di avere
compiuto
il suo servizio di devozione;
e firmo nel tuo amore, lieto della
compagnia
dei tuoi Santi con essi ti offra
un onore perpetuo.
Per Cristo nostro Signore.g
Tutti rispondono:
Amen.
Oppure:
O Dio, grazie a te la tua
Chiesa santificata risplende:
tu meriti la lode di ogni
creatura.
Tu, al principio del tempo,
creasti un mondo felice,
e, benché caduto per il
peccato di Adamo,
E tu, Padre santo, con
disegno provvidenziale,
hai voluto che innumerevoli
tue figlie
seguissero il Cristo come discepole
e fossero elevate alla
dignità di sue spose.
[Con ammirabile varietà di
carismi
fiorisce
come sposa ornata di gemme,
regina splendente di gloria,
madre esultante di figli].
Ti supplichiamo umilmente, o
Padre:
manda lo Spirito Santo su
questa tua figlia,
perché alimenti la fiamma del
proposito
che tu hai acceso nel suo
cuore.
Risplenda in lei
il candore del Battesimo e
l'innocenza della vita.
Aderisca a te con fervore di
carità,
fortificata dal santo vincolo
della professione.
Custodisca fedelmente
l'unione a Cristo, unico Sposo;
con generoso amore ami
e nella carità di Cristo
abbracci tutti i fratelli,
testimoniando la beata speranza
dei beni celesti.
Signore, Padre santo, nella
tua misericordia
guida i passi di questa tua
figlia,
proteggila nel suo cammino,
perché, davanti al tribunale
dell'eterno Re,
non tema le parole del
giudice,
ma riconosca la voce dello
Sposo,
che la invita alla gioia
delle nozze eterne.
Per Cristo nostro Signore.g
Tutti rispondono:
Amen.
promettesti un cielo nuovo ed
una terra nuova.
La terra raccomandasti agli
uomini,
affinché la rendessero feconda
con il loro lavoro
ed affinché, percorrendo le
sue strade,
dirigessero i loro passi
verso la città celeste.
Ma i tuoi figli, iniziati nei
sacri misteri,
riunisti nella tua Chiesa santa,
e distribuisti vari doni
carismatici,
affinché alcuni ti servano
nel sacro matrimonio
ed altri rinuncino al
matrimonio per il regno di
dei cieli, abbiano in comune,
con i loro fratelli,
tutti i beni e si amino tanto
intensamente
da arrivare ad avere un solo cuore,
giungendo ad essere un segno
della famiglia eterna.
Ti preghiamo umilmente,
che invii dai cieli il tuo
Spirito consolatore
su questo tuo servo,
che aderisce con fede costante
alle parole di Cristo.
Irrobustisci il suo spirito
e conforma la sua vita alla
dottrina del Vangelo.
Sia fervente in lui, Signore,
la carità mutua
ed abbia uno zelo ardente per
la salvezza
degli uomini, affinché sia un
segno manifesto
che tu sei il Dio vero
che ami tutti gli uomini con
infinito amore.
Fa', Signore, che, resistendo
virilmente
alle lotte di questa vita,
riceva, già ora, il cento per
uno che promettesti,
e finalmente meriti di
ottenere la palma eterna.
Per Cristo nostro Signore.h
Tutti rispondono:
Amen.
Oppure:
Dio, creatore del mondo e
padre di tutti gli uomini,
noi ti lodiamo e ti rendiamo
grazie
perché dalla stirpe di Abramo
hai scelto un popolo,
gli hai dato la gloria del
tuo nome
e l'hai consacrato a te.
Con la tua parola lo hai
confortato
mentre errava nel deserto
e lo hai protetto con la tua
mano potente;
povero e disprezzato,
lo hai unito a te con un
patto d'amore;
quando si allontanava,
con grande bontà lo hai richiamato
ai sentieri di giustizia;
quando ti cercava,
gli sei andato incontro con
amore paterno,
fino a introdurlo, libero,
nella terra promessa.
E noi, o Padre, ti
benediciamo,
perché in Gesù Cristo, tuo
Figlio e nostro fratello,
hai voluto chiamarci alla luce
della verità.
Egli, nato dalla Vergine
Maria,
per redimere il tuo popolo
dal peccato,
morì sulla croce
e con la sua risurrezione
preannunziò la gloria futura.
Asceso alla tua destra,
mandò lo Spirito Santo
per chiamare innumerevoli
discepoli
che, seguendo i consigli del
Vangelo,
consacrassero tutta la vita
alla gloria del tuo nome
e alla salvezza degli uomini.
Risuoni oggi la tua casa di
un cantico nuovo
per questa nostra sorella
che, docili alla tua chiamata,
si è offerta al tuo servizio.
Consegna della cocolla
32. Finita la benedizione, il nuovo monaco si
alza e si avvicina all'Abate che, dopo aver tolto la cappa, gli mette la cocolla,
senza dire niente o con queste parole o altre simili:
Il Signore ti rivesta del
nuovo uomo,
creato secondo Dio in
giustizia e santità vera:60
e il ministero che, per mezzo
mio,
si manifesta esternamente,
Manda, o Signore, il dono
dello Spirito
su questa tua figlia,
che per te ha lasciato ogni
cosa.
Risplenda in lei, o Padre, il
volto del tuo Cristo,
perché renda visibile la sua
presenza nella Chiesa.
Con il tuo aiuto conservi
libero il suo cuore,
per prendere su di sé le
ansie dei fratelli
e servire il Cristo
sofferente nelle sue membra.
Negli eventi umani sappia
vedere
la divina provvidenza che la
guida.
Con il dono della propria
vita
affretti l'avvento del tuo
regno
in attesa di riunirsi ai tuoi
santi
nella patria celeste.
Per Cristo nostro Signore.h
Tutti rispondono:
Amen.
Consegna della cocolla e del velo nero
32. Finita la benedizione, la nuova monaca si
alza e si avvicina all’Abbadessa che, dopo avere tolto la cappa, le mette la
cocolla e il velo nero,i senza
dire nulla o con queste parole o altre simili:
Il Signore ti rivesta del
nuovo uomo,
creato secondo Dio in
giustizia e santità vera:60
e che il ministero che, per
mezzo mio,
si manifesta esternamente,
per un dono dello Spirito
Santo,
si compia internamente. 61
Oppure:
Ecco, il nostro fratello N.
viene ora rivestito dell'abito
che i santi Padri stabilirono
fosse portato
come segno di innocenza e
umiltà
da coloro che rinunziano al
mondo.
Il Figlio di Dio
che si è degnato rivestire la
nostra carne mortale
ti conceda di rivestirti di
lui stesso,
Gesù Cristo nostro Signore.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.62
Tutti rispondono:
Amen.
33. Dove c'è l'abitudine e sembra opportuno
(vedi sopra, n. 30), l'Abate ed i Fratelli della comunità ammettono il professo
al bacio di pace. Frattanto si canta l'antifona:
Vedete che dolcezza, che
delizia,
che convivano uniti i
fratelli.
col
salmo 132 o un altro canto appropriato.i
34. Dopo tutto questo, il nuovo professo reprende il suo posto che gli spetta nel coro, e l'Abate ritorna alla sede e continua la messa. Il credo si dice, se così indicano le rubriche. Si omette la preghiera comune o dei fedeli, quando si cantano le litanie.
per un dono dello Spirito
Santo,
si porti internamente a
termine.
Oppure:
Ecco, la nostra sorella N.
viene ora rivestita dall'abito
che i santi Padri stabilirono
fosse portato
come segno di innocenza e
umiltà
da coloro che rinunziano al
mondo.
Il Figlio di Dio
che si è degnato rivestire la
nostra carne mortale
ti conceda di rivestirti di
lui stesso,
Gesù Cristo nostro Signore.62
Tutti rispondono:
Amen.
33. Dove è abitudine e sembra opportuno (Cfr.
n. 30), l’Abbadessa e le Sorelle della comunità ammettono la professa al bacio
di pace. Frattanto si canta l'antifona:
Vedete che dolcezza, che
delizia,
che convivano i fratelli
uniti.
col
salmo 83 o un altro canto appropriato.k
34. Dopo tutto questo, la nuova professa
riprende il suo posto nel coro che le spetta, e l’Abbadessa ritorna alla sede e
continua la messa. Il credo si dice, se così indicano le rubriche. Si omette la
preghiera comune o dei fedeli, quando si cantano le litanie.
Nella preghiera eucaristica si ricorda, secondo quanto indicano le
formule che sono nel Messale per il giorno della professione perpetua,
l'oblazione il professo. Una volta finita l’orazione dopo la comunione, prima
del rito di conclusione, l'Abate può dare al professo una delle benedizioni che
sono nel Messale in quella stessa Messa.63
35. Dopo il congedo, l'Abate prende
dall'altare la carta della professione e la porta con rispetto fino alla
sacrestia dove la consegna al segretario affinché l'archivi.
Poi si registra la professione in un libro speciale, nel quale si annotano con ogni attenzione il giorno, il mese e l’anno, e firmano in primo luogo l'Abate, dopo il monaco che emise la professione, ed infine i testimoni. E si fa la stessa cosa sotto la firma della formula della professione che ha letto il Fratello facendo la professione. Immediatamente l'Abate fa sapere al parroco del luogo dove il professo è stato battezzato perché anche lì venga registrato.
Nella
preghiera eucaristica si ricorda, secondo quanto indicano le formule che sono
nel Messale per il giorno della professione perpetua, l'oblazione di quella
professa. Una volta finita l’orazione dopo la comunione, prima del rito di
conclusione, il sacerdote può dare alla nuova professa una delle benedizioni
che sono nel Messale in quella stessa Messa.63
35. Dopo il congedo, l'Abate prende
dall'altare la carta della professione e la porta con rispetto fino alla
sacrestia dove la consegna al segretario affinché l'archivi.
Poi
si registra la professione in un libro speciale, nel quale si annotano con ogni
attenzione il giorno, il mese e l’anno, e lo firmano in primo luogo l’Abbadessa,
quindi la monaca che emise la professione, ed infine i testimoni. E si fa la
stessa cosa sotto la firma della formula della professione che ha letto
36. Quando un monaco si trasferisce passa da un monastero sui iuris ad un altro, nella famiglia Cistercense, o passa della Famiglia benedettina alla nostra, osservati i requisiti prescritti dal diritto, il rito si svolge nel modo seguente:
37. Dove è consuetudine, in primo luogo si fa
la petizione e la promessa di obbedienza nel capitolo. Il fratello che è stato
accettato si porta in mezzo, stando davanti all’Abate, si prostra, o si inginocchia,
o si inchina profondamente. Quindi rimane in piedi davanti all’Abate che l'interroga:
Che cosa chiedi?
Il fratello
risponde:
La misericordia di Dio e la
vostra.
Invitato
ad alzarsi e ammonito sull’importanza del nuovo passo, s’inginocchia davanti
all’Abate e, ponendo le sue mani nelle mani dell’Abate, dice:
Padre,
prometto a te e ai tuoi
legittimi successori,
l’obbedienza secondo
fino alla morte.
L’Abate:
E Dio ti conceda la vita
eterna.
Tutti rispondono:
Amen.
Quindi l’Abate lo
abbraccia. 67
36. Quando una suora passa da un monastero sui iuris ad un altro, nella famiglia Cistercense, o passa della Famiglia benedettina alla nostra, osservati i requisiti prescritti dal diritto, il rito si svolge nel modo seguente:
37. Dove è consuetudine, in primo luogo si fa
la petizione e la promessa di obbedienza nel capitolo. La suora che è stata
accettata si pone al centro e si prostra, o si inginocchia, o si inchina profondamente.
Quindi rimane in piedi davanti all’Abbadessa che l'interroga:
Che cosa chiedi?
Risponde:
La misericordia e la vostra.
Invitato ad alzarsi
e ammonito sull’importanza del nuovo passo, s’inginocchia davanti all’Abbadessa
e (mettendo le mani giunte nelle mani di lei) dice:
Madre,
prometto a te e ai tuoi
successori legittimi,
obbedienza secondo
fino alla morte.
L’Abbadessa le
risponde:
Dio ti conceda la vita
eterna.
Tutte le altre
rispondono:
Amen.
Quindi l’Abbadessa
la abbraccia.67
38. È bene che per questa occasione la
celebrazione dell’Eucaristia sia presieduta dall’Abate. Dopo il Vangelo e l'omelia,
stando in piedi tutti, il fratello ammesso si mette davanti all'altare e legge
la formula della nuova stabilità, in questa maniera:
Io Fratello. N.
(o della Congregazione N.)
dell'Ordine cistercense,
(o della Stretta Osservanza)
prometto la mia stabilità
secondo
in presenza di Dio e di tutti
i suoi santi
(le cui reliquie si
conservano qui)
in questo luogo68 che si chiama N.,
dello (stesso) Ordine (...),
in presenza di Dom N.,
Abate (Priore) di questo
monastero. 69, k
Se il fratello
ammesso proviene dall'Ordine monastico benedettino, dice:
Io, Fratello N.,
monaca dell'Ordine di san
Benedetto,
prometto stabilità
secondo
in presenza di Dio e di tutti
i suoi santi
38. È bene che per questa occasione la
celebrazione dell’Eucaristia sia presieduta dal Padre Abate Immediato. Dopo il
Vangelo e l'omelia, stando in piedi tutti, l’Abbadessa si avvicina col pastorale
davanti all'altare, e la suora ammessa si avvicina e si mette davanti all'altare
e legge la formula della nuova stabilità, in questa maniera:
Io Sorella N.
(o della Congregazione N.)
dell'Ordine cistercense,
(o della Stretta Osservanza)
prometto la mia stabilità
secondo
in presenza di Dio e di tutti
i suoi santi
(le cui reliquie si conservano qui)
in questo luogo68 che si chiama N.,
dell’ (stesso) Ordine (...),
in presenza di Domna N.,
Abbadessa (Priora) di questo
monastero, 69, l
(e di Dom N., Abate di N.,
Padre Immediato). m
Se la sorella
ammessa proviene dall'Ordine monastico benedettino, dice:
Io, Sorella N.,
monaca dell'Ordine di san Benedetto,
prometto stabilità
secondo
in presenza di Dio e di tutti
i suoi santi
(le cui reliquie si conservano
qui),
in questo posto68 che si chiama N.,
(o della Congregazione N.) dell'Ordine
Cistercense,
(o della Stretta Osservanza),
in presenza di Dom N.,
Abate (Priore) di questo
monastero. 70, k
Una volta letta la
formula, la firma e la consegna all’Abate.
39. Poi l'Abate ed i Fratelli della comunità
ammettono il monaco che ha emesso la nuova stabilità al bacio di pace. Nel
frattempo, il coro può cantare Dove
l'amore è vero, lì sta Dio , o il salmo 132 Vedete quale dolcezza, o un altro canto appropriato. Una volta finito
il canto, il monaco ritorna al suo posto e l'Abate continua la messa che lo
stesso monaco che ha emesso la stabilità, se è sacerdote, può concelebrare come
gli altri monaci sacerdoti.
40. Poi si registra il verbale
dell’avvenimento, come è abitudine, che deve essere firmato dal Superiore, dal
professo e dai testimoni. Il più presto possibile, si invierà una copia esatta
di questi verbali al monastero da dove proviene il fratello che ha emesso la
nuova stabilità.71
(le cui reliquie si conservano
qui),
in questo posto68 che si chiama N.,
(o della Congregazione N.)
dell'Ordine Cistercense,
(o della Stretta Osservanza),
in presenza di Domna N.N.,
Abbadessa (Priora) di questo
monastero,
(e di Dom N.N.; Abate di N.,
Padre Immediato). m
Una volta letta la
formula, la firma e la consegna all’Abbadessa.
39. Poi l’Abbadessa e le Sorelle della
comunità ammettono la suora che ha emesso la nuova stabilità al bacio di pace.
Nel frattempo il coro può cantare Dove
l'amore è vero, lì sta Dio, o un altro canto appropriato. Una volta finito
il canto, la suora ritorna al suo posto ed il celebrante continua la messa.
40. Poi si registra il verbale dell’avvenimento,
come è abitudine, che deve essere firmato dalla Superiora, dalla professa e dai
testimoni. Il più presto possibile, si invierà una copia esatta di questi
verbali al monastero da dove proviene la suora che ha emesso la nuova stabilità.71
RITO
FACOLTATIVO NEL 25º O NEL 50º ANNIVERSARIO DI PROFESSIONE
1. Nell'Ordine Cistercense è rimasto, nel
corso dei secoli, l'abitudine di celebrare il “giubileo” nel cinquantesimo anniversario
della professione monastica; questa abitudine, in alcuni monasteri, si è estesa
al 25º anniversario.72
Oltre
alle orazioni proprie del Messale, per questa celebrazione sono state ammesse,
per tradizione, alcune abitudini che si descrivono più sotto.
2.
3. Le antifone d'ingresso e alla comunione
si prendono, secondo l’opportunità, da una delle tre Messe “per
4. Si può cantare il Gloria, come alla norma
n. 31 dell'Istituzione Generale del Messale.
5. Tanto la colletta come le preghiere
delle offerte e la preghiera dopo la comunione, sono proprie e si trovano nel
Messale per questa occasione.
6. Le letture possono prendersi dalla
Messa del giorno o dai testi che si propongono nel lezionario per la
professione religiosa.75
7. Nella preghiera dei fedeli, si può recitare
un'intenzione relativa all'anniversario della professione, come alla norma n.
45 dell'Istituzione Generale del Messale.
8. Nella Preghiera eucaristica, si può
prendere la prefazione della Messa “per la professione perpetua.”
NEL 25º
ANNIVERSARIO DELLA PROFESSIONE
9. Dopo il Vangelo della messa e l'omelia,
il Fratello può avvicinarsi al gradino del presbiterio e lì dire, di fronte
all'altare e stando in piedi tutti:
Io, Fratello N.N.,
promisi venticinque anni fa
la mia stabilità, la
conversione delle mie abitudini
e l’obbedienza secondo
in presenza di Dom N., allora
Abate (Priore) di N.
Oggi confermo questa mia
professione,
grato e contento del passato,
e confidando umilmente per il
futuro,
aiutato dalla misericordia di
Dio
e dalle preghiere dei miei
Fratelli.
L'Abate dice a
quello che celebra il giubileo:
E Dio ti conceda la vita
eterna.
Tutti rispondono:
Amen.
L'Abate gli dà un
bacio di pace.
10. Di seguito l'Abate può aggiungere uno delle
seguenti orazioni:
Signore Gesù Cristo,
che sei la vera via che
conduce al Padre,
in questi venticinque anni
hai sostenuto con
misericordia questo tuo servo,
il nostro fratello ... N ...
nella scuola della vita
monastica
e nel servizio della tua
maestà.
Invochiamo la tua clemenza,
perché tu lo benedica
e rinnovi il suo spirito e la
sua mente,
così fondata nella tua carità,
per l’intercessione
del nostro santo padre
Benedetto,
corra sulla via dei tuoi
comandamenti
con cuore dilatato
fino al giorno che da te
condotto,
giunga al porto dell’eterna
salvezza.
Lo chiediamo a te
che vivi e regni nei secoli
dei secoli. 76
Oppure:
Guarda con bontà, o Signore,
questo tuo figlio,
che nella tua provvidenza,
hai chiamato alla perfezione
evangelica;
fa’ che prosegua con generosa
e costante dedizione
il cammino intrapreso con tanto
entusiasmo.
Per Cristo nostro Signore. 77
Tutti rispondono:
Amen.
11. O, se si crede più opportuno, nella
preghiera dei fedeli, senza omettere le intenzioni universali, può darsi
un'ampiezza maggiore all'intenzione votiva di tale celebrazione al cui fine si
aggiungono il discorso, come si è indicato più su, gli adattamenti necessari.
12. Quando si tratti di una suora, tutto aviene
nello stesso modo, ma invece della preghiera del n. 10, si dice la seguente:
Guarda con bontà, o Signore,
questa tua figlia,
che nella tua provvidenza
hai chiamato a seguire più da
vicino Cristo Signore;
fa' che proseguano con
generosa e costante dedizione
il cammino intrapreso con
tanto entusiasmo.
Per Cristo nostro Signore.78
NEL 50º
ANNIVERSARIO DELLA PROFESSIONE
O
GIUBILEO.
13. Dopo il Vangelo, il Giubilario si avvicina,
o è condotto da due anziani della comunità, fino all'Abate, che sta seduto con
(mitra e) pastorale; il coro può cantare un’antifona, come la seguente:
Porta a termine, o Dio,
quello che hai incominciato in noi, dal tuo santo tempio di Gerusalemme.
14. L'Abate gli domanda:
Che cosa chiedi?
Il Giubilario gli
risponde:
La misericordia di Dio e la
grazia del giubileo.
Dopo l'omelia,
l'Abate gli rivolge alcune parole di esortazione, ed il Giubilario gli risponde
con queste parole o altre simili:
Confido nel Signore
Poi l'Abate dice:
Se persevererai sino alla
fine, sarai salvo.
15. Il Giubilario, essendo in piedi rivolto verso
l'altare, rinnova la sua professione, dicendo:
Io, Fratello N.N.,
promisi cinquanta anni fa
la mia stabilità, la
conversione delle mie abitudini
e l’obbedienza secondo
del nostro Padre san Benedetto,
in presenza di Dom N.N.,
allora Abate (Priore) di N.
Oggi confermo questo mia
sacra professione,
grato ed contento del passato
e confidando umilmente per il
futuro,
aiutato dalla misericordia di
Dio
e dalle preghiere dei miei fratelli.
L'Abate gli
risponde:
E Dio ti conceda la vita
eterna.
Allora il Giubilario
può cantare tre volte questo versetto:
Accoglimi, Signore, secondo
la tua parola e avrò la vita; non deludermi nella mia speranza.
La comunità ripete
questo versetto tre volte, aggiungendo alla fine dell'ultima ripetizione Gloria al Padre.
16. L'Abate, lasciato il pastorale (ed la
mitra), si alza e, con le mani giunte, invita alla preghiera, dicendo:
Fratelli e sorelle carissimi,
preghiamo il Signore
per questo suo servo, il
nostro fratello N.
perché nella sua misericordia
lo conduca incolume
fino al compimento del suo
buon volere.
Dopo che tutti
abbiano pregato in silenzio, l'Abate, con le mani stese, dice una delle
seguenti orazioni:79
Dio Onnipotente e
misericordioso,
che mirabilmente hai
racchiuso nel numero 50
i grandi misteri della
salvezza,
e con il dono dello Spirito
Paraclito,
hai concesso ai tuoi fedeli
la piena remissione dei
peccati,
concedi, ti preghiamo,
a questa tua serva e nostra
sorella N.
di cui celebriamo
l’anno giubilare della sua
Professione,
l'abbondanza della tua
grazia,
affinché, chi per tuo dono
ha compiuto il cinquantesimo
anno,
ottenga da te l'indulgenza.
Fa’ che perseverando lodevolmente
in questo santo proposito,
possa devotamente servirti,
e progredendo di bene in
meglio,
raggiunga le più alte virtù.
Concedi, o Dio,
che, dopo le prove di questa
vita,
con immensa gioia del cuore,
meriti di giungere con
certezza al premio
e al gaudio della felicità
eterna da te promessi.
Per Cristo nostro Signore.
Oppure:
O Dio, paziente e ricco di misericordia,
ai nostri Padri, nel deserto,
hai comandato di celebrare
il giubileo nel tempo
stabilito
e di condonare tutti i debiti
contratti verso i fratelli.
Nella pienezza dei tempi,
poi,
hai mandato il tuo Figlio
a portare il lieto annunzio
ai poveri
e a predicare l'anno di
grazia;
concedi, ti preghiamo,
a questo tuo servo e fratello
nostro N.
la perseveranza nelle prove
della vita,
nell'osservare i tuoi
comandamenti e
affinché, con l'abbondanza
del tuo aiuto meriti
le gioie della celeste
Gerusalemme
e il giubileo dell'eterna
Gloria.
Per Cristo nostro Signore.
Oppure:
O Dio clementissimo, da te
proviene ogni bene.
Nella tua provvidenza
hai nascosto nello scorrere
del tempo
un singolare mistero
nel numero cinquanta.
Infatti, nel cinquantesimo
giorno
dall'uscita dalla schiavitù
dell'Egitto,
hai dato la legge al tuo
popolo eletto
e di nuovo, cinquanta giorni
dopo la risurrezione
del tuo Unigenito Figlio,
Gesù Cristo nostro Salvatore,
con la venuta dello Spirito
Santo,
hai infuso la legge della
grazia nel cuore dei fedeli.
Ti supplichiamo di guardare
questo tuo servo
il nostro fratello N.
che ha perseverato nel tuo
santo servizio
per lo stesso numero di anni,
affinché docile alla tua
divina legge
possa meritare la grazia
dello Spirito Santo
e perseverare in essa fino
alla morte.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti rispondono:
Amen.
17. Poi l'Abate può consegnare al Giubilario
(se non sembri più opportuno farlo prima del rito di conclusione) il bastone della
vecchiaia, dicendo:
Prendi questo bastone,
simbolo della croce di
Cristo,80
sostegno della tua vecchiaia,
del quale d'ora in poi potrai
servirti,
non tanto per sostenere le
forze del corpo,
quanto per ottenere la fortezza
spirituale
da Gesù Cristo Salvatore
nostro,
il quale nel Vangelo ci
chiama a sé dicendo:
Venite a me, voi tutti che
siete affaticati e oppressi,
e io vi ristorerò.
Egli che è benedetto nei
secoli.
Il Giubilario
risponde:
Amen.
18. Una volta fatto questo, se si crede
opportuno e si può fare con facilità, mentre il coro canta un’antifona, per
esempio, il salmo 99, o anche il salmo 65 o il 132, o un altro canto
appropriato, l'Abate e tutti quelli che stanno nel coro ricevono il Giubilario al
bacio di pace.
19. L'Abate prosegue la celebrazione della
Messa col Credo, secondo le rubriche, e se si crede opportuno con la preghiera comune
o dei fedeli (se la preghiera dell'Abate per il Giubilario ha avuto la forma
litánica di questa preghiera). Per l'offertorio è conveniente che si canti
l'antifona:
O Signore,
con semplicità di cuore ti ho offerto tutto;
e con immenso godimento
ho visto il tuo popolo che si
è saziato.
O Dio d'Israele,
conserva questa offerta che
ti ho fatto (Alleluia).81
O
un’altra simile.
20. Prima del rito di conclusione (se non si è
fatto prima), dove ci sia l'abitudine, l'Abate consegna al Giubilario il
bastone della vecchiaia, come più su si è detto, nel n. 16. E, stando in piedi
tutti, se sembra opportuno, si può cantare l'inno Te Deum o un altro cantico appropriato, in azione di grazie.
E,
se sembra opportuno, dopo la benedizione solenne, il Giubilario ritorna alla
sacrestia di fianco all'Abate.
21. Per una suora tutto si fa in modo uguale
eccetto che non le è consegnato il bastone, ma, al suo posto, l’Abbadessa può
imporre sulla testa della Giubilaria una corona, dicendo:
Ricevi il simbolo della
corona
per il tuo fedele
combattimento,
nel servizio divino,
e come premio di tutte le tue
buone azioni.
Che, dopo il transito di
questa vita,
Cristo nostro Signore.
ti consegni un'altra corona
migliore.
Amen.
RITO DI
L'OBLAZIONE
NELLA VITA REGOLARE DELLA COMUNITÀ
22. Non è stato stabilito rito alcuno per la
volontaria libera oblazione di qualche cristiano nella vita regolare di qualche
comunità della Famiglia Cistercense; il rito qui descritto non ha nessun
obbligo. Nell'ordinamento di questo rito, si eviti tutto quello che possa diminuire
in qualche modo, nel futuro, la libertà dell'oblato.
23. Dopo una prova appropriata, nel giorno
stabilito, riuniti tutti i Fratelli nella sala capitolare e detto il versetto L'aiuto divino rimanga sempre con noi o
un altro, il Fratello ammesso si pone al centro e prostrandosi, o
inginocchiandosi, o inchinandosi, è richiesto dall'Abate con queste o altre
parole simili:
Che cosa chiedi?
Risponde:
La misericordia di Dio e la
vostra.
O altre parole
simili.
24. Dopo una lettura scelta della Regola e un'allocuzione,
l'Abate interroga il Fratello ammesso, per comprovare se è libero nel suo
proposito di camminare per i sentieri di Cristo seguendo il Vangelo, nella vita
regolare di quel posto.
Egli risponde con
queste o altre parole simili:
Sì, Padre, con l'aiuto delle
vostre preghiere e della grazia di Dio.
L'Abate lo invita a
che legga in presenza di tutti la scheda della sua promessa, scritta da lui
stesso, nella quale manifesta le sue intenzioni. Ed il Fratello così offertosi,
firma la scheda che ha letto e la consegna all'Abate che lo abbraccia.
25. Tutti si alzano, eccetto l'Oblato che si
inginocchia in mezzo. L'Abate invita alla preghiera e, dopo un tempo di preghiera
in silenzio, annuncia le intenzioni particolari prima di dire la colletta
appropriata, per esempio:
Signore Gesù Cristo, Figlio
del Dio vivo, nostro Re,
che ci vedi riuniti dal tuo
amore,
noi ti ringraziamo per averci
chiamati
in questo monastero
per servirti sotto la
disciplina
del nostro santo Padre
Benedetto.
Imploriamo la tua immensa
bontà:
degnati di effondere lo
Spirito Santo,
che è Signore e da’ la vita,
sul nostro fratello N.
la cui oblazione nella vita
regolare
del nostro monastero,
oggi accogliamo nel tuo nome.
Donagli, ti preghiamo, con
l’aiuto della tua grazia,
e sostenuto dalla carità
fraterna,
di cercarti con fedeltà
e gioiosa perseveranza
sia nelle avversità che nella
prosperità,
perché fermo nella speranza
della tua retribuzione,
con cuore dilatato e
inenarrabile dolcezza
possa servirti con gioia
giorno dopo giorno.
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli.
Tutti rispondono:
Amen.
O dicono tutti insieme
la preghiera domenicale con la doxología.
E, cantato il salmo 132 con l'antifona Vedete che dolcezza, che delizia…, o un altro cantico, o un inno
appropriato, l'Abate dice:
V. Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
La benedizione di Dio
onnipotente
Padre, Figlio † e Spirito
Santo
discenda su di voi
e rimanga per sempre.
R. Amen.
26. Se qualche volta le circostanze richiedono
che il rito dell'oblazione si svolga durante la messa, l'appena Oblato non
mette la formula sull'altare, come si fa nel giorno della professione, ma la
consegna all'Abate. È molto conveniente che, come alla norma del n. 49 dell'Istituzione
Generale del Messale, l'Oblato porti all'altare i doni che sono offerti per
l'eucaristia.
(PRENOTANDA)
1. La liturgia cristiana dei funerali è
una celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore. Nelle esequie,
È per questo che
2. Nel celebrare le esequie dei loro fratelli,
i monaci cistercensi, come gli altri cristiani, intendono affermare senza reticenze
la loro speranza nella vita eterna; non possono però né ignorare né disattendere
eventuali diversità di concezioni o di comportamento da parte degli uomini del
loro tempo o del loro paese. Si tratta quindi di tradizioni familiari, di consuetudini
locali o di onoranze funebri organizzate; accolgano volentieri quanto vi
riscontrano di buono; se poi qualche particolare risultasse in contrasto con i
principi cristiani, cerchino di trasformarlo, in modo che le esequie celebrate
per i cristiani esprimano la fede pasquale e dimostrino uno spirito in piena
linea con il Vangelo.
3. Pur senza indulgere a forme di vuoto
esibizionismo, è giusto che si dia il dovuto onore al corpo dei defunti,
divenuto con il Battesimo tempio dello Spirito Santo; è bene quindi che almeno
nei momenti più significativi tra la morte e la sepoltura si riaffermi la fede
nella vita eterna e si facciano preghiere di suffragio.
Secondo la tradizione cistercense, questi sono i momenti più importanti che possono enumerarsi:
a. La processione nella quale si porta il corpo del defunto alla chiesa del monastero;
b. Veglia intorno al corpo del defunto;
c. Il sacrificio eucaristico;
d. L'ultimo discorso nella chiesa o la
conclusione;
e. La processione al cimitero;
f. L'inumazione;
g. Gli ultimi suffragi.
4. Dopo essere spirato, osservate le leggi
della propria nazione, e degnamente preparato il corpo, se non osta alcuna
altra ragione peculiare, è portato al posto dove si veglia, la chiesa del monastero
o qualche altro posto adatto, e subito si comincia a vegliare.
5. Questa veglia davanti al corpo del fratello defunto costituisce una specie di preghiera continua, formata per diversi elementi, cioè:
a.
b. La recita del Salterio, intercalando alcuni
letture e preghiere.
c. La celebrazione della messa, sia quella che
si dice dopo avere ricevuto l'annuncio della morte che le esequie.
Quando
non si può celebrare l’ufficio dei defunti secondo
6. Dopo la messa esequiale nella chiesa,
ha luogo il rito dell'ultima raccomandazione o conclusione, al quale può essere
presente tutta la comunità cristiana.
Con questo rito non intende una specie di purificazione del defunto — cosa che si è portata già perfettamente a termine col sacrificio eucaristico — bensì l'ultimo addio che la comunità cristiana e monastica offrono cordialmente a uno dei suoi membri, prima che il suo corpo sia portato alla sepoltura.1
Benché nella morte si verifichi sempre una certa separazione, tuttavia
i cristiani che come membri di Cristo sono uno in Cristo, neanche la stessa
morte può separarli.
Il sacerdote introduce e spiega questo rito con una invito; seguono
alcuni momenti di silenzio, l'aspersione ed incensamento ed il canto di addio. Questo
canto, composto di testo e melodia adeguati, deve essere cantato da tutti e, allo
stesso tempo, tutti devono vedere in esso il culmine del rito.
Anche l'aspersione che ricorda l'iscrizione nella vita eterna realizzata
con il Battesimo, e l’incensamento, con il quale si onora il corpo del defunto,
tempio dello Spirito Santo, possono essere considerate come segni di addio.
Il rito dell'ultima raccomandazione o di addio può avere solo luogo
nella stessa celebrazione esequiale ed essendo presente il cadavere.
7. Al rito dell'ultima raccomandazione o
di addio del defunto, cui può essere presente tutta la comunità cristiana,
segue la processione al cimitero, nella quale possono associarsi i consanguinei
del defunto e gli ospiti, se ci sono, insieme alla comunità monastica.
Questa processione
per se stessa è un simbolo del passaggio del mar Rosso e dell'uscita dall'Egitto,
quando il popolo ebreo intraprese la strada verso la terra promessa; ed anche
della Pasqua di Cristo quando, attraverso la morte, passò al Padre, essendo lo
stesso cimitero una prefigurazione di quel posto di refrigerio e di pace che è
il paradiso nel cui centro sta l'albero della vita.
8. Dopo la benedizione del sepolcro,
l'inumazione è come il passaggio del defunto alla polvere della terra con la
quale Dio formò l'uomo, ma con la speranza della risurrezione. Questa speranza
è messa in evidenza dall'Abate mediante alcuni segni, cioé: l'aspersione, l'incensamento
ed il lanciare terra sul cadavere.
9. Di seguito si portano a termine gli ultimi suffragi in forma di orazione comune e solenne con una supplica litánica abbastanza lunga, alla quale mette fine l'intercessione sacerdotale.
10. Benché in questo Rituale si descrivano le
esequie secondo il tipo unico ricevuto dalla tradizione cistercense, può succedere
che, in qualche nazione o regione, il Capitolo di una Congregazione o Conferenza
regionale, tenendo in conto le necessità particolari, preveda opportunamente
che si possano o debbano aggiungersi le abitudini dei posti riconosciute dalla
Conferenza Episcopale.
11. In ogni celebrazione per i defunti, tanto
esequiale come comune, si considera parte molto importante del rito la lettura
della parola di Dio. In effetti, questa proclamazione del mistero pasquale, esprime
la speranza di tornare a trovarsi nel regno di Dio, esorta alla pietà verso i
defunti e a dare un'attestazione di vita cristiana in ogni momento.
12. Nella preghiera per i defunti,
13. La comunità cristiana manifesta anche la
sua fede nella preghiera, ed intercede devotamente per i defunti, affinché ottengano
la felicità vicino a Dio. Si alzano anche preghiere per i parenti dei defunti,
affinché nel loro dolore ricevano la consolazione della fede.
14. Benché
In questo caso, i
riti che si celebrano vicino al sepolcro, possono celebrarsi nello stesso posto
dell'incinerazione, essendo presenti l'Abate ed anche alcuni fratelli.
UFFICI
E MINISTERI VERSO I DEFUNTI
15. Ricordi l'Abate (il sacerdote cappellano)
quando raccomanda i defunti, nella liturgia esequiale, che la sua missione
principale consiste nello stimolare la speranza degli assistenti, e fomentare
la fede nel mistero pasquale e nella risurrezione dei morti, ma lo farà in maniera
tale che, offrendo l'affetto della Madre Chiesa e la consolazione della fede,
elevi il coraggio dei credenti, ma senza offendere quelli che sono tristi.
Inoltre, si metta una speciale attenzione verso quelli che, in occasione delle
esequie, assistono alle celebrazioni liturgiche o ascoltano il Vangelo, siano essi
acattolici o cattolici, che mai o quasi mai partecipano all'Eucaristia, o che
sembrano avere abbandonato la fede: per tutti quelli è servitore il Vangelo di
Cristo.
16. Nei monasteri di suore, ad eccezione unicamente
della Messa, se non c'è sacerdote3,
è all’Abbadessa che fare tutte queste cose.
COME
DETERMINARE GLI ADATTAMENTI
17. Compete al Capitolo della Congregazione o
alla Conferenza regionale ordinare gli adattamenti necessari che devono essere
confermati dalla Santa Sede, e cioé:
a.
Preparare la traduzione dei testi,
in modo tale che si adattino bene al modo di fare delle diverse lingue e
culture, aggiungendo, purché sia necessario, melodie appropriate per essere
cantate.
b.
Perché questo Rituale offra varie
formule per scegliere liberamente, ammette la possibilità di altre formule
simili (secondo l'esempio della lettera seguente).
c.
Quando ragioni pastorali le indichino,
stabilire che l'aspersione e l'incensamento possano omettersi o essere supplite
da un altro rito.
d.
Nelle edizioni dei libri liturgici
che si devono preparare sotto la tutela del Capitolo della Congregazione o
della Conferenza regionale, ordinare i testi in modo che sia più appropriato
per l'uso pastorale, purché non si ometta niente del materiale compreso in
questa edizione tipica.
Tuttavia tutto quello che si creda opportuno aggiungere alle rubriche o ai testi, sia distinto con sigle e caratteri tipografici dalle rubriche e dai testi di questo Rituale.
18. Il rito che qui si propone si descrive in modo tale che si possa portare a termine senza complicazioni; tuttavia, si offre una grande abbondanza di testi per le diverse circostanze. Così, per esempio:
a.
Come regola generale, tutti i
testi possono cambiarsi con altri per ottenere, in ogni caso, una celebrazione
che si adatti meglio alle diverse circostanze.
b.
Alcuni elementi non sono
obbligatori, ma possono aggiungersi liberamente secondo le circostanze, come
per esempio, il discorso per gli afflitti.
c.
Quando per una ragione liturgica,
si indica o si consiglia un salmo che può offrire difficoltà pastorale, si
offre sempre la possibilità di cambiarlo con un altro; e ancora, se qualche versetto
di un salmo pare meno adatto sotto l'aspetto pastorale, può omettersi.
d. Nelle orazioni, le frasi che sono tra parentesi possono omettersi.
Trasporto in chiesa della salma
del defunto
1. Dopo la morte, da parte dell’infermiere e di coloro che lo aiutano, si prepara la salma del defunto che, rivestito dell’abito monacale, col capo coperto dal cappuccio, è posto sul feretro2; se era sacerdote, gli si può mettere la stola intorno al collo e farla pendere sul petto, se invece diacono con la stola di traverso. In questo modo si trasferisce in una stanza dell’infermeria o in altro luogo adatto in cui possano riunirsi i Confratelli.
Se non possono farlo subito, siano presenti alcuni Confratelli i quali vegliano presso il defunto recitando salmi, frapponendo a piacere letture e preghiere fra quelle poste in Appendice.
2. In un’ora opportuna, dato il solito
segnale, dopo aver portato la salma ed essersi riuniti i Confratelli intorno ad
essa, l’Abate, indossando la stola di colore nero sulla cocolla, si ferma
presso il defunto mentre i Confratelli gli porgono l’acqua, il turibolo e il libro;3
il Confratello poi che porta il cero pasquale o la croce sta fermo ai piedi del
defunto.
E se prima, mentre spirava, non si è
cantato, si può cantare per primo R. Subvenite4
o un altro canto adatto.
3. Allora, salutati come conviene i
Confratelli, se non è stato ancora acceso il cero pasquale, può accenderlo ora
l’Abate mentre recita, per es.:
Cristo, che ci ha chiamati
dalle tenebre alla sua
mirabile luce,
conduca il nostro Confratello in quella città
che non ha bisogno di sole e
di luna,
Trasporto in chiesa della salma
della defunta
1. Dopo la morte, constatata da parte dell’infermiera e di coloro che l’aiutano, si prepara la salma della defunta che, rivestita dell’abito monacale, col capo coperto dal cappuccio, è posta sul feretro2. In questo modo si trasferisce in una stanza dell’infermeria o in altro luogo adatto in cui possano riunirsi le Consorelle.
Se non possono farlo subito,
siano presenti alcune Consorelle le quali vegliano presso la defunta recitando
salmi, frapponendo a piacere letture e preghiere fra quelle riportate in
appendice.
2. In un’ora opportuna, dato il solito
segnale, dopo aver portato la salma ed essersi riunite le Consorelle, l’Abbadessa,
indossata la cocolla, si ferma presso la defunta mentre le Consorelle le porgono
l’acqua benedetta, il turibolo e il libro;3
E se prima, mentre spirava, non si è cantato, si può cantare per primo R.
Subvenite4 o un altro canto
adatto.
3. Allora, salutate come conviene le
Consorelle, se non è stato ancora acceso il cero pasquale, può accenderlo ora l’Abbadessa
mentre recita, per es.:
Cristo che ci ha chiamato
dalle tenebre alla sua mirabile luce,
conduca la nostra Consorella in quella città
che non ha bisogno di sole e di luna,
illuminata dallo splendore di
Dio,
la cui lucerna è lo stesso
Agnello.
Asperge con l’acqua a mo’ di croce sulla salma, o in silenzio, o recitando:
Noi che siamo stati
battezzati in Cristo Gesù,
siamo stati battezzati nella
sua morte.
Se piantati insieme siamo stati fatti a immagine della
sua morte, insieme lo saremo anche della sua risurrezione.
Poi, girando intorno al feretro, può non solo aspergere ma anche
incensare la salma del Confratello defunto.5
4. L’Abate invita alla preghiera e dopo un
breve silenzio dice:
O Dio, al quale soltanto
spetta
offrire il rimedio dopo la
morte:
fa’, ti preghiamo, che
l’anima del tuo servo
liberata dagli influssi
terreni
sia annoverata nella schiera
dei tuoi redenti.
Per Cristo nostro Signore. 6
Oppure:
Accogli, Signore, l'anima
fedele di N.
che hai chiamato da questo
mondo a te,
e fa' che liberato da ogni
colpa
sia partecipe della beata
pace
e della luce senza tramonto,
e meriti di unirsi ai tuoi
santi ed eletti
nella gloria della
risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.7
illuminata dallo splendore di Dio,
la cui lucerna è lo stesso Agnello.
Asperge
con l’acqua a mo’ di croce la salma, o in silenzio, oppure recitando:
Noi che siamo stati battezzati in Cristo Gesù,
siamo stati battezzati nella sua morte.
Se piantati insieme siamo stati fatti a immagine della sua morte, insieme
lo saremo anche della sua risurrezione.
Girando poi intorno al feretro, può
non solo aspergere ma anche incensare la salma della Consorella defunta.5
4. L’Abbadessa invita alla preghiera e
dopo un breve silenzio dice:
O Dio, al quale soltanto spetta
offrire il rimedio dopo la morte;
fa’, ti preghiamo, che l’anima della tua serva
liberata dagli influssi terreni
sia annoverata nella schiera dei tuoi redenti.
Per Cristo nostro Signore.6
Oppure:
Accogli, Signore, l'anima
fedele di N.
che hai chiamato da questo
mondo a te,
e fa' che liberato da ogni
colpa
sia partecipe della beata
pace
e della luce senza tramonto,
e meriti di unirsi ai tuoi
santi ed eletti
nella gloria della
risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.7
o un’altra come sotto, al n. 6.
Tutti rispondono:
Amen.
5. Quando il cantore inizia il salmo 129 o
un altro (come il 114/115, il 120, il 121)8
con un’antifona o R. Libera me, Domine,
de viis inferni9
o altro, inizia la processione verso il luogo della veglia, cioè verso la
chiesa o altro luogo più idoneo. Per primo va il Confratello che porta il cero;
seguono in ordine i Confratelli, prima i giovani e poi gli anziani, per ultimo
dopo il feretro l’Abate con il pastorale accompagnato dai ministri.10
In
chiesa la salma viene deposta in mezzo al coro, con la testa rivolta verso
oriente o verso l’altare; secondo la convenienza, si può osservare la recente
consuetudine di mettere il ministro ordinato con la testa rivolta verso il
popolo.
6. Terminato il canto e deposto il cero
sul candelabro presso la testa del defunto, l’Abate rivolge una breve
esortazione, quindi si fa una lettura breve o più lunga presa tra quelle che si
trovano nell’Appendice o un’altra lettura biblica. Dopo una pausa di silenzio,
l’Abate invita i presenti alla preghiera.
In primo luogo si
può recitare una breve preghiera litanica, per es.:
Accogli, Signore, il tuo servo nella tua santa dimora.
R. Kyrie, eleison.
Concedigli il riposo e il regno,
cioè
R. Kyrie, eleison.
O un’altra come
sotto al n. 6.
Tutti rispondono:
Amen.
5. Quando colei che intona il salmo 129 o
un altro (come il 114/115, il 120, il 121)8 con un’antifona o il R. Libera
me, Domine, de viis inferni9 o altro, inizia la processione
verso il luogo della veglia, cioè verso la chiesa o altro luogo più idoneo. Per
prima va
In chiesa la salma viene deposta in
mezzo al coro, con la testa rivolta verso oriente o verso l’altare; secondo
l’usanza.
6. Terminato il canto e deposto il cero sul candelabro presso la testa della defunta, l’Abbadessa rivolge una breve esortazione, quindi si fa una lettura breve o più lunga presa tra quelle che si trovano nell’Appendice o un’altra lettura biblica. Dopo una pausa di silenzio, l’Abbadessa invita i presenti alla preghiera.
In primo luogo si
può recitare una breve preghiera litanica, per es.:
Accogli, Signore, la tua serva nella tua santa dimora.
R. Kyrie,
eleison.
Concedile il riposo e il regno,
cioè
R. Kyrie,
eleison.
Degnati di collocarlo nel seno dei tuoi patriarchi
Abramo, Isacco e Giacobbe.
R. Kyrie, eleison.
Fallo partecipe della prima risurrezione
E si alzi tra coloro che risuscitano.
R. Kyrie, eleison.
Nel giorno della risurrezione riprenda il suo corpo
Tra coloro che riprenderanno il proprio.
R. Kyrie, eleison.
Venga con i benedetti che stanno alla destra del Padre.
R. Kyrie, eleison.
E tra quelli che la posseggono abbia la vita eterna.11
R. Kyrie, eleison.
Cui segue la
colletta:
Ti raccommandiamo, Signore Gesù,
l’anima del tuo servo
Per la quale pietoso sei disceso in terra;
abbi pietà di lui che nel tuo nome
migra da questa instabile e così incerta dimora
e donagli la vita e la gioia nei cieli,
Salvatore del mondo,
che vivi e regni nei secoli dei secoli.12
Oppure:
Accogli, Signore, l’anima…
se
non è stato detto prima, al n. 4.
Degnati di collocarla nel seno dei tuoi Patriarchi
Abramo, Isacco e Giacobbe.
R. Kyrie,
eleison.
Falla partecipe della prima risurrezione
e risorga tra coloro che risuscitano.
R. Kyrie,
eleison.
Nel giorno della risurrezione riprenda il suo corpo
tra coloro che riprenderanno il proprio.
R. Kyrie,
eleison.
Venga tra i benedetti che stanno alla destra del Padre.
R. Kyrie,
eleison.
E tra quelli che la posseggono abbia la vita eterna.11
R. Kyrie,
eleison.
Cui segue
Ti raccomandiamo, Signore Gesù,
l’anima della tua serva
per la quale pietoso sei disceso in terra;
abbi pietà di lei che nel tuo nome
migra da questa instabile e così incerta dimora
e donale la vita e la gioia nei cieli,
Salvatore del mondo,
che vivi e regni nei secoli dei secoli.12
Oppure:
Accogli, Signore, l’anima.
Se non è stato
detto prima.
Oppure:
Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
ascolta la nostra preghiera per il nostro Fratello N.,
perdona le sue colpe e concedigli il riposo eterno
nella beata pace della tua dimora,
in compagnia dei tuoi santi.
Per Cristo nostro Signore.13
Cui si può aggiungere o anche premettere la seguente orazione per chi è
in lutto:
Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione,
che ci ami di eterno amore
e trasformi l'ombra della morte in aurora di vita;
guarda i tuoi fedeli che gemono nella prova.
Sii tu, o Signore, il nostro rifugio e conforto,
perché dal lutto e dal dolore siamo sollevati alla luce
e alla pace della tua presenza.
Ascolta la preghiera che ti rivolgiamo
nel nome del tuo Figlio, nostro Signore,
che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ci ha ridato la vita,
e fa' che al termine dei nostri giorni
possiamo andare incontro a lui,
per riunirci ai nostri fratelli nella gioia senza fine,
là dove ogni lacrima sarà asciugata
e i nostri occhi vedranno il tuo volto.
Per Cristo nostro Signore.14
o
un’altra in Appendice.
Tutti rispondono:
Amen.
Oppure:
Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
ascolta la nostra preghiera per la nostra Sorella N.,
perdona le sue colpe e concedigli il riposo eterno
nella beata pace della tua dimora,
in compagnia dei tuoi santi.
Per Cristo nostro Signore.13
Cui si può aggiungere o premettere la seguente orazione per chi è in
lutto:
Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione,
che ci ami di eterno amore
e trasformi l'ombra della morte in aurora di vita;
guarda i tuoi fedeli che gemono nella prova.
Sii tu, o Signore, il nostro rifugio e conforto,
perché dal lutto e dal dolore siamo sollevati alla luce
e alla pace della tua presenza.
Ascolta la preghiera che ti rivolgiamo
nel nome del tuo Figlio, nostro Signore,
che morendo ha distrutto la morte
e risorgendo ci ha ridato la vita,
e fa' che al termine dei nostri giorni
possiamo andare incontro a lui,
per riunirci ai nostri fratelli nella gioia senza fine,
là dove ogni lacrima sarà asciugata
e i nostri occhi vedranno il tuo volto.
Per Cristo nostro Signore.14
O un’altra in Appendice.
Tutti rispondono:
Amen.
7. Si
può sciogliere quindi l’assemblea mentre l’Abate dice:
Ora andiamo in pace,
ricordando a Dio il nostro Fratello.
Terminata
così la cerimonia, mentre resta acceso il cero presso il capo, l’acqua
benedetta con l’aspersorio si pone presso i piedi.15
8. Se immediatamente dopo il trasporto in
chiesa della salma del defunto si deve celebrare un’Ora dell’Ufficio Divino, e
se non è il giorno considerato come ai nn. 1-9 della Tabella precedente, allora
dopo la processione con il proprio canto, omesso il versetto O Dio, vieni in
mio aiuto, subito si canta l’inno e dopo la salmodia si fanno la lettura e
l’orazione come sopra al n. 6.
Se la messa delle esequie segue
immediatamente il trasferimento della salma in chiesa, invece del canto
all’introito si ha il canto della processione.16
Se, in occasione di una
celebrazione, sembra inopportuna la presenza della salma del defunto nel coro,
la si può trasferire o in un’altra parte della chiesa o nella sala capitolare o
in un altro luogo idoneo.
Veglia propriamente detta o
preghiera continua
intorno alla salma del defunto
9. Secondo la nostra antica tradizione, per quanto è possibile, i Confratelli preghino senza interruzione per il defunto e non si lasci mai sola la sua salma.17 Quando la comunità non celebra in coro, tale veglia si fa soprattutto con la recita dei Salmi, intervallati dalla
7. Si può sciogliere quindi l’assemblea
mentre l’Abbadessa dice:
Ora andiamo in pace,
ricordando a Dio la nostra
Sorella.
Terminata
così la cerimonia, mentre resta acceso il cero presso il capo, l’acqua
benedetta con l’aspersorio si pone presso i piedi.15
8. Se immediatamente dopo il trasporto in
chiesa della salma della defunta si deve celebrare un’Ora dell’Ufficio Divino,
e se non è il giorno come ai nn. 1-9 della Tabella precedente, allora dopo la
processione con il proprio canto, omesso il versetto O Dio, vieni a salvarmi,
subito si canta l’inno e dopo la salmodia si fanno la lettura e l’orazione come
sopra al n. 6.
Se la messa delle esequie segue
immediatamente il trasferimento della salma in chiesa, invece del canto
all’introito si ha il canto della processione.16
Se, in occasione di una
celebrazione, sembra inopportuna la presenza della salma della defunta nel
coro, la si può trasferire o in un’altra parte della chiesa o nella sala
capitolare o in un altro luogo idoneo.
Veglia propriamente detta o
preghiera continua
intorno alla salma della defunta
9. Secondo la nostra antica tradizione, per quanto è possibile, le Consorelle pregano senza interruzione per la defunta e non si lascia mai sola la sua salma.17 Quando la comunità non celebra in coro, tale veglia si fa soprattutto con la recita dei Salmi, intervallati
scelta di letture bibliche e con preghiere devote che suscitino dei sentimenti in colui (in coloro) che veglia (che vegliano) verso il Confratello defunto o con la preghiera o col silenzio.
10. Fuori delle domeniche, solennità, feste
del Signore iscritte nel Calendario generale, le ferie di Quaresima e della Settimana
Santa, i giorni fra l’ottava di Pasqua e Natale, nonché le ferie dal 17 al 24
dicembre incluso, invece dell’Ufficio del giorno, è conveniente recitare
l’Ufficio dei Defunti per il Confratello morto almeno una volta per intero;
negli altri giorni prima della sepoltura, solo parzialmente, e cioè soltanto
alle Vigilie della notte, alle Lodi mattutine e ai Vespri, in cui si recitano secondo
questo Ufficio: l’antifona all’invitatorio, l’inno, tanto la seconda lettura
tratta dalle opere dei Padri o Scrittori ecclesiastici quanto una breve lettura
con il responsorio, le antifone al Benedictus e al Magnificat, le preghiere e
l’orazione finale18.
11. Se non si celebra l’Ufficio dei Defunti o
in toto o in parte, all’ora stabilita si tenga la celebrazione della Parola sotto
la direzione dell’Abate, non però immediatamente prima della Messa dei defunti
perché non si appesantisca troppo il rito e la liturgia della parola non sembri
raddoppiata.19 Una siffatta celebrazione si può fare insieme alla
Compieta.
Allora si possono fare letture bibliche e patristiche, che
esprimano e favoriscano il sentimento della morte cristiana, intervallate da
canti, specialmente tratti dai Salmi o dall’Ufficio dei Defunti.
12. Questa celebrazione si svolge nel modo seguente: premessa l’esortazione iniziale, dopo la salmodia si fa la lettura biblica, se piace con il responsorio. Fatta una pausa di silenzio, si fa una seconda lettura dagli scritti dei Padri o Scrittori ecclesiastici; invece di questa lettura l’Abate o un altro sacerdote può rivolgere la parola
da una scelta di
letture bibliche e con preghiere devote che suscitino dei sentimenti in colei
(in coloro) che veglia (che vegliano) verso
10. Fuori delle domeniche, solennità, feste
del Signore iscritte nel Calendario generale, le ferie di Quaresima e della Settimana
Santa, i giorni tra l’Ottava di Pasqua e di Natale, nonché le ferie dal 17 al
24 dicembre incluso, invece dell’Ufficio del giorno, è conveniente recitare
l’Ufficio dei Defunti per
11. Se non si celebra l’Ufficio dei Defunti o in toto o in parte, all’ora stabilita si tenga la celebrazione della Parola sotto la direzione dell’Abbadessa, non però immediatamente prima della Messa dei Defunti perché non si appesantisca troppo il rito e la liturgia della parola non sembri raddoppiata.19 Una siffatta celebrazione si può fare insieme alla Compieta.
Allora si possono fare letture bibliche e patristiche, che esprimano e favoriscano il sentimento della morte cristiana, intervallate da canti, specialmente tratti dai Salmi o dall’Ufficio dei Defunti.
12. Questa celebrazione si svolge nel modo seguente: premessa l’esortazione iniziale, dopo la salmodia si fa la lettura biblica, se piace con il responsorio. Fatta una pausa di silenzio, si fa una seconda lettura dagli scritti dei Padri o Scrittori ecclesiastici; invece di questa lettura un sacerdote o l’Abbadessa può rivolgere la parola
ai presenti. Si può
anche fare una lettura dopo ogni Salmo cosicché dopo l’Antico Testamento segua
il Nuovo e da ultimo il Vangelo. Tutta la celebrazione termina con la preghiera
universale o dei fedeli e con l’orazione domenicale, o un’altra orazione conveniente.
13. Quando questa celebrazione si deve tenere
durante
a.
Il versetto introduttivo O Dio,
vieni in mio aiuto;
b. Un Inno convenientemente scelto;
c.
d. Una lettura biblica più lunga con il responsorio, dopo aver frapposto una pausa di silenzio;
e. Una seconda lettura biblica oppure dei Padri o Scrittori ecclesiastici, o l’allocuzione;
f. Il cantico evangelico di Simeone Nunc dimittis;
g. La supplica litanica;
h. L’Orazione;
i.
j.
L’Antifona della Beata Vergine
Maria Salve, Regina.
Messa delle esequie
14. Tutti i giorni si può celebrare
ai presenti. Si può anche fare una lettura dopo ogni Salmo cosicché dopo l’Antico Testamento segua il Nuovo e da ultimo il Vangelo. Tutta la celebrazione termina con la preghiera universale e con l’orazione al Signore, o un’altra orazione conveniente.
13. Quando
questa celebrazione si deve tenere durante
a.
Il versetto introduttivo O Dio,
vieni a salvarmi;
b.
Un Inno convenientemente scelto;
c.
d.
Una lettura biblica più lunga con
il responsorio, dopo aver frapposto una pausa di silenzio;
e.
Una seconda lettura biblica o dei
Padri o degli Scrittori ecclesiastici, o l’allocuzione;
f.
Il cantico evangelico di Simeone Nunc dimittis;
g.
La supplica litanica;
h. L’Orazione;
i.
j.
L’Antifona della Beata Vergine
Maria Salve, Regina.
Messa delle esequie
14. Tutti i giorni si può celebrare
Dopo il Vangelo si ha una breve omelia, evitando tuttavia ogni lode funebre. Dopo l’omelia si recita la preghiera universale dei fedeli. Si raccomanda che i fedeli, soprattutto i famigliari del defunto, comunicandosi partecipino al sacrificio eucaristico offerto per il defunto.21
15. Dopo la notizia della morte si può celebrare
16. Secondo la consuetudine, alla presenza
del defunto, si possono celebrare per lui non solo
Dopo il Vangelo si ha
una breve omelia, evitando tuttavia ogni lode funebre. Dopo l’omelia si recita
la preghiera universale dei fedeli. Si raccomanda che i fedeli, soprattutto i
parenti della defunta, comunicandosi partecipino al sacrificio eucaristico
offerto per la defunta.21
15. Dopo la notizia della morte si può
celebrare
16. Secondo la consuetudine, alla presenza
della defunta, si possono celebrare per lei non solo
Ultima celebrazione in chiesa o
saluto finale24
17. Appena la comunità inizia la veglia con la celebrazione presso la salma del Confratello defunto, allo stesso modo quando la si deve trasferire alla sepoltura, prima che ci si allontani dal luogo in cui ha servito fedelmente Dio nel monastero, i Confratelli si riuniscono per adempiere insieme questa solenne veglia.
18. Recitato il postcommunio della Messa delle esequie, o, se non si celebra il sacrificio eucaristico, dopo la fine della liturgia della parola25, l’Abate indossata la stola su camice e pianeta o piviale si avvicina con (mitra e) pastorale al feretro avendo vicino a sé i ministranti con il messale, l’acqua benedetta e l’incenso, mentre un altro Confratello regge il cero pasquale o la croce dal lato del capo.26
19. Quando non precede né
Il Dio della speranza vi
riempia di ogni pace nella fede
affinché abbondiate nella
speranza
e nella virtù dello Spirito
Santo,
e il Signore sia sempre con
voi.27
Tutti rispondono:
Amen.
Ultima celebrazione in chiesa o
saluto finale24
17. Appena la comunità inizia la veglia con la celebrazione presso la salma della Consorella defunta, allo stesso modo quando la si deve trasferire alla sepoltura, prima che ci si allontani dal luogo in cui ha servito Dio nel monastero, le Consorelle si riuniscono per adempiere insieme a questa solenne veglia.
18. Recitato il postcommunio della Messa
delle esequie, o, se non si celebra il sacrificio eucaristico, dopo la fine
della liturgia della parola25, il sacerdote celebrante
con la stola sul camice e con la pianeta o il piviale si avvicina al feretro
avendo vicino i ministranti con il messale, l’acqua benedetta e l’incenso,
mentre un’ altra Consorella regge il cero pasquale o la croce dal lato del capo.26
19. Quando non precede né
Il Dio della speranza vi riempia di
ogni pace nella fede
affinché abbondiate nella
speranza
e nella virtù dello Spirito
Santo,
e il Signore sia sempre con
voi.27
Tutti rispondono:
Amen.
20. L’Abate,
lasciato il pastorale, recita l’invitatorio con queste o simili parole:
Prima di compiere, secondo il
rito cristiano,
il pietoso ufficio della
sepoltura,
supplichiamo con fede Dio
nostro Padre:
in lui e per lui tutto vive.
Noi affidiamo alla terra il
corpo mortale
del nostro fratello N.
nell'attesa della sua
risurrezione;
accolga il Signore la sua
anima
nella comunione gloriosa dei
santi;
apra egli le braccia della
sua misericordia,
perché questo nostro
fratello,
redento dalla morte, assolto
da ogni colpa,
riconciliato con il Padre,
e recato sulle spalle dal
buon Pastore,
partecipi alla gloria eterna
nel regno dei cieli.28
E tutti per un po’ di tempo pregano in
silenzio.
21. Poi
l’Abate asperge e incensa la salma. Nel frattempo si canta il responsorio:
Io credo: Il Signore è
risorto e vive,
e un giorno anch'io risorgerò
con lui.
* Che io possa contemplarti,
mio Dio e Salvatore mio.
V. I miei occhi si apriranno alla sua luce,
e su di lui si poserà il mio
sguardo.
* Che io possa contemplarti,
mio Dio e Salvatore mio.
o un altro come Subvenite, o
Qui Lazarum, o Libera me de viis, oppure un altro canto adatto.
20. Il sacerdote recita l’invitatorio con queste o simili parole:
Prima di compiere, secondo il
rito cristiano,
il pietoso ufficio della
sepoltura,
supplichiamo con fede Dio
nostro Padre:
in lui e per lui tutto vive.
Noi affidiamo alla terra il
corpo mortale
della nostra sorella N.
nell'attesa della sua
risurrezione;
accolga il Signore la sua
anima
nella comunione gloriosa dei
santi;
apra egli le braccia della
sua misericordia,
perché questa nostra sorella,
redenta dalla morte, assolta
da ogni colpa,
riconciliata con il Padre,
e recata sulle spalle dal
buon Pastore,
partecipi alla gloria eterna
nel regno dei cieli.28
E tutti per
un po’ di tempo pregano in silenzio.
21. Poi
il sacerdote asperge e incensa la salma. Nel frattempo si canta il responsorio:
Io credo: Il Signore è risorto
e vive,
e un giorno anch'io risorgerò
con lui.
* Che io possa contemplarti,
mio Dio e Salvatore mio.
V. I miei occhi si apriranno alla sua luce,
e su di lui si poserà il mio
sguardo.
* Che io possa contemplarti,
mio Dio e Salvatore mio. 29
o un altro come Subvenite o Qui Lazarum o Libera me de viis, oppure un altro canto adatto.
22. Quindi
l’Abate recita una delle seguenti preghiere:
O Dio, in te vivono i nostri
morti
e per te il nostro corpo non
è distrutto,
ma trasformato in una
condizione migliore;
ascolta la preghiera di
questa tua famiglia,
e fa' che il nostro Fratello N.
sia accolto dalle mani degli
angeli
e condotto in paradiso
con i tuoi fedeli patriarchi,
Abramo tuo amico, Isacco tuo
eletto,
e Giacobbe tuo diletto,
per cui fuggono via dolore,
tristezza e gemito,
le anime dei fedeli si
allietino con grande gioia
e nell’ultimo giorno del
grande giudizio
tra i santi e i tuoi eletti
lo renda partecipe della tua
gloria immortale,
che occhio non vide, né
orecchio udì,
e non entrò nel cuore dell’uomo
ciò che hai preparato per
quelli che ti amano.
Per Cristo nostro Signore.30
Altra orazione a piacere,
Nelle tue mani, Padre
clementissimo,
consegnando l'anima del
nostro Fratello N.
con la sicura speranza che
risorgerà nell'ultimo giorno
insieme a tutti i morti in
Cristo.
Ti rendiamo grazie, o
Signore,
per tutti i benefici che gli
hai dato in questa vita,
come segno della tua bontà
e della comunione dei santi
in Cristo.
Nella tua misericordia senza
limiti,
aprigli le porte del
paradiso;
e a noi che restiamo quaggiù
dona la tua consolazione con
le parole della fede,
22. Quindi il Sacerdote recita una delle seguenti preghiere:
O Dio, in te vivono i nostri
morti
e per te il nostro corpo non
è distrutto,
ma trasformato in una
condizione migliore;
ascolta la preghiera di
questa tua famiglia,
e fa' che la nostra Sorella
N.
sia accolta dalle mani degli
angeli
e condotta in paradiso
con i tuoi fedeli patriarchi,
Abramo tuo amico, Isacco tuo
eletto,
e Giacobbe tuo diletto,
per cui fuggono via dolore,
tristezza e gemito,
le anime dei fedeli si
allietino di grande gioia
e nell’ultimo giorno del
grande giudizio
tra i santi e i tuoi eletti
la renda partecipe della tua
gloria immortale,
che occhio non vide, né
orecchio udì,
e non entrò nel cuore
dell’uomo
ciò che hai preparato per
quelli che ti amano.
Per Cristo nostro Signore.30
Altra orazione a piacere,
Nelle tue mani, Padre
clementissimo,
consegnando l'anima della
nostra Sorella N.
con la sicura speranza che
risorgerà nell'ultimo giorno
insieme a tutti i morti in
Cristo.
Ti rendiamo grazie, o
Signore,
per tutti i benefici che gli
hai dato in questa vita,
come segno della tua bontà
e della comunione dei santi
in Cristo.
Nella tua misericordia senza
limiti,
aprigli le porte del
paradiso;
e a noi che restiamo quaggiù
dona la tua consolazione con
le parole della fede,
fino al giorno in cui, tutti
riuniti in Cristo,
potremo vivere sempre con te
nella gioia eterna.
Per Cristo nostro Signore.31
Oppure:
Ti raccomandiamo, Signore,
l'anima fedele del nostro
Fratello N.,
perché, lasciato questo
mondo, viva in te;
nella tua clemenza cancella i
peccati che ha commesso
per la fragilità della
condizione umana
e concedigli il perdono e la
pace.
Per Cristo nostro Signore.32
Tutti rispondono:
Amen.
Processione verso il cimitero
23. Terminato tutto ciò, dove vi è l’usanza di suonare le campane, inizia la processione verso il cimitero. Precedono quelli che portano l’acqua benedetta, il turibolo, il cero o la croce, dopo di essi i Confratelli ordinatamente incominciando dai più giovani, quindi il feretro, per ultimo l’Abate con (mitra e) pastorale, seguito dai parenti del Confratello defunto e gli ospiti, se non sembra migliore un ordine a rovescio, e cioè dopo il cero o la croce e il feretro l’Abate e i Confratelli iniziando dai più anziani33.
24. Durante la processione si cantano i
Salmi, come:
Salmo
113 (A) con l’antifona
Ti accolga il coro degli
angeli,
e con Lazzaro povero in terra
fino al giorno in cui, tutti
riuniti in Cristo,
potremo vivere sempre con te
nella gioia eterna.
Per Cristo nostro Signore.31
Oppure:
Ti raccomandiamo, Signore,
l'anima fedele della nostra
Sorella N.,
perché, lasciato questo
mondo, viva in te;
nella tua clemenza cancella i
peccati che ha commesso
per la fragilità della
condizione umana
e concedigli il perdono e la
pace.
Per Cristo nostro Signore.32
Tutti rispondono:
Amen.
Processione verso il cimitero
23. Terminato tutto ciò, dove vi è l’usanza
di suonare le campane, inizia la processione verso il cimitero. Precedono quelle
che portano l’acqua benedetta, il turibolo, il cero o la croce, dopo di esse le
Consorelle ordinatamente incominciando dalle più giovani, quindi il feretro,
per ultima l’Abbadessa con il pastorale, seguita dai parenti della Consorella
defunta e dagli ospiti, se non sembra migliore un ordine a rovescio, e cioè
dopo il cero o la croce e il feretro l’Abbadessa e le Consorelle iniziando
dalle più anziane.33
24. Durante
la processione si cantano i Salmi, come:
Salmo 113 (A) con l’antifona
Ti accolga il coro degli
angeli,
e con Lazzaro povero in terra
tu possa godere il riposo
eterno nel cielo.34
Oppure
In Paradiso ti accompagnino
gli angeli,
al tuo arrivo ti accolgano i
martiri,
e ti conducano nella santa
Gerusalemme.35
Il Salmo 117 con l’antifona
Apritemi le porte della giustizia,
entrerò e renderò grazie al
Signore.36
ed ancora, se è necessario, il Salmo 41° con l’antifona
Nello splendido corteo dei
santi
andrò alla casa di Dio.37
Si possono cantare gli stessi Salmi con una sola antifona,
Ti accolga, come sopra
Oppure:
In Paradiso, come sopra
Oppure:
Udii una voce dal cielo che diceva:
beati i morti che muoiono nel Signore.38
O anche:
Io sono la risurrezione e la vita.
Chi crede in me anche se muore, vivrà;
e chiunque vive e crede in me,
non morrà in eterno.39
o con un solo
responsorio Alleluia.
tu possa godere il riposo eterno nel cielo.34
Oppure:
In Paradiso ti accompagnino
gli angeli,
al tuo arrivo ti accolgano i
martiri,
e ti conducano nella santa
Gerusalemme.35
Apritemi le porte della
giustizia,
entrerò e renderò grazie al
Signore.36
Nello splendido corteo dei
santi
andrò alla casa di Dio.37
Ti accolga, come sopra
Oppure
In paradiso, come sopra
Oppure:
Udii una voce dal cielo che
diceva:
beati i morti che muoiono nel
Signore.38
O anche:
Io sono la risurrezione e la vita.
Chi crede in me anche se muore, vivrà;
e chiunque vive e crede in me,
non morrà in eterno. 39
o con un solo responsorio Alleluia.
Sepoltura
25. Una volta giunti presso la
tomba, si depongono l’acqua benedetta e l’incenso ai piedi del sepolcro, la
croce invece o il cero dalla parte del capo; i Confratelli, se il luogo lo
permette, si dispongono da una parte e dall’altra. L’Abate, accompagnato dal
Confratello che porta il libro si pone ai piedi del sepolcro tra gli altri
ministranti.40
26. Dispostisi tutti intorno
alla tomba, l’Abate si rivolge ai presenti con queste o simili parole:
Con il pietoso affetto del
ricordo, Fratelli carissimi,
commemoriamo il nostro caro
che il Signore ha chiamato da
questa terra:
invochiamo dunque la
misericordia del nostro Dio
perché si degni di
concedergli
una dimora serena e sicura
e gli perdoni tutte le
offese.41
Dopo queste parole, l’Abate benedice
la tomba, dicendo:
O Dio, creatore del cielo e
della terra
che nel tuo disegno di
salvezza
hai unito gli uomini
alla vittoria pasquale di
Cristo, tuo Figlio,
perché mediante il Battesimo,
anche noi, sue membra,
diveniamo partecipi della
gloria del Signore risorto,
benedici il sepolcro del
nostro fratello N.
che abbiamo accompagnato
all'estrema dimora,
e fa' che egli vi riposi in
pace,
per risorgere nell'ultimo
giorno con i tuoi santi.
Per Cristo nostro Signore.42
Oppure:
Signore Gesù Cristo,
Sepoltura
25. Una volta giunti presso la tomba, si
depongono l’acqua benedetta e l’incenso ai piedi del sepolcro, la croce invece
o il cero dalla parte del capo; le Consorelle, se il luogo lo permette, si dispongono
da una parte e dall’altra. Il Sacerdote e l’Abbadessa si pongono ai piedi del
sepolcro tra i ministranti.40
26. Dispostisi tutti intorno alla tomba, il
Sacerdote o l’Abbadessa si rivolge ai presenti con queste o simili parole:
Con il pietoso affetto del
ricordo, Fratelli carissimi,
commemoriamo la nostra cara
che il Signore ha chiamata da
questa terra:
invochiamo dunque la
misericordia del nostro Dio
perché si degni di
concedergli
una dimora serena e sicura
e gli perdoni tutte le
offese.41
Dopo queste parole, il Sacerdote
benedice la tomba, dicendo:
O Dio, creatore del cielo e
della terra
che nel tuo disegno di
salvezza
hai unito gli uomini
alla vittoria pasquale di
Cristo, tuo Figlio,
perché mediante il Battesimo,
anche noi, sue membra,
diveniamo partecipi della gloria
del Signore risorto,
benedici il sepolcro del
nostro fratello N.
che abbiamo accompagnato
all'estrema dimora,
e fa' che egli vi riposi in
pace,
per risorgere nell'ultimo
giorno con i tuoi santi.
Per Cristo nostro Signore.42
Oppure:
Signore Gesù Cristo,
che riposando per tre giorni
nel sepolcro,
hai illuminato con la
speranza della risurrezione
la sepoltura di coloro che
credono in te,
fa' che il nostro fratello N.
riposi in pace
fino al giorno in cui tu, che
sei la risurrezione e la vita,
farai risplendere su di lui
la luce del tuo volto,
e lo chiamerai a contemplare
la gloria del paradiso.
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli.43
Oppure:
O Dio, che nella tua
misericordia
doni il riposo alle anime dei
fedeli,
benedici questa tomba
e affidala alla custodia del
tuo angelo santo;
concedi che, mentre il corpo
viene sepolto,
l'anima, libera da ogni
vincolo di peccato,
in te si allieti di gioia
perenne insieme ai tuoi santi.
Per Cristo nostro Signore.44
O infine:
O Dio, nostro Padre, tu ci
hai rivelato
che per la disobbedienza alla
tua legge
è entrata nel mondo la morte
e che per l'obbedienza
redentrice del tuo Figlio
risorgeremo a vita nuova;
tu hai voluto che Abramo,
padre dei credenti,
riposasse nella terra
promessa
e hai ispirato a Giuseppe d'Arimatèa
di offrire la sua tomba per
la sepoltura del Signore:
degnati di benedire questo
sepolcro
e fa' che, mentre il corpo
del nostro fratello
viene deposto nella terra,
la sua anima sia accolta in
paradiso.
Per Cristo nostro Signore.45
che riposando per tre giorni
nel sepolcro,
hai illuminato con la
speranza della risurrezione
la sepoltura di coloro che
credono in te,
fa' che la nostra sorella N.
riposi in pace
fino al giorno in cui tu, che
sei la risurrezione e la vita,
farai risplendere su di lui
la luce del tuo volto,
e lo chiamerai a contemplare
la gloria del paradiso.
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli.43
Oppure:
O Dio, che nella tua
misericordia
doni il riposo alle anime dei
fedeli,
benedici questa tomba
e affidala alla custodia del tuo
angelo santo;
concedi che, mentre il corpo
viene sepolto,
l'anima, libera da ogni
vincolo di peccato,
in te si allieti di gioia
perenne insieme ai tuoi santi.
Per Cristo nostro Signore.44
O infine:
O Dio, nostro Padre, tu ci
hai rivelato
che per la disobbedienza alla
tua legge
è entrata nel mondo la morte
e che per l'obbedienza
redentrice del tuo Figlio
risorgeremo a vita nuova;
tu hai voluto che Abramo,
padre dei credenti,
riposasse nella terra
promessa
e hai ispirato a Giuseppe
d'Arimatèa
di offrire la sua tomba per
la sepoltura del Signore:
degnati di benedire questo
sepolcro
e fa' che, mentre il corpo
della nostra sorella
viene deposto nella terra,
la sua anima sia accolta in
paradiso.
Per Cristo nostro Signore.45
Tutti rispondono:
Amen.
Recitata
l’orazione, l’Abate asperge con l’acqua benedetta e poi incensa la tomba. Nei
luoghi in cui un Confratello scende nella fossa per accogliere la salma
dignitosamente e disporla convenientemente, l’Abate può porgergli il turibolo
per incensarla.46
27. Mentre si depone la
salma nella tomba, si può cantare il Salmo 41°, se non è già stato cantato, con
l’antifona
Nello splendido corteo dei
santi
andrò alla casa di Dio.47
o il Salmo 125 con l’antifona
Chi semina nelle lacrime mieterà
nella gioia.48
o il Salmo 131 con l’antifona
Questo mio riposo nei secoli
dei secoli:
qui abiterò perché l’ho
scelto.49
o un
responsorio.
28. Deposta e disposta convenientemente la
salma e coperto il suo volto, l’Abate cosparge un po’ di terra con un arnese
che gli è stato offerto; dopo di ciò, indietreggia di fronte alla tomba.50
Mentre i Confratelli indicati per
questo compito coprono il corpo con la terra, si può continuare la salmodia
soprattutto con il Salmo 138 e la sua antifona:
Mi hai plasmato dalla terra,
mi hai rivestito di carne;
Signore, mio Redentore,
fammi risorgere nell'ultimo
giorno.51
Tutti rispondono
Amen.
Recitata l’orazione, il Sacerdote asperge con
l’acqua benedetta e poi incensa la tomba. Nei luoghi in cui una Consorella
scende nella fossa per accogliere la salma dignitosamente e disporla
convenientemente, il Sacerdote può porgerle il turibolo per incensarla.46
27. Mentre si depone la
salma nella tomba, si può cantare il Salmo 41°, se non è già stato cantato, con
l’antifona
Nello splendido corteo dei
santi
andrò alla casa di Dio.47
O il Salmo 125 con l’antifona
Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.48
O il Salmo 131 con l’antifona
Questo mio riposo nei secoli
dei secoli:
qui abiterò perché l’ho
scelto.49
o un responsorio.
28. Deposta e disposta la salma e coperto il
suo volto, l’Abbadessa con un arnese che le è stato offerto cosparge un po’ di
terra; dopo di ciò, indietreggia di fronte alla tomba.50
Mentre le Consorelle indicate per questo compito coprono il corpo con la terra,
si può continuare la salmodia soprattutto con il Salmo 138 e la sua antifona:
Mi hai plasmato dalla terra,
mi hai rivestito di carne;
Signore, mio Redentore,
fammi risorgere nell'ultimo
giorno.51
Ultimi suffragi
29. Sepolta la salma, si
interrompe la salmodia e si fa la preghiera comunitaria o dei fedeli52 secondo una delle formule seguenti o con
parole simili, sia per intero sia in parte.
A
30. L’Abate invita alla preghiera dicendo:
Poiché piacque a Dio onnipotente
di chiamare a sé da questa vita il nostro Confratello,
affidiamo il suo corpo alla terra,
perché torni là donde è stato tirato fuori.
Poiché poi Cristo è risuscitato, primogenito dei morti,
egli che trasformò il corpo della nostra bassa condizione
configurato al corpo del suo splendore,
affidiamo il nostro Confratello al Signore
perché lo accolga nella sua pace
e risusciti il suo corpo nell’ultimo giorno.53
Il
Diacono o un ministro o un altro Confratello recita le invocazioni, mentre
tutti rispondono Amen.
Accogli, Signore,
l’anima del tuo servo che ritorna a te:
rivestila con la veste celeste e lavala
con la sorgente santa della vita eterna,
perché sia saggio tra i sapienti, R.
e faccia progressi tra i Patriarchi e i Profeti, R.
e cerchi di seguire Cristo tra gli Apostoli, R.
e segga incoronato tra i Martiri, R.
e tra gli Angeli e gli Arcangeli
veda sempre lo splendore di Dio, R.
e tra i Cherubini e i Serafini
scopra la grandezza di Dio, R.
e tra i ventiquattro Anziani oda il Cantico dei Cantici, R.
Ultimi suffragi
29. Sepolta la salma, si
interrompe la salmodia e si fa la preghiera comunitaria o dei fedeli52
secondo una delle formule seguenti o con parole simili, sia per intero sia in
parte.
A
30. Il
Sacerdote invita alla preghiera dicendo:
Poiché piacque a Dio
onnipotente
di chiamare a sé da questa
vita la nostra Consorella,
affidiamo il suo corpo alla terra,
perché torni là donde è stato
tirato fuori.
Poiché poi Cristo è
risuscitato, primogenito dei morti,
egli che trasformò il corpo
della nostra bassa condizione
configurato al corpo del suo
splendore,
affidiamo la nostra
Consorella al Signore
perché l’accolga nella sua
pace
e risusciti il suo corpo
nell’ultimo giorno.53
Il Diacono o l’Abbadessa
o un’altra Consorella recita le invocazioni, mentre tutti rispondono Amen.
Accogli, Signore,
l’anima della tua serva che ritorna a te:
rivestila con la veste celeste e lavala
alla sorgente santa della vita eterna,
perché sia saggia tra i sapienti, R.
e faccia progressi tra i Patriarchi e i Profeti, R.
e cerchi di seguire Cristo tra gli Apostoli, R.
e segga incoronata tra i Martiri, R.
e tra gli Angeli e gli Arcangeli
veda sempre lo splendore di Dio, R.
e tra i Cherubini e i Serafini
scopra la grandezza di Dio, R.
e tra i ventiquattro Anziani oda il Cantico dei Cantici, R.
e tra coloro che lavano le loro stole nella sorgente di luce
lavi la sua veste, R.
e tra coloro che bussano
trovi aperte le porte della Gerusalemme celeste, R.
e tra le rutilanti pietre del paradiso
possegga il gaudio, R.
e tra coloro che vedono veda faccia a faccia, R.
e tra coloro che cantano canti un nuovo canto, R.
e tra coloro che odono ascolti un suono celestiale54, R.
B
31. L’Abate invita alla preghiera dicendo:
In suffragio del nostro
fratello
supplichiamo il Signore Gesù
che ha detto:
« Io sono la risurrezione e
la vita;
chi crede in me, anche se è
morto, vivrà,
e chiunque vive e crede in
me, non morirà in eterno ».
Il Diacono o il
ministrante o un altro Confratello recita le invocazioni e tutti gli altri
rispondono Ascoltaci,
Signore oppure Signore, abbi pietà del peccatore,
Signore che hai pianto sulla
morte di Lazzaro,
asciuga le nostre lacrime.
Noi ti preghiamo. R.
Tu, che hai richiamato i
morti alla vita,
dona la vita eterna al nostro
Fratello.
Noi ti preghiamo. R.
Tu, che hai promesso il
paradiso al ladrone pentito,
conduci in cielo questo
nostro Fratello.
Noi ti preghiamo. R.
Accogli nella schiera degli
eletti
questo nostro Fratello
purificato nel fonte battesimale
e consacrato con la santa
Cresima.
Noi ti preghiamo. R.
e tra coloro che lavano le loro stole nella sorgente di luce
lavi la sua veste, R.
e tra coloro che bussano
trovi aperte le porte della Gerusalemme celeste, R.
e tra le rutilanti pietre del paradiso
possegga il gaudio, R.
e abbia la conoscenza dei misteri, R.
e tra coloro che vedono veda faccia a faccia, R.
e tra coloro che cantano canti un nuovo canto, R.
e tra coloro che odono ascolti un suono celestiale54, R.
B
31. Il
Sacerdote invita alla preghiera dicendo:
In suffragio della nostra sorella
supplichiamo il Signore Gesù
che ha detto:
« Io sono la risurrezione e
la vita;
chi crede in me, anche se è
morto, vivrà,
e chiunque vive e crede in
me, non morirà in eterno ».
Il Diacono o l’Abbadessa
o un’altra Consorella recita le invocazioni e tutti gli altri rispondono Ascoltaci, Signore oppure Signore, abbi pietà del peccatore.
Signore che hai pianto sulla
morte di Lazzaro,
asciuga le nostre lacrime.
Noi ti preghiamo. R.
Tu, che hai richiamato i
morti alla vita,
dona la vita eterna alla
nostra Sorella.
Noi ti preghiamo. R.
Tu, che hai promesso il
paradiso al ladrone pentito,
conduci in cielo questa
nostra Sorella.
Noi ti preghiamo. R.
Accogli nella schiera degli
eletti
questa nostra Sorella purificata
nel fonte battesimale
e consacrato con la santa
Cresima.
Noi ti preghiamo. R.
Accogli alla mensa del tuo
regno questo nostro Fratello,
che si è nutrita del tuo
Corpo e Sangue
nel convito eucaristico.
Noi ti preghiamo. R.
Conforta con la consolazione
della fede
e con la speranza della vita
eterna
coloro che piangono per la
morte del nostro Fratello.
Noi ti preghiamo. R.55
C
32. Invece della preghiera
precedente si può cantare un’antifona più lunga, al termine della quale tutti
rispondono in forma di litania. L’Abate invita alla preghiera dicendo:
Preghiamo, Fratelli carissimi,
per l’anima del nostro caro
che il Signore ha liberato
dai lacci di questa terra,
il cui corpo oggi è affidato
alla sepoltura,
affinché la pietà del Signore
lo ponga nel seno di Abramo,
Isacco e Giacobbe,
e, quando verrà il giorno del giudizio,
lo risusciti e lo posti alla sua destra
tra i suoi santi e i suoi eletti.56
A questo punto si
canta l’antifona:
Signore clementissime,
che per la nostra miseria
hai affrontato il supplizio della morte
per mano degli empi,
libera la sua anima dal baratro dell’inferno,
e misericordioso scioglila
dai lacci della morte,
e cancella i suoi peccati con
un’eterna dimenticanza;
i tuoi angeli la trasportino
nella tua luce,
Accogli alla mensa del tuo
regno questa nostra Sorella,
che si è nutrita del tuo
Corpo e Sangue
nel convito eucaristico.
Noi ti preghiamo. R.
Conforta con la consolazione
della fede
e con la speranza della vita
eterna
coloro che piangono per la
morte della nostra Sorella.
Noi ti preghiamo. R.55
C
32. Invece
della preghiera precedente si può cantare un’antifona più lunga, al termine
della quale tutti rispondono in forma di litania. Il Sacerdote invita alla
preghiera dicendo:
Preghiamo, carissimi Fratelli
e Sorelle,
per l’anima della nostra cara
che il Signore ha liberato
dai lacci di questa terra,
il cui corpo oggi è affidato
alla sepoltura,
affinché la pietà del Signore
la ponga nel seno di Abramo,
Isacco e Giacobbe,
e, quando verrà il giorno del
giudizio,
la risusciti e la posti alla
sua destra
tra i suoi santi e i suoi
eletti.
56
A questo punto si canta
l’antifona:
Signore clementissime,
che per la nostra miseria
hai affrontato il supplizio della morte
per mano degli empi,
libera la sua anima dal baratro dell’inferno,
e misericordioso scioglila dai lacci della morte,
e cancella i suoi peccati con un’eterna dimenticanza;
i tuoi angeli la trasportino nella tua luce,
la facciano entrare nella porta del paradiso,
affinché, mentre il corpo è affidato alla terra,
la conducano verso l’eternità.57
Tutti, messisi in
ginocchio e col capo chino, ripetono per tre volte Signore, pietà del
peccatore.
33. Poi, o tutti insieme recitano l’orazione domenicale58
o l’Abate dice una delle seguenti preghiere:
Dio onnipotente,
che con la morte in croce del tuo Figlio
hai vinto la nostra morte,
con il suo riposo nel sepolcro
hai santificato le tombe dei fedeli
e con la sua gloriosa risurrezione
ci hai ridato la vita immortale,
accogli le nostre preghiere
per questo nostro fratello che morto e sepolto in Cristo
attende la beata speranza
e la manifestazione gloriosa del Salvatore.
Mentre era sulla terra,
lo hai condotto per mezzo del tuo Spirito
sul sentiero della vita monastica:
Concedi, o Signore,
a colui che ti ha servito fedelmente sulla terra,
di lodarti senza fine nella beatitudine del cielo.
Per Cristo nostro Signore.59
Oppure:
E’ certamente temerario,
Signore,
che l’uomo osi raccomandare,
a te Dio nostro, un uomo,
il mortale un mortale, la
cenere altra cenere:
ma poiché la terra accoglie
la terra,
e la polvere si trasforma in
polvere,
la facciano entrare nella
porta del paradiso,
affinché, mentre il corpo è
affidato alla terra,
la conducano verso
l’eternità.57
Tutti, messisi in ginocchio e col capo chino, ripetono per tre volte Signore, pietà del peccatore.
33. Poi, o tutti insieme recitano l’orazione del Signore58 o il Sacerdote recita una delle seguenti preghiere:
Dio onnipotente,
che con la morte in croce del tuo Figlio
hai vinto la nostra morte,
con il suo riposo nel sepolcro
hai santificato le tombe dei fedeli
e con la sua gloriosa risurrezione
ci hai ridato la vita immortale,
accogli le nostre preghiere
per questa nostra Sorella che morta e sepolta in Cristo
attende la beata speranza
e la manifestazione gloriosa del Salvatore.
Mentre era sulla terra,
l’hai condotta per mezzo del tuo Spirito
sul sentiero della vita monastica:
Concedi, o Signore,
a colei che ti ha servito fedelmente sulla terra,
di lodarti senza fine nella beatitudine del cielo.
Per Cristo nostro Signore.59
Oppure:
E’ certamente temerario, Signore,
che l’uomo osi raccomandare, a te Dio nostro, un uomo,
il mortale un
mortale, la cenere altra cenere :
ma poiché la terra accoglie la terra,
e la polvere si trasforma in polvere,
finché ogni carne ritorni alla propria origine,
con le lacrime, Padre pietosissimo,
imploriamo la tua misericordia,
affinché l’anima di questo tuo servo,
che da questo mondo conduci alla patria,
tu accolga nel seno di Abramo tuo amico,
e lo cosparga con il refrigerio della tua rugiada;
sia unita al riposo grazie alla tua bontà
e faccia esperienza della tua pietosa indulgenza;
e quando, al termine di questo mondo,
splenderà a tutti il regno celeste,
unito quale nuovo uomo alla schiera di tutti i santi,
risorga per essere incoronato
con i tuoi eletti alla tua destra.
Per Cristo nostro Signore. 60
Oppure:
Ascolta, Signore, le preghiere della tua Chiesa
per il nostro Fratello N.:
la vera fede lo associò al popolo dei credenti,
la tua misericordia lo unisca all'assemblea dei santi,
nella dimora di luce e di pace.
Per Cristo nostro Signore.61
Oppure:
Colpiti dalla novità della crudele ferita,
e in un certo modo gravemente piagati,
imploriamo con voce piena di fede
la tua misericordia, o Redentore del mondo,
perché con
dolcezza e indulgenza accolga
l’anima del nostro caro Fratello N.
che ritorna presso la tua clemenza,
tu che sei fonte di pietà;
e se essa contrasse qualche macchia
dal contatto con la carne,
finché ogni carne ritorni
alla propria origine,
con le lacrime, Padre
pietosissimo,
imploriamo la tua
misericordia,
affinché l’anima di questa
tua serva,
che da questo mondo conduci
alla patria,
accolga nel seno di Abramo
tuo amico,
e la cosparga con il
refrigerio della tua rugiada;
sia unita al tuo riposo
grazie alla tua bontà
e faccia esperienza della tua pietosa indulgenza;
e quando, al termine di
questo mondo,
splenderà a tutti il regno
celeste,
unita quale nuova creatura
alla schiera di tutti i santi,
risorga per essere incoronata
con i tuoi eletti
alla tua destra.
Per Cristo nostro Signore.60
Oppure:
Ascolta, Signore, le
preghiere della tua Chiesa
per la nostra Sorella N.:
la vera fede la associò al
popolo dei credenti,
la tua misericordia la unisca
all'assemblea dei santi,
nella dimora di luce e di
pace.
Per Cristo nostro Signore.61
Oppure:
Colpiti dalla novità della
crudele ferita,
e in un certo modo gravemente
piagati,
imploriamo con voce piena di
fede
la tua misericordia, o
Redentore del mondo,
perché con dolcezza e
indulgenza accolga
l’anima della nostra cara
Sorella N.
che ritorna presso la tua
clemenza,
tu che sei fonte di pietà;
e se essa contrasse qualche macchia
dal contatto con la carne,
tu, Dio, degnati benigno di cancellarla,
pietoso perdona, affidala all’oblio eterno,
e mentre si accinge a renderti lode con gli altri,
fa’ che si unisca alla schiera dei tuoi santi.
Per Cristo nostro Signore.62
Oppure:
Nelle tue mani, Padre
clementissimo,
consegnando l'anima del nostro
Fratello N.
con la sicura speranza che
risorgerà nell'ultimo giorno
insieme a tutti i morti in
Cristo.
Ti rendiamo grazie, o
Signore,
per tutti i benefici che gli
hai dato in questa vita,
come segno della tua bontà
e della comunione dei santi
in Cristo.
Nella tua misericordia senza
limiti,
aprigli le porte del
paradiso;
e a noi che restiamo quaggiù
dona la tua consolazione con
le parole della fede,
fino al giorno in cui, tutti
riuniti in Cristo,
potremo vivere sempre con te
nella gioia eterna.
Per Cristo nostro Signore.63
Tutti rispondono:
Amen.
34. A questo punto l’Abate nella preghiera
può unire al defunto i Confratelli che già sono sepolti nel cimitero e tutti i
fedeli ovunque sepolti, dicendo:
Dio, per la cui misericordia riposano i fedeli,
ai tuoi servi e a tutti coloro che riposano in Cristo
concedi propizio il perdono dei peccati:
affinché, assolti da tutte le colpe,
tu, Dio, degnati benigno di
cancellarla,
pietoso perdona, affidala all’oblio
eterno,
e mentre si accinge a
renderti lode con gli altri,
fa’ che si unisca alla
schiera dei tuoi santi.
Per Cristo nostro Signore.62
Oppure:
Nelle tue mani, Padre
clementissimo,
consegnando l'anima della
nostra Sorella N.
con la sicura speranza che
risorgerà nell'ultimo giorno
insieme a tutti i morti in
Cristo.
Ti rendiamo grazie, o
Signore,
per tutti i benefici che gli
hai dato in questa vita,
come segno della tua bontà
e della comunione dei santi
in Cristo.
Nella tua misericordia senza
limiti,
aprigli le porte del
paradiso;
e a noi che restiamo quaggiù
dona la tua consolazione con
le parole della fede,
fino al giorno in cui, tutti
riuniti in Cristo,
potremo vivere sempre con te
nella gioia eterna.
Per Cristo nostro Signore.63
Tutti rispondono:
Amen.
34. A questo punto il Sacerdote nella
preghiera può unire alla defunta le Consorelle che già sono sepolte nel
cimitero e tutti i fedeli ovunque sepolti, dicendo:
Dio, per la cui misericordia
riposano i fedeli,
ai tuoi servi e a tutti
coloro che riposano in Cristo
concedi propizio il perdono
dei peccati:
affinché, assolti da tutte le
colpe,
siano uniti alla risurrezione del tuo Figlio.
Che vive e regna nei secoli dei secoli.64
Tutti rispondono:
Amen.
35. Al termine di tutto il rito si può fare un canto, secondo l’usanza del
luogo65, dopo il quale l’Abate opportunamente benedice i presenti
come si fa alla fine della Messa. Quindi come congedo dice:
Ora andiamo in pace,
ricordando davanti a Dio il nostro Fratello.
36. Se a causa del cattivo tempo non si può fare la processione fino al cimitero, in un punto opportuno si interrompe la salmodia e subito si dispongono gli ultimi suffragi come sopra ai nn. 29-35. Poi, in un momento successivo, con l’accompagnamento di alcuni Confratelli, la salma che prima è stata deposta in un luogo adatto, è sepolta dall’Abate che benedice la tomba, l’asperge con acqua benedetta e la incensa, non facendo altro se non quanto è suggerito dalla devozione e dal rispetto delle persone.
37. Si facciano quindi delle brevi comunicazioni
da inviare a tutti i monasteri della Famiglia Cistercense, sotto questa forma,
con opportune variazioni:
Il giorno ... è
morto nel nostro monastero ... di ... (o della Congregazione N.) dell’Ordine Cistercense, nella diocesi ... ( nazione), Fratel ... (novizio, professo temporaneo, converso,
oblato, diacono, sacerdote, giubilare, etc.), per la cui anima imploriamo le
vostre preghiere e il suffragio dei sacrifici secondo la carità e pregheremo
per i vostri defunti.66
siano uniti alla risurrezione
del tuo Figlio.
Che vive e regna nei secoli dei secoli.64
Tutti rispondono:
Amen.
35. Al termine di tutto il rito si può fare
un canto, secondo l’usanza del luogo65,
dopo il quale il sacerdote opportunamente benedice i presenti come si fa alla
fine della Messa. Quindi come congedo dice:
Ora andiamo in pace,
ricordando a Dio la nostra
Sorella.
36. Se a causa del cattivo tempo non si può fare la processione fino al cimitero, in un punto opportuno si interrompe la salmodia e subito si dispongono gli ultimi suffragi come sopra ai nn. 29-35. Poi, in un momento successivo, con l’accompagnamento di alcune Consorelle, la salma che prima è stata deposta in un luogo adatto, è sepolta dal Sacerdote o dall’Abbadessa che benedice la tomba, l’asperge con acqua benedetta e la incensa, non facendo altro se non quanto è suggerito dalla devozione e dal rispetto delle persone.
37. Si facciano quindi delle brevi
comunicazioni da inviare a tutti i monasteri della Famiglia Cistercense, sotto
questa forma, con opportune variazioni:
Il giorno ... è morta nel nostro monastero ...di ...(o della Congregazione N.) dell’Ordine Cistercense, nella
diocesi ... (nazione),
Suor ... (novizia, professa temporanea, conversa, esterna, oblata, giubilare,
etc.), per la cui anima imploriamo le vostre preghiere e il suffragio dei
sacrifici secondo la carità e pregheremo per i vostri defunti. 66
ACCOGLIENZA
DEL CORPO DI UN DEFUNTO67
38. Quando presso di noi muore un ospite o bisogna trasportare la salma di una persona ad un monastero, si va in processione dal convento alla foresteria o alla porta del monastero o presso la porta della chiesa e tutto si svolge come sopra ai nn. 2-8.
39. Se si deve trasportare la salma di un
altro, dopo l’ultima nota di lode e il saluto finale come sopra ai nn. 13-18,
quando la salma giunge al luogo dove deve essere affidata a coloro che devono
trasportarla, si interrompe la salmodia e l’Abate o un Sacerdote celebrante,
recitata un’orazione adatta, congeda l’assemblea.
ACCOGLIENZA
DEL CORPO DI UN DEFUNTO67
38. Quando presso di noi muore un ospite o bisogna trasportare la salma di una persona ad un monastero, si va in processione dal convento alla foresteria o alla porta del monastero o presso la porta della chiesa e tutto si svolge come sopra ai nn. 2-8.
39. Se si deve trasportare la salma più
lontano, dopo l’ultimo discorso e il saluto finale come sopra ai nn. 13-18,
quando la salma giunge al luogo dove deve essere affidata a coloro che devono
trasportarla, si interrompe la salmodia e il Sacerdote o l’Abbadessa, recitata
un’orazione adatta, congeda l’assemblea.
Altri testi per la liturgia
della parola
o per la veglia vicino al defunto
Salmi
e Antifone
Per comodità si
citano qui Salmi scelti per i defunti con la loro antifona:
5. Dirige, Domine Deus meus, in conspectu tuo
viam meam.
6. Convertere, Domine, et eripe
animam meam, quondam non est in morte
qui memor sit tui.
7. Nequando rapiat ut leo animam meam, dum
non est qui redimat neque qui salvum faciat.
15 Conserva
me, Domine, quondam in te speravi.
Oppure Caro mea
requiescat in spe.
22. In loco
pascuae ibi me collocavit.
24. Delicta iuventutis meae et ignorantias meas
ne memineris, Domine.
26 Credo
videre bona Domini in terra viventium.
30 (1-6) In tua iustitia, libera me, Domine.
39
Complaceat tibi, Domine, ut
eruas me; ad adiuvandum me respice.
40
Sana, Domine, animam meam,
quia peccavi tibi.
41
Sitivit anima mea ad Deum
vivum quando veniam et apparebo ante faciem Domini.
50. Exultabunt Domino ossa umiliata.
62. Me suscepit dextera tua, Domine.
64. Exaudi, Domine, orationem meam; ad te omnis
caro veniet.
83. Beati qui habitant in domo tua, Domine.
84 Benedixisti, Domine, terram
tuam; remisisti iniquitatem plebis tuae.
85. Inclina, Domine, aurem tuam et
exaudi me
Oppure Tu, Domine Deus, patiens et multae
misericordiae.
90. Longitudine dierum replebo eum et ostendam
illi salutare meum.
114. Placebo Domino in regione vivorum.
120. Dominus custodit te ab omni malo: custodiat animam tuam Dominus.
129. Si iniquitates observaveris, Domine, Domine,
quis sustinebit?
137. Opera manuum tuarum, Domine, ne despicias.
142. Non abscondas facies tuam a me, quia in te
speravi;
oppure T.P. Propter nomen
tuum, Domine, vivificabis me, alleluia.
150. Omnis spiritus laudet Dominum.
Letture bibliche
Come
nel Rito romano delle esequie, nn. 83-144.
Letture
dei padri o scrittori ecclesiastici
Come
nell’Ufficio dei defunti della Liturgia romana delle Ore
Formulari
della preghiera dei fedeli
Oltre
ai formulari contenuti in questo Rito delle esequie,
si
possono usare i seguenti: O.E., nn. 200-202.
Preghiere
finali
Come
nel Rito romano delle esequie, nn. 170-181 e n. 202.
Oltre a
queste preghiere, si possono prendere tutte le orazioni
che
sono indicate per le Messe dei defunti.
Debiti o Suffragi per i Defunti
nell’ordine cistercense della stretta
osservanza
secondo le decisioni dei capitoli generali tanto degli abati quanto delle
abbadesse del 1971
1. Una volta all’anno, si deve celebrare l’anniversario della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nel giorno stabilito.
2. Una volta al mese, ne giorno stabilito
dall’Abate o dall’Abbadessa e non impedito dalle rubriche, si celebra una Messa
conventuale per i confratelli e le consorelle del nostro Ordine, per i nostri
genitori e gli altri defunti a noi specialmente congiunti; i Fratelli
presbiteri che in questo giorno celebrano
Si può anche fare, se sia parso opportuno all’Abate o all’Abbadessa, una celebrazione comunitaria della Parola.
3. Ogni giorno, nell’Ufficio divino o
Liturgia delle Ore, si offre un qualche suffragio o intenzione nelle Preghiere.
4. Ricevuta la notizia della morte:
a. di Confratelli o Consorelle
di tutta
b. del Sommo Pontifice, del Vescovo diocesano, dell’Abate Generale e del Padre immediato, si celebri una Messa nella comunità.
5. Alla morte di un Confratello o di una Consorella della comunità:
a. veglie, esequie e Messe secondo questo Rituale;
b. elemosina da parte di tutta la comunità;
c. tre Messe che i singoli sacerdoti della comunità devono celebrare dopo la morte (le quali in comunità possono essere opportunamente celebrate o concelebrate dopo tre, sette e trenta giorni dalla morte, secondo le rubriche del Messale).
Nondimeno l’Abate o l’Abbadessa con il consiglio dei Confratelli o delle Consorelle può stabilire che si debba offrire qualche suffragio in più.
nell’ordine cistercense
secondo le decisioni del capitolo generale del
1995
Il Capitolo Generale ha stabilito
riguardo ai suffragi per i nostri defunti solo norme generali, ma sarà compito
delle singole Congregazioni stabilire norme speciali (o applicare le norme generali
a circostanze particolari).
Introduzione
teologica
Nella vita cristiana la pietà e il
culto verso i defunti ebbero sempre grande importanza fin dai primi tempi della
Chiesa e dell’Ordine nostro. Nella commemorazione dei defunti si esprime la
comunione dei santi con cui, comunicando tra di loro tutte le membra di Cristo,
si impetra per alcuni un’opera spirituale, per altri si offre il sollievo della
speranza. Nel culto dei morti noi cristiani intendiamo affermare comunque la
speranza della vita eterna ed esprimere il carattere pasquale della morte
cristiana. Perciò
Le Commemorazioni (Anniversari solenni) dei Defunti
Oltre alla Commemorazione di tutti i
fedeli defunti del 2 novembre il nostro Ordine ogni anno celebra due Commemorazioni
dei defunti:
1. il 18 settembre, Commemorazione di tutti i defunti della Famiglia Cistercense morti durante l’anno, da celebrarsi come ufficio solenne.
2.
il 14 settembre, Commemorazione di
tutti i defunti che sono vissuti sotto
In queste commemorazioni tutte le
Messe sono applicate per i defunti, a meno che il Superiore (
Commemorazione
del mese (Ufficio del mese)
Una volta al mese,
nel Direttorio dell’Ufficio dell’Ordine proposto si faccia
Almeno una Messa
conventuale deve essere applicata per i defunti.
Commemorazione
quotidiana dei defunti
Oltre ai suffragi quotidiani nella
celebrazione della Sacra Eucaristia e nella Liturgia delle Ore e alle usanze
locali, si recitino nei monasteri, in cui vige l’usanza, dopo la lettura
quotidiana del necrologio, il Salmo De profundis e un’orazione adatta.
Suffragi
in occasione della morte
di un Confratello o di una Consorella
Oltre a quelle che propone il
Rituale Cistercense in occasione della morte di un Confratello o di una
Consorella, il nostro Ordine osservi queste norme:
1.
Per il Confratello o
2.
Dove vi è l’usanza, è possibile
celebrare 30 Messe (Gregoriane) per il Confratello o
3.
Si raccomanda vivamente, che per
30 giorni si nomini il nome del Confratello o della Consorella defunto (a)
nella preghiera universale della Messa o nella Preghiera Eucaristica o nelle
preghiere (litanie) ai Vespri.
4.
Secondo un’antica tradizione anche
Cistercense si offrano opere di carità o elemosine per il Confratello o
5.
Comunicazioni di defunti siano
inviate agli altri monasteri di tutta
Suffragi
per altri defunti
1.
Ricevuta notizia della morte di
Confratelli o Consorelle del nostro Ordine e di tutta
2.
Nella preghiera universale della
Messa (o nella Preghiera Eucaristica) o nelle Preghiere (litanie) ai Vespri si
può inserire il nome del defunto(a).
3.
Ricevuta la notizia della morte
del Sommo Pontefice, del Vescovo diocesano, dell’Abate Generale, dell’Abate
Preside di una Congregazione (o dell’Abbadessa Presidente della Federazione) e
del Padre Immediato si celebri
Approvato dal Capitolo Generale
degli Abati O.C.S.O nel 1974 e adattato alle norme del Codice di Diritto Canonico
e delle Costituzioni dell’Ordine.
Prenotanda: Nell’ordinazione di
un Abate o di una Abbadessa sono necessarie tre azioni: la prima è l’elezione,
la seconda la conferma e l’insediamento, l’ultima la benedizione. Vale tutto
ciò che si dice in questo opuscolo su di un abate o un’abbbadessa da ordinare e
confermare, eccetto quanto viene espresso a suo luogo; valgono anche, con le
debite variazioni, per un priore o una priora di un priorato maggiore o
semplice.
L’ELEZIONE
1. Quando, morto l’abate, na Chiesa
dell’Ordine rimane vacante, o quando un abate giunge al termine del suo
incarico, il Vescovo cui compete per diritto sceglie il giorno della prossima
elezione e lo indica e convoca tutti gli elettori a norma del diritto.
In questi giorni,
non solo si esortano i fratelli a dedicarsi alla preghiera e alle opere buone
con maggiore assiduità, ma si ammoniscano anche sul dirito sia universale sia
proprio circa l’elezione.
2. In un’ora conveniente, in un tempo
opportuno prima dell’elezione, il Presidente dell’elezione convoca gli
elettori. Se vi è un delegato, per quanto è possibile, si legga prima la sua
delega. Dopo una breve esortazione del Presidente, con suffragio segreto,
vengono eletti tre scrutatori (o almeno due) dalla stessa assemblea. E’ in
potere degli elettori assentire a questa elezione o dissentire; e se uno
rinuncia, se ne elegga un altro. E’ primo scrutatore il più anziano o quello
eletto con il maggior numero di voti.
Al Presidente
inoltre compete l’elezione e la convocazione del notaio e di due testimoni; è
consuetudine che siano scelti al di fuori dell’assemblea, per quel che è
possibile.
3. Anche i membri del Capitolo conventuale
devono indicare la propria opzione con voto segreto, a norma delle Costituzioni,
tra l’elezione dell’abate a tempo indefinito o per un sessennio.
4. Nel giorno stesso dell’elezione, si
celebra la messa conventuale votiva dello Spirito Santo a norma dell’Istruzione
Generale del Messale con (Gloria e) preghiere adatte alla circostanza. A questa
messa, cui presiede lo stesso Presidente, partecipano e, per quanto spetta
loro, intervengono tutti gli elettori, presenti il notaio e i testimoni.
Se
è stato previsto che in questo stesso giorno, dopo l’insediamento, debba
seguire la benedizione dell’Eletto, si può celebrare
IL CAPITOLO DELL’ELEZIONE
5. All’ora stabilita, dato un segnale,
tutti coloro che partecipano all’elezione vanno nela sala capitolare o in un
altro luogo idoneo. Da questo momento fino ad elezione avvenuta nessuno di essi
abba contatto con persone estranee all’assemblea.
Se è stato previsto che l’insediamento
debba seguire subito dopo, si pongono su di un tavolo l’evangeliario, le chiavi
della chiesa e il sigillo del monastero, oltre alla croce pettorale abbaziale.
Inizia il Presidente recitando il
versetto Divinum auxilium o un altro
al quale tutti rispondono Amen. Se
prima è stata celebrata la messa dello Spirito Santo, allora si canta prima
l’inno Veni, creator Spiritus cui il
Presidente aggiunge l’orazione Deus qui
corda fidelium.
6. Letto dalla santa Regola il capitolo 64
De ordinando Abate, il Presidente
espone in breve l’esito dell’elezione e promuove tra gli elettori lo spirito di
fede e di discrezione diano alla casa di Dio un degno esecutore.
7. Quindi il cantore (o il notaio) legge
secondo l’ordine l’elenco di tutti gli elettori. Al proprio nome, ogni elettore
si alza in piedi e dice Presente. Se
uno degli elettori è assente, viene notificato al Presidente dal Priore o da un
altro. Al termine dell’appello si dichiara il numero. I partecipanti poi
possono prestare giuramento se sembra cosa opportuna al Presidente1.
8. A questo punto si procede all’elezione.
Il cantore distribuisce ad ogni elettore, incominciando dagli scrutatori, le
schede della votazione. Queste possono essere preparate in modo, per es., una
volta scritti i nomi di tutti gli elettori, da esser sufficiente scrivere o
fare un segno sul nome di colui al quale si vuol dare il proprio voto; inoltre
vi sia lo spazio in cui si possa scrivere il nome del non-elettore e il nome
del suo monastero.
9. Il primo scrutatore capovolge l’urna
scoperta dal pù giovane nella quale si devono inserire i voti, perché apaia
vuota, quindi la rimette a posto e la copre.
10. Subito, ad un cenno del Presidente, gli scrutatori avvicinandosi con la propria scheda al tavolo a ciò preparato, segretamente scrivono il loro voto, lo portano e lo inseriscono nell’urna sul tavolo davanti ai testimoni; quindi siedono dinanzi allo stesso. Gli altri elettori fanno allo stesso modo e, deposto il voto nell’urna, abbandonano la salla della votazione.
11. Al malato che non può essere presente,
purché sia nella casa, vanno gli scrutatori con i testimoni e il notaio, perché
anch’egli possa dare il suo voto.
12. Raccolti tutti i voti, il primo
scrutatore li mischia, li estrae dall’urna e li conta, perché sia evidente che
eguagliano il numero degli elettori. Se ve n’è uno in più, subito richiamati
gli elettori, il Presidente dichiara nulla la votazione e, distrutte le schede,
si ripete l’elezione.
13. Una volta che il numero dei voti sia
giusto, il primo scrutatore apre le schede, in silenzio legge e la porge ai
colleghi perché la leggano allo stesso modo; ognuno di essi annota i voti dati
a ciascuno. Si contano i voti a norma delle Costituzioni e si comunicano al
Presidente e ai testimoni.
14. Annotati così i voti di tutti e contati,
richiamati frattanto gli elettori nell sala, il primo scrutatore conta i voti
ricevuti, iniziando da chi ne ha ricevuti meno, cosicché alla fine dica:
Contate le schede nulle in
numero di X.,
la maggioranza richiesta dal
nostro diritto risulta X.
Dunque
- abbiamo un’elezione o una petizione nulla.
- È stato eletto, a norma delle Costituzioni dom. N. che ha
ricevuto voti X.
Se è stato eletto lo stesso primo
scrutatore, il secondo scrutatore dice e fa qunto sopra.
15. Se non si ha né elezione né petizione, si
procede ad una nuova elezione.
Tuttavia il Presidente dell’elezione, con l’approvazione del capitolo
conventuale, per il bene della comunità ha la facoltà di limitare il numero
degli scrutini. In questo caso, non ottenuta l’elezione o la petizione, la
sessione termina come al n. 18.
16. Ottenuta l’elezione o la petizione e
proclamata dallo scrutatore, iol Presidente dice:
Io dichiaro Dom N. veramente e canonicamente eletto
(richiesto) a legittimo Abate di questo monastero N.
17. Se l’Eletto è presente nel capitolo o si
trova nelle prossimità, il Presidente lo convoca e, stando in piedi di fonte a
lui, gli chede se vuole accettare l’elezione. L’eletto da parte sua esprima
l’assenso alla carica di abate chiaramente con poche parole.
Se l’eletto è assente e non può
venire subito, si notifichi a lui quanto prima l’elezione, e frattanto la
sessione si conclude come sotto al n. 18.
Se in maniera assoluta e
irrevocabile l’Eletto rinuncia per un giusto motivo, non dev’essere costretto,
ma si dovrà procedere ad una nuova elezione o si deve provvedere in altro modo
a norma delle Costituzioni.
Dove il Presidente dell’elezione ha
il potere pieno o delegato di confermare l’Eletto, e l’Eletto presente nel
capitolo accetta l’elezione, dopo uno spazio di tempo sufficiente a convocare e
radunare i professi temporanei e i novizi nel capitolo, si procede alla
conferma come è indicato sotto.
18. Se si devono differire la conferma e
l’insediamento dell’Eletto, portato a termine l’esito dell’elezione e letto
pubblicamente, avvicinandosi tutti al tavolo del notaio, sottoscrivono secondo
l’ordine, cioè: il Presidente dell’elezione, gli elettori, l’Eletto, i
testimoni, il notaio. E con il versetto Adiutorium
nostrum o con un altro, premessa, se sembra opportuno, l’orazione Actiones nostras recitata dal
Presidente, tutti si allontanano. Le schede e le altre annotazioni conservate
dal notaio o da altra persona diligente vengono distrutte. La trascrizione
inoltre della modalità dell’elezione viene inviata quanto prima all’Abate
Generale.
CONFERMA E INSEDIAMENTO
19. Finché non è confermato e non si è insediato l’Eletto non esercita alcuna giurisdizione, se non per delega secondo il diritto. Nell’assemblea tuttavia occupa il posto accanto alla sede dell’abate.
20. All’ora stabilita, dato un segnale,
riuniti in capitolo tutti i fratelli, professi e novizi, si procede alla
conferma e all’insediamento da parte del Presidente dell’elezione o del Delegato
dall’autorità competente.
Recitato
opportunamente il versetto Divinum
auxilium o un altro, letto dalla santa Regola il capitolo 2 Qualis debeat esse abbas, il Presidente
parla all’Eletto e lo conferma o lo dichiara giuridicamente confermato,
dicendo:
Io, Fratel N., con l’autorità di cui godo, (ti confermo)
(ti dichiaro confermato) come vero Abate di questo monastero N. e ti pongo a
capo dello stesso.
21. Allora il nuovo Abate emette la professione di fede oltre al giuramento di fedeltà conformi alle formule prescritte dalla S. Sede. L’Abbadessa da parte sua non è tenuta a questa prassi canonica; nulla tuttavia impedisce che pronunci, se vuole, le suddette formule.
22. Poi il Presidente consegna al nuovo Abate
le chiavi della chiesa e il sigillo del monastero, dicendo:
Con la consegna di questo
sigillo e delle chiavi, ricevi il pieno governo di questo monastero N. come suo
legittimo Abate.
23. Quindi lo fa sedere al posto dell’abate e, se l’uso lo comporta, può consegnargli la croce pettorale, nulla aggiungendo o dicendo:
Ricevi questo simbolo della
croce in memoria di colui di cui dovrai credere di fare le veci nel monastero.
24. A questo punto il nuovo Abate riceve i singoli professi che gli si avvicinano per rinnovare la regolare professione di obbedienza. Ognuno genuflesso, mettendo le mani giunte nelle mani di lui, dice:
Padre, ti prometto obbedienza secondo
L’Abate
abbraccia ciascuno rispondendo con queste o parole simili:
E Dio ti conceda la vita eterna (oppure
la perseveranza).
Infine può abbracciare i novizi e può
rivolgere la parola a tutti.
25. Alora secondo i diversi suggerimenti, o
tutti restano nella sala capitolare, o due a due processionalmente si recano in
chiesa. Sia andando in capitolo che in chiesa, in rendimento di grazie si canta
l’inno Te Deum o un altro idoneo.
Cantato l’inno, il
Presidente, rivolto verso il nuovo Abate, dice:
Onnipotente eterno Dio, che
solo fai cose mirabili,effondi sul tuo servoN. E sulla congregazione a lui affidata
lo Spirito della grazia che salva. E, perché ti compiaccia nella verità,
effondi su di lui l’eterna rugiada della tua benedizione.
Tutti rispondono
Amen.
26. In seguito, o in un empo opportuno, se la
formula dell’elezione non è stata ancora sottoscritta, tutti quelli che hanno
partecipato all’elezione, sottoscrivono la conferma e l’insediamento una volta
letto il testo chiaramente e pubblicamente da parte del notaio, come sopra al
n. 18. Solo il Presidente, l’Abate, i testimoni e il notaio sottoscrivono dopo
la lettura pubblica dell’insediamento e della conferma.
27. Per il rito con cui si benedice l’Abate
si osserva quello che nel Pontificale Romano si intitola Ordo benedictionis Abbatis et Abbatissae, tuttavia fatto salvo il
diritto dell’Abate Generale di benedire tutti gli Abati e le Badesse
dell’Ordine e fatta salva la tradizione accolta nell’Ordine secondo la quale si
consegna il pastorale sia all’Abbadessa che all’Abate (Rituale Cistercense, Westmalle
28. Se oi si conferisce la benedizione nello
stesso giorno o nel giorno immediatamente dopo dalo stesso Prelato che presiede
all’elezione, alla conferma e all’insediamento, è conveniente che nello stesso
atto di conferma, dopo la lettura della santa Regola nonché della formula di
delega fatta secondo il diritto, il Presidente interroghi l’Eletto se è
previsto nel rito di Benedizione. Allora, durante la stessa messa di
Benedizione, terminata l’omelia, l’Eletto è condotto da due monaci davanti alla
sede del Prelato e, omessa ogni domanda, subito si cantano le Litanie, fatta
prima una munizione da parte del Prelato. Ricevuti la benedizione e il
pastorale, l’Abate riceve il bacio di pace dal Prelato e dagli Abati presenti;
tuttavia non abbraccia i monaci, perché lo ha fatto poco prima dell’insediamento
nel capitolo. Il Prelato accompagna l’Abate benedetto al suo posto in coro.
L’ELEZIONE DELL’ABATE GENERALE
29. L’Abate Generale viene eletto come gli
altri abati, come sopra. Tuttavia l’elezione si fa da parte dei due Capitoli Generali
degli Abati e delle Badesse, in sessioni separate, e si considera eletto quello
che in ambedue i Capitoli Generali ha ottenuto la maggioranza assoluta. Invece
del capitolo 64 della santa Regola, si leggono le Costituzioni dell’Ordine
82-83.
30. Controllati tutti i voti e contati,
richiamati nella sala propria gli elettori e le elettrici, il primo scrutatore
e la prima scrutatrice contano i voti ricevuti, incominciando da quello che ne
ha avuti meno, in modo tale che al termine dicano, con le dovute varianti:
Contate le schede nulle in
numero di X.
La maggioranza prevista dal
nostro diritto è X. Dunque:
A.
Nessuno ottiene la
maggioranza richiesta e abbiamo un’elezione nulla (dopo
aver aggiunto i voti notificati nell’altro capitolo). Nel Capitolo invece delle Badesse
Dom. N. … ottiene voti…
B.
Dom. … Ottiene nel nostro
Capitolo la maggioranza richiesta (si aggiunge il
numero dei voti ottenuto nell’altro Capitolo). Tuttavia abbiamo un’elezione nulla: infatti non ottiene tale
maggioranza nel Capitolo delle Badesse (degli Abati). Infatti in questo
Capitolo
Dom. … Ottiene voti…
C.
Dom. … Ottiene nel nostro
Capitolo la maggioranza richiesta (aggiunti gli altri
voti ottenuti nell’altro Capitolo) e abbiamo
l’elezione, infatti ottiene anche la maggioranza richiesta nel Capitolo delle
Badesse (degli Abati).
In questo Capitolo
Dom. … Ottiene voti…
31. Otenuta l’elezione, e riuniti i due
Capitoli nella stessa sala, il Presidente del Capitolo degli Abati (o, se
l’eletto è Abate di una casa più antica) proclama:
Io dichiaro te veramente e canonicamente eletto a legittimo
Abate Generale dell’Ordine della Stretta Osservanza.
Se l’eletto è presente in capitolo o
risiede nelle vicinanze, il Presidente lo convoca e, stando in piedi davanti a
lui, gli chiede se vuole accettare l’elezione. L’eletto esprima l’assenso alla
carica di Abate Generale apertamente. Allora il Presidente dell’elezione (o, se
è stato eletto, l’Abate della casa più antica)abbraccia il nuovo eletto.
L’eletto non ha bisogno di conferma.
32. In caso di elezione, fatti entrare gli
ospiti nella sala, il nuovo Abate Generale emette la professione di fede e il
giuramento di fedeltà secondo le formule prescritte dalla S. Sede e si dirige
verso la sede del Presidente.
Subito, o al
termine dell’allocuzione, tutti solennemente cantano il Te Deum laudamus. Cantato l’inno, il Presidente (o, se è stato eletto,
l’Abate della casa più antica), rivolto al nuovo Abate Generale, dice:
Onnipotente eterno Dio, che
solo fai cose mirabili, effondi sul tuo servo N. e sull’Ordine a lui affidato
lo Spirito salutare di salvezza. E, perché ti compiaccia nella verità, infondi
su di lui la perpetua rugiada della tua benedizione.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti rispondono:
Amen.
A tempo opportuno, convocato ciascun
Capitolo Generale, compilato da parte del notaio l’atto di elezione e letto
pubblicamente, tutti ordinatamente lo sottoscrivono, e cioè: il nuovo Abate Generale,
il Presidente dell’elezione, gli elettori (elettrici), i testimoni, il notaio.
Le schede e gli altri appunti tenuti dal notaio durante l’elezione o da altra
persona diligente vengono distrutti.
33. Se l’eletto alla carica di Abate Generale
non è presente nel Capitolo e non può venire subito, o, in caso di petizione,
se si deve aspettare l’indulto della S. Sede, allora si compila l’atto dell’elezione,
letto si sottoscrive come sopra al n. 32 e, premesso il versetto Adiutorium nostrum o un altro, se si
crede opportuno, recitata l’orazione Actiones
nostras da parte del Presidente, tutti escono.
Con
l’arrivo dell’Eletto, in un tempo conveniente, si riuniscono insieme i due
Capitoli Generali o i loro delegati e testimoni, e dopo che ha accettato
l’elezione pubblicamente, il nuovo Abate Generale emette la professione di fede
e il giuramento di fedeltà e raggiunge il suo posto.
I GIURAMENTI
Se appare conveniente si possono
prestare i giuramenti.
a. Gli scrutatori (il notaio anche e i
testimoni) possono prestare il seguente giuramento:
Io, fratel N. (ciascuno pronuncia il proprio nome).
Chiamo a testimone Dio autore
della fede e della verità,
che in questa operazione e
procedimento di elezione,
senza frode e inganno, agirò
in buona fede
e a nessuno se non a chi
compete per diritto,
dirò alcunché delle parole o
delle azioni.
E
toccando con le mani aperte il Testo del Vangelo agiunge:
Così mi aiutino Dio e i Santi
Vangeli di Dio,
che tocco con le mie mani.
b. Tutti gli elettori insieme, stando in
piedi ai propri posti, possono prestare il giuramento sotto questa forma:
Il primo elettore, toccando
con tutte e due le mani il testo del Vangelo, dice.
Io, fratel N. giuro e
prometto a Dio onnipotente che eleggerò colui che crederò che sarà più utile
alla nostra Chiesa (al nostro Ordine) nelle cose spirituali e temporali.
Così mi aiutino Dio e i santi
Vangeli di Dio, che tocco con le mie mani.
Gli altri, a due a due,
secondo l’ordine di precedenza si avvicinano al Presidente e con tutte e due le
mani toccando il testo del Vangel’, dicono:
Così mi aiutino Dio e questi
santi Vangeli di Dio,
che tocco con le mie mani.
PROFESSIONE DI FEDE E GIURAMENTO DI FEDELTA’
[A.A.S. 81 (1989) p. 10]
Io N.,
credo con ferma fede e professo tute e singole le verità che sono contenute nel
Simbolo di fede, e cioè:
Credo in un solo Dio Padre
onnipotente,
creatore del cielo e della
terra,
delle cose visibili e
invisibili
e in un unico Signore Gesù
Cristo,
Figlio unigenito di Dio,
nato dal Padre prima di tutti
i secoli,
Dio a Dio, luce da luce, Dio
vero da Dio vero,
generato non creato, consustanziale
al Padre
per mezzo del quale sono
state create tutte le cose,
per noi uomini e per la
nostra salute discese dal cielo,
e si è incarnato da Spirito
Santo, da Maria Vergine,
e si è fatto uomo;
fu crocifisso per noi sotto
Ponzio Pilato,
patì e fu sepolto;
e risuscitò il terzo giorno
secondo le Scritture,
e ascese in cielo, siede alla
destra del Padre,
e di nuovo verrà nella gloria
per giudicare i vivi e i
morti,
il cui regno non avrà fine;
e nello Spirito Santo Signore
e che dà la vita,
che procede dal Padre e dal
Figlio;
che con il Padre e il Figlio
è adorato e glorificato,
e che ha parlato per mezzo
dei Profeti;
e nella Chiesa una, santa
cattolica e apostolica.
Confesso un solo battesimo
nella remissione dei peccati,
e aspetto la risurrezione dei
morti, e la vita che verrà. Amen.
Con
ferma fede credo anche tutte quelle verità che sono contenute nella parola di
Dio scritta e tramandata e dala Chiesa, sia con solenne giudizio sia attraverso
il Magistero ordinario e universale sono proposte da credere come rivelate da
Dio.
Fermamente
anche abbraccio e trattengo tutte e singole le verità che sono proposte dalla
stessa intorno alla dottrina della fede o ai costumi in maniera definitiva.
Inoltre
con religioso ossequiodella volontà e dell’intelletto aderisco alle dottrine
che sia il Romano Pontefice che il Collegio dei Vescovi enunciano quando
esercitano il loro autentico Magistero sebbene non intendano proclamarle con
atto definitivo.
(Giuramento di fedeltà nell’assumere la carica di Abate)
Io N., nell’assumere la
carica di Abate (di questo monastero) (Generale), prometto di conservare sempre
la comunione con
E toccando con le mani aperte
il testo dei Vangeli aggiunge:
Così mi aiutino Dio e i santi
Vangeli di Dio,
che tocco con le mie mani.
1. Nell’ordinazione di un abate si hanno
tre momenti: elezione, conferma (se ci deve essere), proclamazione. Tutto ciò
che viene detto è valido per l’ordinazione di un abate o di una badessa,
all’infuori di ciò che si esclude a suo tempo.
ELEZIONE
CAPITOLO PREPARATORIO (DOVE E’ USANZA)
2. Prima dell’elezione stessa di un abate può aver luogo il Capitolo preparatorio. In un’ora opportuna, per es, nella vigilia prima o dopo i Vespri, il Presidente dell’elezione convoca gli elettori e, letti i capitoli 2° e 64° (vv. 1°, 2, 7-22) della santa Regola e i paragrafi delle Costituzioni che trattano dell’elezione dell’abate, rivolge loro una breve esortazione.
3. Subito dopo si scelgono come scrutatori i due ultimi professi solenni, a meno che il Capitolo non desideri eleggerli.
4. Per indagare l’intenzione degli
elettori, secondo il giudizio del Presidente o la richiesta della maggior parte
degli elettori, si può fare ciò nel Capitolo preparatorio, la cosiddetta
“pre-elezione”, senza tuttavia effetto giuridico. Tale pre-elezione avviene in
pratica come nell’elezione (nn. 12 ss.).
MESSA CONVENTUALE DE SPIRITU SANCTO
5. Nel giorno dell’elezione dell’abate si
celebra
6. All’ora stabilita, dato un segnale,
tutti quelli che partecipano all’elezione si radunano nella sala capitolare o
in altro luogo adatto.
7. A questo punto si canta l’inno Veni,
Creator Spiritus stando tutti in ginocchio. Il Presidente intona l’inno che
è cantato da tutta l’assemblea, iniziando il cantore le singole strofe. Al
termine dell’inno il Presidente alzandosi in piedi, canta:
Preghiamo (una breve pausa)
O Dio, che hai illuminato i cuori dei fedeli
con lo splendore dello Spirito Santo,
concedi a noi di gustare le cose rette
nel medesimo Spirito
e di godere sempre della sua consolazione.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti rispondono
Amen.
Se precede l’elezione l’Ora Terza,
si canta in essa l’inno Veni, Creator Spiritus e si omette qui.
8. Letti i capitoli 2° e 64° (vv. 1, 7-22) della santa Regola e i paragrafi delle Costituzioni che trattano dell’elezione dell’Abate – se non vi è stato il Capitolo preparatorio – il Presidente espone brevemente il significato dell’elezione ed esorta gli elettori ad avere dinanzi agli occhi soltanto Dio e il bene della comunità nel soddisfare appunto l’attività di elettori.
Se non ha avuto luogo il Capitolo preparatorio, si segnalano subito come scrutatori i due ultimi professi solenni, se il Capitolo non crede opportuno passare alla loro elezione.
Nella sala dove avviene l’elezione è
presente il Segretario (o Notaio) che registra accuratamente tutti gli atti
dell’elezione. Dove vi è l’usanza, si possono designare anche due Testimoni.
Il Presidente quindi o il Segretario
dà istruzioni molto precise sul modo di procedere nell’elezione e su tutto ciò
che è prescritto nel Codice di Diritto Canonico e nelle Costituzioni. E se un
confratello ha ancora dei dubbi riguardo al diritto di elezione, allora può
chiedere spiegazione di ciò.
9. Poi il Cantore o il Segretario legge
secondo l’ordine l’elenco di tutti gli elettori. Dopo che è stato letto il
proprio nome, ciascuno degli elettori si alza e dice Presente. Se un
elettore è assente, dal Priore o da un altro viene detta la ragione al
Presidente. Se le Costituzioni proprie permettono di dare il voto tramite un delegato,
costui deve presentare la delega al Presidente per poter votare al posto
dell’elettore assente.
10. Quindi,
quando c’è l’usanza, si può prestare giuramento.
Può prestare dapprima giuramento il
Presidente dell’elezione, se gli piace, e tenendo le mani sul libro aperto dei
Vangeli dice:
Per primo io, Fra N., Presidente di questa elezione,
invoco come testimone Dio autore di ogni fede,
che in tutta questa circostanza dell’elezione
voterò senza favori di persone
veracemente e in buona fede
secondo le leggi della Chiesa e dell’Ordine.
Così Dio mi aiuti e questi santi Vangeli di Dio
(che tocco con le mie mani).
I due scrutatori quindi avvicinandosi
al Presidente prestano il seguente giuramento:
Io, Fra N. (ciascuno dice il proprio nome),
chiamo a testimone Dio autore
della fede e della verità,
che in questa faccenda e
riuscita dell’elezione
voterò con veracità, senza
frode né inganno, in buona fede,
e a nessuno se non a colui
cui compete,
nulla dirò delle azioni e
delle parole.
Così mi aiutino Dio e questi
santi Vangeli
(che tocco con le mie mani).
11. Tutti
gli elettori insieme, stando in piedi ai propri posti, possono emettere il
giuramento con questa formula:
Io, fra N., giuro e prometto a Dio onnipotente che voterò
colui che credo potrà essere più utile alla nostra Chiesa
nelle cose spirituali e temporali.
Alla fine gli elettori si avvicinano al Presidente secondo l’ordine di
precedenza e con tutte e due le mani toccano l’Evangeliario dicendo:
Così mi aiutino Dio e questi santi Vangeli (che tocco con le mie mani).
12. Terminato ciò si procede all’elezione. Il Cantore col suo Aiutante dà a ciascuno degli elettori le schede per la votazione ( e le buste), e spunta o cancella il nome dell’elettore cui ha consegnato la scheda. Le schede possono essere preparate in modo tale che, scritti i nomi di tutti gli elettori, si possa cancellare o indicare con un quadrato o con altro segno il nome di colui al quale ogni elettore intende dare il proprio voto. Inoltre si abbia una parte nella scheda, in cui si possa scrivere il nome di un non-elettore.
13. Lo
scrutinio si può svolgere in due modi:
Primo
modo:
Ciascun elettore prendendo la scheda
[che è già senza il suo nome], cancella o scrive il nome di colui al quale vuol
dare il voto (e la ripone nella busta). Se uno intende dare il voto ad un
monaco di un altro monastero del nostro Ordine, scrive il suo nome nella parte
della scheda riservata a ciò. Gli Scrutatori poi raccolgono in un’urna le
schede (buste) con i voti e la portano sul tavolo del Presidente.
Secondo
modo:
Ad un cenno del Presidente, gli
Scrutatori avvicinandosi con la propria scheda al tavolo preparato a questo
fine, segretamente dànno il loro voto, lo portano e lo pongono nell’urna posta
sul tavolo: quindi si siedono davanti al tavolo stesso. Gli altri elettori
fanno la stessa cosa e, deposto il voto nell’urna, abbandonano la sala della
votazione.
14. Gli Scrutatori si recano dal malato che
non può essere presente, purché si trovi nella casa dove avviene la votazione,
perché anch’egli possa dare il proprio voto.
15. Raccolte tutte le schede, il primo Scrutatore le mischia con la mano, le tira fuori dall’urna e le conta, perché sia evidente che sono uguali al numero degli elettori. Se ve ne fosse anche solo uno di più, il Presidente dichiara nulla la votazione e, distrutte le schede, si procede ad una seconda votazione.
16. Se corrisponde il numero dei voti, il primo Scrutatore apre le schede, le mostra all’altro Scrutatore e ad alta voce legge il nome di colui cui è stato dato il voto; quindi depone le schede nell’urna predetta. Il secondo Scrutatore e il Segretario annotano i voti attribuiti a ciascuno. Si contano infine i voti secondo la norma delle Costituzioni.
17. Terminato lo scrutinio e richiamati nella
sala gli elettori se sono andati fuori (cf. sopra il n. 13, secondo modo), il
primo Scrutatore legge l’esito della votazione:
Votanti: xx, voti dati: xx, voti validi: xx,
voti nulli: xx, hanno ottenuto voti: xx
dunque (non) si ha l’elezione (o la designazione).
Se
si ha l’elezione (o la designazione) aggiunge:
E’ stato eletto (o designato) N.
Se
è stato eletto lo stesso primo Scrutatore, il secondo dica e faccia tutto
quanto è stato detto prima.
Ottenuto il numero dei voti
richiesto dalle Costituzioni della rispettiva Congregazione o del rispettivo
monastero, si proclama l’Eletto o Designato; se poi non si ottiene tale numero,
frapposta una breve pausa, si procede ad una seconda votazione a norma delle
Costituzioni predette.
18. Ottenuta finalmente l’elezione o la
designazione, il Presidente della votazione mettendosi in piedi dichiara:
Dichiaro che Dom N. secondo verità e secondo i canoni della Chiesa è
stato eletto (o designato) a legittimo Abate di questo monastero.
19. Se l’eletto (o designato) si trova nel
capitolo, il Presidente lo chiama e, a lui che gli sta di fronte, chiede con
poche parole se vuole accettare l’elezione (o la designazione). L’eletto (o
designato) ugualmente in poche parole esprime con chiarezza il suo consenso.
Se
poi l’Eletto (o Designato) non è presente, gli si notifichi quanto prima
l’elezione, e nel frattempo si conclude la sessione.
20. Se per un motivo necessario e ragionevole l’Eletto (o Designato) rinuncia, non deve essere costretto, ma si deve procedere a norma delle Costituzioni.
21. Se la conferma e l’intronizzazione
dell’Eletto devono essere rimandate, letto il verbale dell’elezione in modo
esatto e pubblico da parte del Segretario, viene sottoscritto almeno dal
Presidente della votazione, dagli Scrutatori, dall’Eletto, dai Testimoni (se vi
sono) e dallo stesso Segretario o anche, se vi è l’usanza, da tutti gli
elettori. Recitato il versetto Il nostro aiuto, tutti escono dalla sala.
CONFERMA E INTRONIZZAZIONE DELL’ABATE
22. Quando il Presidente della votazione ha
il pieno potere di confermare l’Eletto o gli è stato delegato tale diritto
dalla competente autorità, e l’Eletto presente nella sala accetta l’elezione,
come sopra al n. 19, chiamati i professi temporanei e i novizi, il Presidente
della votazione dice, adattando le parole alla circostanza:
Io, Fra N.,
grazie alla mia autorità
(ordinaria) di cui godo,
confermo te quale legittimo
Abate
di questo monastero...
del quale ti pongo a capo
nel nome del Padre + e del
Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
23. Allora il nuovo Abate emette la sua
professione di fede secondo la formula prescritta dalla Santa Sede [l’Abbadessa
recita almeno il Simbolo di fede]:
Io N., con fede ferma credo e
confesso
tutte e ciascuna delle verità
Che sono contenute nel
Simbolo di fede, e cioè:
Credo in un solo Dio Padre
onnipotente,
creatore del cielo e della
terra,
delle cose visibili e
invisibili,
e in un solo Signore Gesù
Cristo, Figlio unigenito di Dio
nato dal Padre prima di tutti
i secoli,
Dio da Dio, luce da luce, Dio
vero da Dio vero,
generato non creato,
consustanziale al Padre
per mezzo del quale tutto è
stato creato,
che per noi uomini e per la
nostra salvezza
discese dal cielo,
e si è incarnato per opera
dello Spirito Santo
da Maria Vergine, e si è fatto
uomo;
fu anche crocifisso per noi
sotto Ponzio Pilato,
morì e fu sepolto;
il terzo giorno è risuscitato
secondo le Scritture,
è salito in cielo, siede alla
destra del Padre,
e di nuovo verrà nella gloria
a giudicare i vivi e i morti,
il cui regno non avrà fine;
e nello Spirito Santo Signore
e che dà la vita,
il quale procede dal Padre e
dal Figlio;
che con il Padre e il Figlio
è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei
Profeti;
e
Confesso un solo battesimo
per la remissione dei peccati,
e aspetto la risurrezione dei
morti, e la vita che verrà. Amen.
Con fede
ferma credo anche tutto ciò che è contenuto nella parola di Dio scritta e
tramandata dalla Chiesa o con giudizio solenne o ordinario e dal Magistero
universale viene proposto come rivelato da Dio.
Con
fermezza altresì abbraccio e conservo saldamente tutte e singole le verità che
in modo definitivo vengono proposte riguardo alla dottrina della fede e sui
costumi.
Inoltre
con l’ossequio religioso della volontà e dell’intelletto aderisco alle dottrine
enunciate sia dal Romano Pontefice sia dal Collegio Episcopale quando
esercitano il loro autentico Magistero sebbene non intendano proclamarle con
atto definitivo.
24. Subito l’Eletto davanti al Presidente
legge il giuramento di fedeltà [l’Abbadessa legge almeno la seconda parte di
tale giuramento: Inoltre con fede …..].
Io N., nell’assumere la
carica di Abate
di questo monastero
Prometto che osserverò sempre
la comunione con
Sia con le parole da me dette
sia con il mio modo di agire.
Con grande diligenza e
fedeltà adempirò ai doveri
Cui sono tenuto nei riguardi
della Chiesa,
sia universale che
particolare,
nella quale sono stato
chiamato
ad esercitare il mio servizio
secondo le prescrizioni del
diritto.
Nell’adempiere il mio
ufficio,
che mi è stato affidato in
nome della Chiesa,
conserverò integro il
deposito della fede,
lo trasmetterò fedelmente e
lo illustrerò,
eviterò dunque qualsiasi
dottrina contraria alla stessa.
Favorirò la comune disciplina
di tutta
E attenderò con impegno
all’osservanza
Di tutte le leggi
ecclesiastiche,
a quelle soprattutto che sono
contenute
nel Codice di Diritto
Canonico.
Seguirò con cristiana
obbedienza
Ciò che i Santi Pastori,
come autentici dottori della
fede e maestri,
o come reggitori della Chiesa
stabiliscono,
e mi adopererò volentieri con
i Vescovi diocesani,
affinché l’azione apostolica,
da esercitarsi in nome e
dietro mandato della Chiesa,
fatti salvi l’indole e il
fine del mio Istituto,
si compia nella comunione
della medesima Chiesa.
Inoltre con fede retta
prometto
quanto desidero che giovi al
bene dei fratelli,
e mi adopererò nel prevenire
i confratelli nell’onorarli
e li istruirò nella legge
divina,
custodirò fedeltà alla Santa
Chiesa Romana,
all’Ordine Cistercense e alla
Congregazione N.
non venderò né donerò né
pignorerò
né cederò in alcun modo
i beni di pertinenza del mio
Monastero,
a meno che non sia
contemplato nel Diritto Canonico e nelle Costituzioni.
E toccando con le mani aperte il
Testo del Vangelo aggiunge:
Così mi aiutino Dio e questo
Santo Vangelo,
che tocco con le mie mani.
25. Dopo
il Presidente consegna all’Eletto le chiavi (e il sigillo) del monastero,
dicendo:
Ti affido in modo pieno il
governo
di questo monastero ...
In verità come Abate di esso,
nel nome del Padre + e del
Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti
rispondono:
Amen.
Se l’usanza lo prevede,
gli si consegna la croce pettorale, non aggiungendo altro oppure le parole
seguenti:
Ricevi questo simbolo della
croce in memoria di colui
Del quale nel monastero sarai
creduto fare le veci.
26. Allora
l’Eletto, nel luogo riservato all’Abate, accoglie i Confratelli uno per uno per
la professione dell’obbedienza. Ognuno in ginocchio, mettendo le mani congiunte
nelle mani di lui, dice:
Padre, ti prometto obbedienza
Secondo
(invece di fino alla morte
i professi temporanei dicono: a norma delle Costituzioni.)
L’Abate abbraccia ciascuno
rispondendo, con queste o parole simili:
E Dio ti conceda la vita
eterna.
(invece di la vita eterna ai professi temporanei dice la perseveranza).
Abbracciati infine i novizi può rivolgere la
parola a tutti.
27. Al termine tutti si recano processionalmente alla chiesa cantando l’inno Te Deum laudamus o un altro canto adatto. Dispostisi tutti nel coro, il Presidente con il pastorale, se è abate, camminando in mezzo al coro, accompagna l’Eletto allo stallo dell’abate, e lì lo intronizza; egli poi rimane vicino a lui fino al termine dell’inno.
28. Finito di cantare l’inno, il Presidente,
prendendo il pastorale, rivolto all’Eletto, dice:
V. Affida, o Dio, alla tua virtù
R. Conferma, o Dio, ciò che hai
operato in noi.
Preghiamo (una breve pausa)
Dio onnipotente ed eterno,
tu che unico operi grandi
miracoli,
stendi sul tuo servo N.
e sulla congregazione
affidatagli
lo spirito della tua grazia
salvifica.
E, perché ti sia gradito
nella verità,
infondi sopra di lui la
rugiada della tua benedizione.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti
rispondono:
Amen.
29. Subito dopo o in un momento opportuno, si
sottoscrive il verbale dell’elezione, come sopra al n. 21.
30. Se la conferma e l’intronizzazione
dell’Eletto devono essere rimandate, quando arriva il giorno della conferma,
all’ora stabilita, i Confratelli si riuniscono in Capitolo o in altro luogo
idoneo, presente il Presidente della votazione o un Delegato della competente
autorità. Letta almeno una parte del secondo capitolo della santa Regola, il
Presidente (o il Delegato) rivolge la sua parola alla comunità e all’Abate
eletto, e dopo la lettura del verbale dell’elezione, dichiara confermato
l’Eletto (come sopra al n. 22).
Quindi
tutto si svolge come ai nn. 23-28. Dopo aver recitato la preghiera in chiesa,
tutti escono.
Nei nostri
monasteri si deve usare ora l’ Ordo
benedictionis abbatis et abbatissæ stabilito dalla Congregazione per il
Culto divino e la disciplina dei sacramenti (Editio typica 1970), ma con le
seguenti varianti:
1. Nella benedizione dell’abate al n. 20
si deve aggiungere alla fine la richiesta al Prelato circa la fedeltà verso
l’Ordine, che suona così:
a.
Nei monasteri dove vige la legge della filiazione:
Il Prelato:
Vuoi tu
manifestare fedeltà e obbedienza
secondo le Costituzioni
all’Ordine Cistercense e al
suo Capitolo Generale
e alla tua abbazia madre ...
di ...
al suo abate e ai suoi
successori?
L’Eletto:
Lo voglio.
b.
Nei monasteri in cui non vige la legge della filiazione:
Il Prelato:
Vuoi tu manifestare fedeltà e
obbedienza
secondo le Costituzioni
all’Ordine Cistercense e al
suo Capitolo Generale
e alla Congregazione ... e al
suo Presidente?
L’Eletto:
Lo voglio.
2. Nella benedizione della badessa al n.
15, invece della domanda Vuoi al tuo
Ordinario … si fa la domanda seguente:
a. Nei
monasteri che hanno il Padre Immediato:
Il Prelato:
Vuoi
tu manifestare fedeltà e obbedienza
all’Ordine
Cistercense e al suo Capitolo Generale
e
al Padre Immediato?
L’Eletta:
Lo voglio.
b. Nei
monasteri che non hanno il Padre Immediato:
Il Prelato:
Vuoi tu manifestare fedeltà e
obbedienza
all’Ordine Cistercense e al
suo Capitolo Generale
e all’Ordinario?
L’Eletta:
Lo voglio.
3. Nella benedizione della badessa al n.
20 dopo la consegna dell’anello si aggiunge:
Il Prelato alla fine consegna alla badessa il pastorale, dicendo:
Ricevi il pastorale,
e sii sollecita verso le
consorelle a te affidate,
per le quali dovrai rendere
conto.
INDICE
Elenco di altri Santi cistercensi iscritti nel
martirologio
PARTE SECONDA: LITURGIA DELLE ORE
Ordinamento generale della Liturgia delle Ore per i monasteri
dell’OC.S.O..
Ordine da seguire nella liturgia quotidiana delle ore.
Schema di distribuzione dei salmi
Ordinamento generale della liturgia delle ore per i
monasteri dell’O.Cist.
Norme generali per la celebrazione dell’ufficio divino
Modello dell’ordinario della liturgia delle ore
Schemi della distribuzione dei
salmi
Domenica delle
Palme «De Passione Domini »
Varianti nell’rito romano della riconciliazione o
penitenza
Varianti nell’rito dell’unzione degli infermi e della loro
cura pastorale del rituale romano
Rituale per ricevere i fratelli e le sorelle
Rito per l’inizio del noviziato
Rito della professione temporanea
Rito della professione solenne e benedizione o
consacrazione del(la) monaco(a)
Rito con cui si accompagna il feretro alla sepoltura
Rito dell’elezione e conferma nonche’ della benedizione di
un abate o di un’abbadessa
Nell’ordine Cistercense della Stretta Osservanza
[1] Prot. 6390/74, 4 giugno 1974.
[2] Prot. 2181/74, 27 novembre 1974
1 Missale
Cisterciense, Domenica delle Palme
1 Collectaneum exemplar Cistercii, MS. DIJON 114, Bibliothèque
Publique Municipale, f°145 v°, c.3 ; Missale Cisterciense 1617, p. 213.
2 Breviarium Cisterciense : questa orazione si usava dopo della Salve,
Regina alla fine della Compieta.
3 Missale Cisterciense, nelle orazioni per varie intenzioni, n.37.
1 Rituale Cistercense III, IX, 3
2 Rituale
Cistercense III, IX, 6.
1 Tutte le formule proprie proposte in queste
varianti si trovano sia nel Collectaneo esemplare di Cîteaux e negli Ecclesiasticis
Officiis, MS. 114, DIJON, Bibliothèque Publique Municipale, sia nel Rituale
Cistercense, che sono qui recensiti sotto le rispettive abbreviazioni Coll.,
E.O. e R.C.
* I numeri qui riportato sono quelli
dell’edizione tipica latina.
2 Coll. f° 148 v°,
c. 3; R.C. V, II,7.
3 Coll. f° 149 r° , c . 3; E.O. 93, 1-6; R.C. V, III, 1-4.
4 Coll. f° 149 r° , c. 3; R.C. V, III, 6.
5 Coll. f° 149 r° , c. 3; E.O. 93, 17; R.C. V, III,
16.
6 Coll. f° 149 r° , c. 3; e.o. 93,
18; R.C. V, III, 16; corretti tuttavia secondo il Liber Ordinum, ed.
Ferotin, XXV, Ordo ad visitandum vel perunguendum infirmum, c. 71-73.
7 E.O. 93, 24-39; R.C. V, IV, 1-3.
8 Coll. f° 149 r° , c. 3; R.C. V, III, 8. Questa formula è uguale a quella del Rituale
romano; si aggiunge o omissione.
9 Coll. f° 149 v°, c. 1; E.O. 94, 1-12: R.C. V, V,
1-3.
10 Coll. f° 149 v°, c. 1; E.O. 94, 2-13; R.C. V, V,
1-4.
1 R.B 58, 1-16. Così hanno fatto i monaci cistercensi fin dalle
origini; poi nel secolo XVII il Breviario e il Rituale Cistercense hanno
descritto il cerimoniale di tale petizione sia all’ingresso sia al secondo o
all’ottavo e dodicesimo mese.
2 R.B. 58, 24-28.
3 Cf. Veilleux Armand, O.C.S.O., La
liturgie dans le cénobitisme pachômien au quatrième siècle, Studia Anselmiana
57, Roma 1968, 198-225. cf. anche Giovanni Cassiano, Institutions cénobitiques, IV, 5-7.36, ed. S.C. 109,
126-131.176-179. S. Dionysii Areopagitae
opera, De ecclesiastica ierarchia, VI, in P.L. 122,
4 Coll. f°
147 r°, c.2.
5 E.O. 102, 13; R.C. VI, I.
6 R.C. VI, II, 17.
7 uso riaffermato.
8 Cf. O.P.R.
I, 1...5 e II, 1...5.
9 O.P.R. I, 4 e II, 4
10 E’ il versetto o benedizione usuale
dall’inizio dell’Ordine, per aprire la riunione capitolare quotidiana. Coll. f° 151 r°, c. 2; E.O. 102, 3.7; R.C. VI, I, 1.
11 R.C. VI, I, 1.
12 O.P.R. I, 7, al singolare tuttavia, e II, 7.
13 O.P.R.
I, 8 e II, 8.
14 O.P.R.
I, 7 e II, 7.
15 Cf. R.B.
Prol 21.
16 Cf. R.B.
1, 2.
17 R.B. Prol 3.
18 R.C. VI, I, 1.
19 O.P.R.
I, 8 al singolare, e II, 8.
20 Questo Amen
è proprio l’assenso dei Fratelli (Sorelle).
21 Cf. R.B. Prol
4 e 41.
22 R.C. VI,
I, 10, mutando alcune parole.
a O.P.R. I, 12. al singolare.
a O.P.R.
II, 12, al singolare.
23 Versetto usuale per concludere una riunione
capitolare : E.O. 70, 86-87.
24 2 Tess 3,5.
25 1 Tim 1,17.
26 Nell’aula capitolare, secondo la consuetudine
dell’Ordine. Durante un’Ora dell’Ufficio divino o durante
25 1 Tim 1,17.
27 Cf. O.P.R. I,
25 e II, 28.
28 O.P.R.
I, 27, al singolare, e II, 30.
29 Cf. R.B.
58, 17.
30 Cf. O.P.R.
I, 57 e II, 62.
31 Cf. O.P.R. I,
58 e II, 63.
32 Viene riaffermata la forma tradizionale a R.C. VI,II.4 e viene adattata alle condizioni
varie di oggi, sia a norma del C.I.C.
sia secondo l’usanza propria o dell’Ordine o della Congregazione o del monastero.
33 Usuale nell’Ordine : cf. Usus conversorum, MS, DIJON 114, 13, 2, ed. Guignard Ph., Les monuments primitifs de
34 Liber
sacramentorum gellonensis, C.C.L. CLIX, 395, Missa dei monaci 2583. R.C. VI, II, 18. Al singolare.
b In uso per la benedizione della corona : Coll. F°149 r°, c.1, nonché R.C. VIII,VII, 8.
c O.P.R. I, 31 ; Breviarium
Cisterciense, Comune di un martire, alle Vigilie.
b O.P.R. II, 36.
37 O.P.R. I, 32.
38 O.P.R.
I, 40 e II, 43.
39 O.P.R. I,
41 e II, 44.
40 Cf. R.B.
58, 14 e R.C. VI, II, 2.
41 Cf. R.C.
VI, I, 1 e VI, II, 2.
42 E.O. 102,
24.
43 Cf. Prenotanda, nn. 8-10.
44 Cf. O.P.R. I, 43.
c R.C. VI,
IV.
d E.O., versione in lingua romana per le monache, MS
DIJON 352, Bibliothèque Publique
Municipale, ed. Ph. Guignard, les monuments primitifs
de
45 Cf. O.P.R.
I, 53 e II, 58.
46 R.C. VI, II, 6. Però il candidato rimane in piedi, perché
durante la medesima azione liturgica si eviti di duplicare l’identico gesto del
prostrarsi a terra con tutto il corpo secondo due diversi significati (cioè per
47 Cf. O.P.R.
I, 55 e II, 60, nonché R.B. 58, 7.
16.
48 R.C.
VI, II, 7.
49 Cœremoniale Episcoporum, ed. Vaticana
1984, 756.
50 R.B. 4.
d O.P.R. I,
60. Al singolare.
51 Cf. Caeremoniale
Episcoporum, 758. Nel rito cistercense della professione non ci sono mai
state le Litanie dei Santi. Mentre si trova una Litania breve seguita dalla preghiera
in silenzio. Pertanto si propongono a scelta o la preghiera in silenzio o il
canto delle Litanie, ma in entrambi i casi con un invito e una colletta.
e O.P.R. II, 65.
52 Nelle seguenti Litanie (Cf. O.P.R. I, 62) sono state aggiunte le
invocazioni e petizioni consuete come nel Breviario cistercense; sono anche
state aggiunte S. Scolastica e
53
O.P.R. I, 63 e II, 68. Al
singolare.
e Cœremoniale
Episcoporum, ed. Vaticana 1984, 760.
f Cf. Coll.
f° 149 r°, c. 1 et R.C. VI, II, 4, con
le modificazioni requisite dal diritto.
54 R.B.
58, 20; Coll. f° 149 r°, c. 1;
E.O. 102, 26-27; R.C. VI, II, 10; O.P.R. I,
65.
55 R.B. 58, 21-22; Coll.
f° 149 r°, c. 1; E.O. 102, 30; R.C. VI, II, 11.
f Secondo lo Statuto 14 del Capitolo Generale
del 1573 : “Nella quale benedizione e professione il nome dell’Abate che
benedice preceda il nome dell’Abbadessa”, la formula di professione delle
monache in Rituel François pour les
religieuses de l'Ordre de Cisteaux, Paris 1715, VI, II, 6, è questa:”alla
presenza di Dom N., abate di N., e di Madre N. Abbadessa”. Oggigiorno, non solo
sembra meglio indicare prima il nome dell’Abbadessa che riceve la professione e
dopo quello di colui la cui presenza la monaca emette tale professione, ma non
sembra neppure necessaria la menzione del sacerdote celebrante.
56 R.B. 58, 23; E.O.
102, 32-36; R.C. VI, II, 13 e IV,
57 Cœremoniale Episcoporum, 762.
58 Invocazione alle tre Persone della Santissima
Trinità: Coll. f° 149 r°, c. 1 et 2; R.C. VI, II, 15; però secondo il testo
già approvato per
59 Con la conclusione breve e la sua risposta: Amen.
g O.P.R. I, 67. Al singolare.
g O.P.R. II, 72. Al singolare.
h
O.P.R. I, 143. Al singolare.
60 Coll.
f° 149 r°, c. 2; E.O. 102, 43; R.C. VI, II, 17.
h O.P.R.
II, 159. Al singolare.
i Cf. Ph. Guignard, o. c. supra, 525, riga 12-
61 Si aggiunge l’ultima parte della tralasciata
apologia che è nel Coll. f° 149 r°,
c. 1, e in R.C. VI, II, 15.
62 Cf. Coll.
f° 149 r°, c. 2, e R.C. VI, II,
16 per la benedizione della cocolla.
i Cf. O.P.R.
I, 70.
k O.P.R. II, 77 b.
63 O.P.R.
I, 73 e 76, nonché II, 80 e
83.
67 Cf. R.C.
VI, VII, 2-3.
68 Se la nuova stabilità si fa per un altro
monastero, si dice: per quel posto...
69 Cf. R.C.
VI, VII, 4, con gli adattamenti necessari dal punto di vista giuridico. Molto
interessante anche la formula di professione dei fondatori di Cîteaux : “
Quella professione che ho fatto in vostra presenza nel monastero di Molesme,
proprio la stessa professione e stabilità confermo davanti a Dio e ai suoi
santi, nelle vostre mani, di osservare in questo luogo denominato Nuovo
Monastero, sotto l’obbedienza vostra e dei vostri successori, che secondo la
norma vi dovranno essere sostituiti”, in
J. Bouton e J-B Van Damme, Les plus
anciens textes de Citeaux, Achel (Belgique), 1974, 86.
k Se la nuova stabilità è ricevuta da un
commissario dell’Abate (Priore), in tal caso si dice: in presenza di Dom N., a questo fine commissario da Dom N., Abate
(Priore) di questo monastero.
l Se la nuova stabilità è ricevuta da una
Commissaria dell’Abbadessa (Prioressa), in tal caso si dice: in presenza di Domna N., a questo fine commissaria da Domna N., Abbadessa (Prioressa) di
questo monastero.
m Se la nuova stabilità viene promessa sotto la
presidenza di un Commissario del Padre Immediato, in tal caso si dice: presiedendo Dom N., a questo fine commissario
di Dom N. Abate di N., Padre Immediato.
70 Cf. Libellus
diffinitionum (1237-1257), Dist. II, 5. Della prova e professione di un monaco di altro
Ordine : “Un monaco di un altro Ordine ricevuto in qualche monastero del nostro
Ordine, se non è stato benedetto stia per un anno nel reparto dei novizi e
venga benedetto con lo stesso rito di un novizio. Se invece è stato benedetto,
gli si dia subito la cocolla. Trascorsi poi almeno 4 mesi, dopo, a discrezione
dell’Abate faccia in capitolo la domanda di fare la professione in chiesa,
leggendo come novizio monaco la sua professione; la offra sull’altare, senza
fare nient’altro” in B. Lucet, Les
codifications cisterciennes de 1237 et
1257, ed. C.N.R.S.,
Paris 1977, 214. Ma nel presente
Rituale la cedola non viene invece portata sull’altare perché c’è una sola
professione di vita monastica anche se si sia fatto un cambiamento di
stabilità.
71 Cf. R.C.
VI, VII, 6.
72 Cf. O.P.R.,
Prenotanda 7.
73 Missale
e O.P.R., appendice.
74 Missale,
per il 25e o 50e anniversario della professione
religiosa.
75 O.P.R. Prenotanda
9-10 e rito per la rinnovazione dei voti 83.
76 Cf. Ordo
in 25° anniversario professionis religiosæ O.Cist. 1966.
77 O.P.R. I, 85. Al singolare.
78 Cf. O.P.R.
II, 92. Al singolare.
79 Cæremoniale
Sacri Iubilæi professionis religiosæ secundum usum Cisterciensium. Westmalle (Belgique) 1952,
8.11-12. Parecchi altri elementi sono stati ripresi nel presente
Rituale dallo stesso Cerimoniale.
80 Jean Cassien, Institutions
cénobitiques, I, 8, ed. S.C. 109, 48-49.
81
Graduale in Communi
Dedicationis Ecclesiæ.
1 Cf. Simeon Thessalonic., De ordine sepulturae: P.G. 155, 685 B
2 CONC. VAT. II, Const. de sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 24.
3 Rituale Romanum, Ordo
Exsequiarum, n. 19.
1 Sulle esequie presso i
Cistercensi, cf. F Bernardinus Smal, O.C.S.O., monaco di Villa Regia
(Koningshoeven, Hollandia), Les cérémonies obséquiales dans la liturgie de
Citeaux, Compte-rendu de
2 E.O. 94, 18; R.C. V, VII, 4-5.
3 E.O. 94, 4; R.C. V, VII,
1; O.E. 32.
4 E.O. 94, 15; R. C. V,VII, 2.
5 E.O. 94, 21 ; R.C. V, VII, 6.
6 Sacramentarium Veronense, ed. L.C.
Mohlberg, 1147 ; Coll. f° 149 v°, c. 3 ; R.C. V, VII, 6.
7 Gre. 1400 ; Coll.
f° 149 v°, c.2 ; R.C. V, VII, 4e ; O.E. 30.
8 O.E. 33 e 35.
9 Invece del R. Libera me, Domine, de morte
eterna come in Coll. f° 149 v°, c. 3 e R.C. V, VII, 7.
10 E.O. 94, 26-28; R.C. V, VII, 7.
11 GeV. 1612; Coll. f° 150 r°, c.
3; R.C. V, IX,
12 Gre. 4065; GeV. 1626 (vedi anche
A. Cavasse, Le sacramentare gélasien, Desclée 1958, 61); Coll. f°
149 v°, c. 3; R.C. V, VII, 9 il
cui testo si trova nel Sacramentario di Autun, C.C.L. 159B, 1936.
13 GeV. 1686; O.E. 33.
14 O.E. 34.
15 E.O. 94, 35-37; .R.C. V, VII,
10.
16 O.E. 37.
17 E.O. 94, 45-56 e 95 oltre a 96; R.C.
V, VIII.
18 Caerimoniale Episcoporum 1160; I.G.L.H.
245; Documentorum explanatio, in Notitiae 16,1980,474.
19 O.E. 27-29.
20 I.G.M.R. 336.
21 I.G.M.R. 338; O.E. 41-44.
22 I.G.M.R. 337.
23 E.O. 97; R.C. V, VIII,
5-8.
24 Sebbene in O.E. 46 si abbia il titolo Ultima
commendatio et valedictio, tuttavia, poiché secondo la tradizione del rito
accolta dai Cistercensi e le preghiere più lunghe che si recitano nel cimitero,
con le quali la comunità partecipa con i parenti del(la) defunto(a), qui
scriviamo più volentieri: Ultima commendatio in ecclesia seu valedictio.
25 R.C. V, IX, 1; O.E. 46.
26 Coll. f° 149 v°, c. 3; E.O. 98,
1-5; R.C. V, IX, 1-2.
27 Messale romano per le regioni di lingua
francese, 2 novembre; cf. Rm 15, 13.
28 Gre. 1413 e 4062; GeV. 1623; Coll. f° 150 r°, c. 3; R.C.
V, IX, 14 d; O.E. 46.
29 Questo Resp. è preferibile per il contenuto, come in O.E. monastico 61; d’altra parte, il R. Subvenite è stato già cantato nel momento dell’esalazione dell’anima. I Responsori Subvenite e Libera me de viis come in Coll. f° 150 r°, c. 1 e R.C. V, IX, 4-8.
30 Gre. 4067; Coll. f°150 r°, c. 1
e R.C. V, IX, 6 dove inizia Dio per cui tutti vivono; O.E. 174.
31 O.E. 48.
32 Coll. f° 149 v°, c. 2; R.C. V, VII, 3; O.E. 192.
33 E.O. 98, 1-12; R.C. V, IX, 10.
34 Coll.f° 150 r°, c. 1; E.O. 98,8; R.C. V, IX, 9 e 15.
35 O.E.50.
36 Salmo, sopra alla nota 34; antifona O.E. 155.
37 Salmo, sopra alla nota 34; l’antifona O.E. 147.
38 O.E. 35.
39 O.E. 166.
40 R.C. V, IX, 11.
41 Gre. 1398 e 4047; GeV. 1607; Coll. f° 150 r°, c. 2; R.C.
V, IX,
42 M. Andrieu, Le Pontifical romani au Moyen-Age, tomo 2, Le Pontifical
de la curie romaine au XIIIe siècle 509; Coll. f° 150 r°, c. 2; R.C.
V, IX, 12 d; O.E. 194.
43 O.E. 53.
44 O.E. 193.
45 O.E. 195.
46 Coll. f° 150 r°, c. 2; E.O .98, 19-21; R.C. V, IX,
13; O.E. 53.
47 Vedi note 36 e 39.
48 Salmo: O.E. 161.
49 Salmo, cf. nota 36; O.E. 164. L’antifona come il Salmo, così come gli altri Salmi e le
antifone, si riferiscono al Rituale delle esequie Francesi.
50 Coll. f° 150 r°, c. 2; E.O. 98, 22-23; R.C. V, IX,
13.
51 Salmo, cf. nota 36; l’antifona come il Salmo,
così come gli altri Salmi e le antifone, si riferiscono al Rituale delle
esequie Francesi; O.E. 52.
52 O.E. 56.
53 O.E. 72.
54 GeV. 1611 ; Coll. f° 150 r°, c. 3 ; R.C. V, IX, 14 e.
55 O.E. 56.
56 GeV. 1620; Coll. f° 150 r°, c. 3; R.C. V, IX, 14
b.
57 E.O. 98, 8; R.C. V, IX, 15,
cambiate le parole dai ministri infernali in dai lacci della morte,
come nel Rituale O.P.
58 O.E. 56.
59 O.E. 199.
60 Liber Ordinum, ed. Ferotin 125; Coll:
f° 150 r°, c. 2; R.C. V, IX, 7; O.E. 56.
61 Gre. 1402; Coll. f° 150 r°, c.
1; R.C. V, IX, 7; O.E. 56.
62 GeV. 1608; Coll. f° 149 v°, c. 2; R.C. V, VII, 4
b.
63 O.E. 48.
64 Gre. 1444; Coll. f°
150 v°, c. 1; R.C. V, IX, 16. Tuttavia secondo il Messale
romano, Per più defunti.
65 O.E. 57.
66 Cf. R.C. V, X, 1.
67 R.C. V, XII.
1 Le formule si trovano nell’Appendice